Torna a dare voce alle tormentate emozioni della sua generazione la giovanissima cantautrice CATE: da mercoledì 26 ottobre disponibile il nuovo singolo “Amati e vai avanti”, una dolcissima ballad con elementi di cantautorato e di produzione moderni nella quale l’artista si mette a nudo per scrivere un intimo augurio di buona vita e di felicità dedicato a un ex partner, una persona che continua a rimanere speciale anche se l’amore è finito e anche se ci si è fatti del male.
Cate “Amati e vai avanti” è il tuo nuovo singolo. Da dove è nata l’idea di un brano con un titolo così particolare?
È una canzone che mi è uscita di getto, non c’è niente di ragionato, quando scrivo spesso sono solo emozioni, così come vengono. Il titolo non è altro che il riassunto, il succo del discorso: “io non ti amo più, devi amarti e andare avanti”. C’è un “senza di me” sottinteso.
Sei giovanissima, ma sembra dal tuo modo di scrivere e di comporre che tu abbia già le idee ben chiare sugli obiettivi e sui temi di cui parli. Bisogna dare più spazio ai discorsi sulla salute mentale e sul benessere psicofisico delle nuove generazioni?
Assolutamente sì. Non ho studiato abbastanza per poter parlare bene di tutti i disagi e i disturbi che cito ne La mia generazione, però sono cose che io vedo e sento attorno a me da anni. Io le statistiche non le so, non saprei dire se sono in aumento, se è sempre stato così, ma poco m’importa. Io continuo a sapere di ragazzx che stanno male, che non mangiano, che si tagliano, che vomitano, e di troppa gente che non lo sa, o che, peggio, lo sa e sottovaluta la cosa. Bisogna guardare in faccia la realtà, e affrontarla. I problemi ci sono, e vanno risolti. Non è chiudendo gli occhi che si spegne la luce.
Il singolo arriva infatti dopo “La mia Generazione”, che ha debuttato ancora prima di essere registrato al Rock in Roma durante il concerto di ARIETE. Ci racconti un po’ delle emozioni di quella giornata al momento di salire sul palco e gli stimoli che ti ha dato quando sei scesa?
È stato assurdo, non riesco ancora a realizzare. È successo per caso, non era programmato, mi sono ritrovata sul palco e ho pensato a cos’avessi d’importante da dire. Ma la cosa più figa è stata parlare con le persone quando sono scesa. Lì ho capito che tutto quello che ho detto non lo vedo soltanto io, è una realtà che vivono tantissimi della mia generazione. Ricevere abbracci da ragazzx in lacrime che mi ringraziano semplicemente perché ho parlato anche di loro su un palco, questa è stata la cosa più bella che mi potesse accadere e ciò che mi è rimasto di più.
Che progetti hai per il futuro? Riesci a darci qualche anticipazione?
Ho ancora tanta, tantissima roba da dire, e un sacco di canzoni che aspettano di uscire. Magari in un EP. E poi vabbè, il sogno sono i live.