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“Animali non umani” di Carl Safina: la nostra recensione

In libreria “Animali non umani” di Carl Safina, Adelphi, traduzione di Isabella C. Blum

“Animali non umani”. Il capitano David Fabien solca con sicurezza il mare grosso in direzione sud-est, sulla barca di nove metri piena di persone e attrezzature. Insieme all’equipaggio, a quattro specializzandi e a Shain Gero c’è Carl Safina, ormai completamente bagnato. Nelle acque caraibiche al largo di Dominica la missione sta cercando i capodogli.

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Grafica Divina

Le più grandi creature del mondo sono per noi da sempre simbolo di avventura, ma anche di pericolo, denaro, lavoro. Ne abbiamo scritto, le abbiamo ammirate, le abbiamo cacciate. Mammiferi tornati al mare cinquanta milioni di anni fa, i capodogli sono gli unici non estinti della loro famiglia.

Tabasco e Inocencio  sono in cerca della loro colazione nella foresta amazzonica del Perù, si muovono in volo con lo splendido piumaggio tipico delle are, si appostano per cercare di portar via pancake e panini ai turisti.

Trecento milioni di anni fa una linea di rettili, divergendo, dette origine agli uccelli e tra questi alle otre trecentocinquanta specie di pappagalli tuttora viventi. Molte delle quali hanno una livrea dai colori sgargianti di cui anche noi siamo in grado di percepire la bellezza.

Alf ha diciannove anni e percorre con decisione spostandosi sui piedi e sulle nocche la foresta africana. Sulle sue tracce due ricercatori e Carl Safina che arranca dietro di loro. Oggi esistono ancora quattro razze di scimpanzé, che si differenziano tra le altre cose per aver intrapreso traiettorie evolutive e culturali divergenti.

Identità e famiglia, bellezza, tensioni sociali, cultura per dirlo con un’espressione che conosciamo e che pensiamo ci distingua dagli altri animali. Ma non è così perché tutti gli animali del pianeta devono apprendere dagli anziani “come diventare ciò che sono destinati ad essere”. La cultura crea l’identità e l’appartenenza ad un gruppo, tramanda nel tempo conoscenze e tradizioni, permette la sopravvivenza. Carl Safina, professore alla Stony Broook University di New York e collaboratore di testate giornalistiche di fama mondiale, parlando di capodogli, pappagalli e scimpanzé torna dopo “Al di là delle parole” ad affrontare con rigore scientifico e poesia l’infondatezza dei luoghi comuni che riguardano gli animali, regalandoci la possibilità di scrollarci di dosso la presunzione dell’antropocentrismo per regalarci uno sguardo bello e disincantato sul nostro ruolo e su quello dei nostri compagni di viaggio.

Articolo di: Cinzia Ciarmatori

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