Parrelle presenta “Il mio cuore ha fratto crack”.
Sotto lo sguardo severo e agrodolce del Vesuvio, in via Parrella cresce e si forma musicalmente il giovane Pierluigi Russo.
È in questa strada che inizia a scrivere le prime canzoni e cambia il suo nome in Parrelle.
Pubblica il suo primo inedito intitolato “Ti sei vista?” nel 2019 e successivamente si unisce al roster di Luppolo Dischi pubblicando “dalle22alle5” e “epoitenevai” da cui riceve un ottimo riscontro conquistando la playlist editoriale di Spotify “Scuola Indie”.
Parrelle presenta l’ep “Il mio cuore ha fratto crack”
Grazie alla collaborazione con il produttore milanese Simone Sproccati, l’8 luglio 2022 pubblica l’ep “Il mio cuore ha fatto crack”.
Composto da sei tracce introspettive e malinconiche, l’EP racconta l’artista senza bisogno di lettere maiuscole e spazi, in sei titoli composti da una sola parola che si lasciano comprendere e apprezzare pienamente nel momento esatto in cui viene premuto il tasto play su qualsiasi dispositivo scelto dall’ascoltatore.
Sei storie, sei istantanee della vita dell’artista tramutate in musica e destinate a rimanere nel cuore di chiunque vorrà ascoltarle.
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Abbiamo chiesto direttamente all’artista di parlarci del suo lavoro in 3 domande
Buona lettura!
Ciao Parrelle! Abbiamo ascoltato il tuo nuovo ep e ci è piaciuto molto. Parlaci di come si svolge il tuo processo creativo
Non mi è mai piaciuto schematizzare la vita, figuriamoci le emozioni: ho sempre pensato che le canzoni siano dei profondi atti d’amore verso me stesso, perché ci vuole coraggio a mettere in pausa il cuore, rallentarne i battiti e leggerne un tracciato. Il mio processo di scrittura è spesso casuale, quasi istantaneo: un flash in una giornata uggiosa, alcune parole appuntate nelle note dell’iPhone quando sono fermo al semaforo. Ed è bello così, o quantomeno lo è per me, non avere delle regole fisse, delle linee guida: un po’ come quando riesci a trovare dei girasoli in pieno gennaio e non puoi far altro che sorridere. Le canzoni, per me, sono questo.
Non abbiamo potuto non notare la singolare scelta di non utilizzare gli spazi nei titoli delle tue canzoni. Ha un significato particolare? Spiegaci la tua identità artistica
È una scelta stilistica che a me piace molto, una specie di marchio di fabbrica della mia musica, delle mie canzoni: è un rafforzativo, un modo che utilizzo da sempre per rimarcare un messaggio che si apre dolcemente o con l’impatto di un pugno nello stomaco ascoltando i miei brani. Amo le parole, amo il suono che emettono e la forza intrinseca che portano dietro, e vederle così, unite e mai staccate, quasi come fossero lì a darsi la mano, mi fa stare meglio.
La produzione è affidata a Simone Sproccati: quanto ha portato di suo all’interno dei tuoi brani? Come nasce la vostra collaborazione?
Simo, prima di essere uno dei produttori più forti della scena attuale, è un amico: avevo ascoltato molte delle sue produzioni e grazie al lavoro della mia etichetta discografica ci siamo messi in contatto. Mettere su un disco sull’asse Napoli-Milano è stato un viaggio intenso, ma allo stesso tempo stimolante e gratificante: a Simo non devo solo l’impronta perfetta su questo ep, ma anche l’avermi fatto aprire gli occhi su ciò che cercavo realmente e su ciò che avevo dentro. E come un perfetto stilista targato Giorgio Armani, ha confezionato un vestito su misura per ogni traccia: questo disco è un po’ anche il suo.
Ascolta su Spotify “Il mio cuore ha fatto crack”: https://open.spotify.com/album/5a7DzuhcnZsGiWVjWSQdKr?si=ogygiyxYT4yR1M85PH2N9w