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Chiarablue e “Indifesi”: la nostra intervista

È online il videoclip di “Indifesi”, il singolo estratto dall’album di debutto della cantautrice Chiarablue.

Conosciamola meglio con questa intervista

Allora Chiarablue raccontaci un po’, da dove nasce il tuo nome? Perché tra tutti i colori, ti sei associata al blue?

Grafica Divina

La parola blue racconta di malinconie, di quell’attimo tra il sonno e la veglia in cui tutto può accadere, dove i sogni e la realtà si mischiano, dove accadono le trasformazioni. Nella mia musica questi elementi ricorrono e ho voluto celebrarli inserendoli nel mio nome d’arte.

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Il tuo ultimo singolo riprende il nome dell’album Indifesi, perché hai deciso di rilasciare questo brano?

Credo che questo sia un tempo in cui sia necessario riscoprire la bellezza della propria fragilità, delle proprie imperfezioni che ci rendono unici e dunque perfetti esattamente cosi come siamo. Il brano è un invito a farci trovare indifesi dalla vita, accogliendola e accogliendoci in un intenso abbraccio.

Come nasce l’idea del video di Indifesi?

Con il regista, Paolo Boriani, volevamo rendere visivamente l’essere senza difese, non perché non si abbiano mezzi con cui difendersi, ma perché non se ne sente più il bisogno. Quando ci si libera delle paure, dei muri, delle false credenze, non si ha più bisogno di mettere distanze. Utilizzare pochissime inquadrature, quasi tutti primi piani, con un focus particolare sullo sguardo, è stata la nostra scelta, d’altronde “occhi negli occhi” è la forma più profonda di connessione che due esseri possano avere, dicono. E poi l’utilizzo dell’acqua, dove siamo nudi e liberi da ogni sovrastruttura.

Della scena musicale attuale, con chi ti piacerebbe collaborare? E della scena passata?

La musica italiana è talmente ricca di artisti straordinari che davvero c’è l’imbarazzo della scelta, direi sicuramente Vinicio Capossela e Paolo Conte ma anche Mario Venuti e Tony Canto con i quali condivido l’amore per le suggestioni latine. Nel passato invece Lucio Dalla, per me incommensurabile poeta.

Quando hai capito che la musica sarebbe diventata parte fondamentale della tua vita?

Non so dire quando esattamente, istintivamente direi da piccolissima ma pensandoci meglio non c’è stato un unico momento ma il susseguirsi di tante piccole scelte che confluivano più o meno direttamente verso la musica e l’arte. Alle volte le cose fanno giri strani, la vita è come una strada in una città che non conosci, arrivi ad un incrocio e devi scegliere dove andare, usi l’istinto e il mio alla fine mi portava sempre in quella direzione.

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