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Il malato immaginario di Molière con Emilio Solfrizzi

“Il Malato immaginario” di Molière – con Emilio Solfrizzi – apre la stagione di Prosa al TCVI – mercoledì 14 e giovedì 15 dicembre 2022

Una doppia data per aprire la Prosa in Sala Maggiore al Teatro Comunale di Vicenza, stagione realizzata con la consulenza artistica di Annalisa Carrara; si tratta di uno dei grandi titoli della drammaturgia di tutti i tempi, “Il malato immaginario” di Molière, interpretato da Emilio Solfrizzi, nell’adattamento e regia di Guglielmo Ferro (che il pubblico ha potuto apprezzare nella regia di “Assassinio nella cattedrale” nei Classici all’Olimpico, in settembre), portato in scena dalla Compagnia Molière, La Contrada | Teatro Stabile di Trieste, in programma mercoledì 14 e giovedì 15 dicembre alle 20.45. Nel ruolo di Argante, Emilio Solfrizzi (protagonista in Basilica palladiana di uno dei reading itineranti di “Milk Wood”, sempre nell’ambito dei Classici 2022), attore amatissimo dal pubblico per le sue interpretazioni comiche, spesso stralunate o venate di malinconia, in numerosi film e fiction televisive, accompagnato in scena da una convincente Lisa Galantini nel ruolo di Tonietta e Rosario Coppolino nei panni di Tommasino; gli altri attori dello spettacolo sono Antonella Piccolo, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Cecilia d’Amico, Luca Massaro; i costumi sono di Santuzza Calì, le scene sono firmate da Fabiana Di Marco, le musiche da Massimiliano Pace. Lo spettacolo, alle prime date della sua tournée nazionale, è anche un omaggio per celebrare i 400 anni dalla nascita di Molière, con una delle opere simbolo della sua prolifica produzione, l’ultima delle sue commedie.

Anche per la Prosa, come per la Danza, riprendono le consuetudini e così nelle due date dello spettacolo – mercoledì 14 e giovedì 15 dicembre alle 20.00 al Ridotto – sarà Giancarlo Marinelli,direttore artistico del Teatro Comunale di Vicenza,  a condurre l’Incontro a Teatro per raccontare “Il malato immaginario” in modo originale e per mettere in luce i punti di forza della nuova versione teatrale e la grande contemporaneità dei temi affrontati (la capacità di ridere delle paure di cui siamo tutti vittime, in primis).

Grafica Divina

“Il malato immaginario” è uno spettacolo importante, un capolavoro in tutti i sensi, che rappresenta al meglio la funzione del teatro di strumento per dissimulare la realtà: Argante, il protagonista, è un ipocondriaco tremendamente solo, eternamente disperato che non vuole proprio saperne di stare bene. “È un’opera attualissima, forse l’opera più attuale sui palcoscenici in questo momento – ha affermato Emilio Solfrizzi in una recente intervista – noi sappiamo quanto la pandemia ha creato tantissimi Argante, tantissime persone in fuga dalla vita, quelli che rinunciano a venire a teatro, al cinema, a frequentare luoghi dove ci sono altre persone per paura di contrarre la malattia”. Il malato immaginario, infatti, ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che l’esistenza gli mette davanti. La comicità di cui è intriso il capolavoro di Molière viene poi esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni davvero esilaranti.

“Una comicità che si avvicina al teatro dell’assurdo – spiega il regista Guglielmo Ferro -; Moliere, come tutti i giganti, con geniale intuizione anticipa modalità drammaturgiche che solo nel ‘900 vedranno la luce. Si ride, tanto, ma come sempre l’uomo ride del dramma altrui”.

Lo spettacolo è ambientato nella casa di Argante, un uomo di mezz’età, ipocondriaco e convinto di essere molto malato; proprio per questo vuole dare in sposa una delle sue figlie, Angelica, a Tommaso Diaforetico, nipote del dottor Purgone che lo ha in cura ed è anch’egli medico. Il suo unico scopo è quello di avere a disposizione, gratuitamente, un medico in casa, in quanto suo genero. Angelica però è innamorata di Cleante e sia la serva Tonietta che Beraldo, fratello di Argante, sono dalla sua parte. Intanto Bellonia, seconda moglie di Argante, punta solo alla sua

eredità; ma sarà il sorprendente finale a scompaginare le carte e ad aprire finalmente gli occhi ai personaggi.

“Il malato immaginario” fu concepito inizialmente come una comédie-ballet in tre atti seguiti da altrettanti intermezzi musicali accompagnati da balletti; fu rappresentato per la prima volta il 10 febbraio 1673, con lo stesso Molière ad interpretare Argante (fino alla sua morte, sopravvenuta una settimana soltanto dopo il debutto). Con quest’opera il drammaturgo voleva denunciare l’insufficiente formazione culturale della classe medica del tempo, accusando dottori e farmacisti di essere egoisti, ipocriti, avidi e pomposi, ma nello stesso tempo, fare satira sul malato e sulle sue tendenze ipocondriache.

Nel nuovo adattamento di Guglielmo Ferro, l’interpretazione di Solfrizzirisulta di grande presa, grazie alla sua irresistibile comicità: diverte ed esalta le numerose sfaccettature caratteriali del protagonista, perché tutto ruota intorno alla sua performance, un malato in versione giovanile, com’era stato alla fine Molière, e le sue nevrosi, in un ruolo che è stato di tutti i grandi della scena, da Tino Buazzelli a Romolo Valli, da Luigi De Filippo a Franco Parenti, da Giulio Bosetti a Gabriele Lavia. Un ruolo importante lo gioca anche la scenografia, sviluppata in verticale, che vede al centro una sorta di enorme libreria torre sui cui scaffali campeggiano medicinali di ogni tipo. “E di fatto è l’unico oggetto insieme alla poltrona-trono di Argante – spiega ancora Solfrizzi -. Nell’immaginario la torre è il luogo della prigionia dal quale qualcuno deve essere salvato”.

Un appuntamento imperdibile con una comicità a tratti attualissima, con uno dei testi teatrali più belli di tutti i tempi, quasi due ore di spettacolo di autentico divertimento.

Per le due date de “Il malato immaginario” al Teatro Comunale di Vicenza restano ancora biglietti.

La Stagione 2022/23 del Teatro Comunale di Vicenza – direzione artistica di Giancarlo Marinelli – è realizzata con il sostegno dei soci – Comune di Vicenza, Regione del Veneto, Fondazione Cariverona e Intesa Sanpaolo – e da una rete di partner e sponsor, istituzioni e imprese: D-Air Lab, LD72, Develon, AGSM AIM, Anthea S.p.A., Banca Popolare di Marostica – Volksbank, Inglesina, Banca delle Terre Venete, Burgo Group, Cantine Colli Vicentini – Vitevis, Confcommercio Vicenza, F.I.S. Fabbrica Italiana Sintetici, Fondazione Roi, Gruppo Unicomm, ItalOhm, Lions Club Vicenza, Nardi S.p.A., Pesavento, Rotary Club Vicenza, e naturalmente gli Amici e i donatori privati del Teatro.

I biglietti per la stagione di Prosa sono in vendita alla biglietteria del Teatro Comunale di Vicenza (Viale Mazzini, 39) aperta dal martedì al sabato (esclusi i giorni festivi) dalle 15.00 alle 18.15, obbligatorio l’appuntamento; oppure al telefono, chiamando lo 0444 324442 nei giorni di apertura della biglietteria dalle 16.00 alle 18.00 e nei giorni di spettacolo un’ora prima dell’inizio; oppure online su www.tcvi.it. Gli abbonamenti (6, 7, oppure 8 spettacoli di Prosa) sono in vendita fino a giovedì 15 dicembre. I biglietti costano 29,50 euro l’intero, 23,50 euro il ridotto over 65 e 14,50 euro il ridotto under 30, 12 euro per le ultime file (dalla T alla Y) per gli spettacoli in doppia recita; i prezzi degli abbonamenti variano da 72 euro a 195,20 euro. È possibile comprare i biglietti anche tramite 18App Carta del docente e voucher; per gli studenti universitari, esibendo la Vi-University Card, il biglietto costa 7 euro.

Sono in vendita anche i carnet da 2+2 (2 spettacoli danza + 2 prosa) e 2+2+2 (2 spettacoli danza + 2 prosa + 2 circo contemporaneo), gli abbonamenti di Natale e le Tcvi Gift Card da 50, 100 o 200 euro.

Altre info su www.tcvi.it.

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