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“L’estate più bella 1922-2022”: mostra a Viareggio

L’estate più bella 1922-2022 / Cento anni dell’Hotel Palace nella Viareggio di Alfredo Belluomini

La mostra racconta per immagini la storia dei bagni di mare dalla fine del Settecento ai primi del Novecento.
La storia dell’hotel Palace racconta l’avventura artistica dell’architetto Alfredo Belluomini, protagonista assoluto della Viareggio dell’epoca.
Vedremo ritratti di personaggi famosi, protagonisti di quegli anni, che sono stati ospitati nell’albergo.
Saranno proposti all’interno dei salotti, a grandezza naturale, rielaborati e attualizzati con il colore.
Un video di quaranta minuti, con filmati storici della vita della città sarà mostrato su due grandi schermi nella sala della mostra e nel soggiorno.

Grafica Divina

L’estate più bella: 100 anni di Palace

Inaugurazione della mostra: mercoledì 13 luglio alle ore 19

Aperta tutti i giorni fino al 13 ottobre
Orario 16 – 21

Il progetto grafico e l’allestimento è di Paolo Riani con Laura Mirabelli
La curatrice è Roberta Martinelli
Selezione e riedizione filmati storici a cura di Riccardo Mazzoni / Imagoteca Viareggina
Con il patrocinio della Città di Viareggio e Soprintendenza di Lucca
In collaborazione con Associazione Dimore Storiche della Versilia
Con il contributo di Erbario Toscano e Baglini Ascensori

L’estate più bella

Su un grande pannello vedremo le foto di Fiorenzo Niccoli.
Protagonisti delle immagini alcuni modelli e modelle con indosso dei preziosi costumi degli anni Venti del Novecento, realizzati dalla sartoria teatrale Il Costume di Roma.

Fiorenzo Niccoli, nato a Viareggio, romano d’adozione, ha studiato a Milano, e da quasi mezzo secolo esercita il mestiere di fotografo nel campo dell’alta moda (determinante il sodalizio professionale con Roberto Capucci), del ritratto (la sua galleria comprende Federico Fellini e Alberto Moravia, Marco Ferreri e Roland Barthes, Jeanne Moreau e Michèle Morgan, Claudia Cardinale e Isabelle Huppert, Michail Baryšnikov e Alberto Arbasino), dello spettacolo (Paolo Poli, Franca Valeri, Carla Fracci), della fotografia di viaggio.

La memoria filmica di Viareggio è una selezione e riedizione dei più suggestivi filmati storici riguardanti il periodo aureo della città dagli anni Dieci agli anni Trenta del Novecento presentati per la prima volta tutti insieme in una sorta di viaggio a ritroso nel tempo: un vero incanto visivo della durata complessiva di circa tre quarti d’ora, che giunge a noi attraverso innumerevoli e spesso avventurosi passaggi dalla pellicola originale al vhs al digitale.

La musica

Sergio Aloisio Rizzo trio: Emanuele Marsico – tromba & voce, Sergio Aloisio Rizzo – chitarra, Nino Pellegrini – contrabbasso.
Unito dalla comune passione per lo swing, il trio proporrà un viaggio attraverso il songbook americano, reinterpretando alcune tra le più belle melodie composte per i musical ad inizio secolo, divenute poi standards; non mancheranno incursioni nell’era bop e nella musica latina, lasciando libero spazio all’improvvisazione e all’interplay.

Nella sala interna intervento al pianoforte del Maestro Adriano Barghetti.

Il Novecento imprimeva un intenso dinamismo alla Viareggio balneare

La Passeggiata veniva prolungata e assumeva il ruolo di spazio privilegiato della socialità dei villeggianti.

Dedicata alla Regina Margherita che nel luglio del 1902 era giunta in visita a Viareggio, la “Passeggiata”  era il cuore della città vacanziera e diveniva uno dei luoghi simbolo della Belle Époque.

Eloquente testimonianza della fase propulsiva del turismo a Viareggio le cifre relative alla presenza dei forestieri nel 1907: giugno n. 10.000, luglio n. 15.000, agosto n. 40.000, settembre n. 20.000. Per la gran parte viaggiano in treno ed infatti sono quasi 70.000 le persone che a mezzo della ferrovia arrivano a Viareggio nei mesi estivi.

Sotto questo intenso movimento turistico-commerciale cresce la struttura ricettiva di Viareggio e in questo periodo si decide la trasformazione in albergo della Villa di proprietà dell’avvocato Dino Tabet che prendeva il nome di  Hotel de la Mediterranée.

L’edificio a tre piani situato nell’angolo tra Viale Carducci e via Flavio Gioia incontrava subito l’apprezzamento di una qualificata clientela tanto da richiedere  già nel marzo del 1913 la realizzazione  a piano terra di una nuova e grande sala da pranzo che raddoppiava la superficie precedente. Era ottenuta occupando parte del giardino adiacente che veniva delimitato con una muratura leggera. Arieggiata dalle tre grandi finestre che erano aperte in via Gioia, la sala sorreggeva una vasta ed elegante terrazza.
Questi interventi segnano la nascita della struttura alberghiera che si svilupperà poi nell’attuale Hotel Palace.

L’estate più bella

Un’altra serie di modifiche che riguardavano la sistemazione delle parti interne dell’albergo veniva condotta nel 1916.
La richiesta al Sindaco per tali lavori veniva inviata da Guido Cosattini che si qualificava “gestore dell’albergo detto Mediterraneo” per conto dell’Avvocato Tabet.

Le opere previste andavano dalla sopraelevazione di due piani da destinare “per uso d’abitazione delle persone di servizio” e alla trasformazione dei “garages” in “nuovi locali da adibirsi ad uso cucine e altri locali di servizio e che saranno ricoperti a terrazza”.

Questi interventi segnalavano una vitalità commerciale che continuava a farsi sentire vincendo anche la penuria economica imposta dalla Guerra che si combatteva da due anni in Europa.

Le tristi testimonianze di quell’immane conflitto facevano apparizione anche a Viareggio che con i suoi alberghi più confortevoli accoglieva i feriti di guerra. Molti di loro erano ospitati dal “Mediterranée”. Per lo più appartenenti ai gradi medio-alti dell’esercito con la loro folta presenza caratterizzavano Viareggio come località di cura e come luogo di un confortevole vivere dove si potevano dimenticare gli orrori della guerra.

Per Viareggio, che da quel tempo prendeva ad essere conosciuta come “La Perla del Tirreno” il dopoguerra significò un periodo di euforia costruttiva.

Protagonista di questa straordinaria stagione di realizzazioni era l’ingegner Alfredo Belluomini che forte di una sicura cultura e di una sensibilità attenta alle novità che si affacciavano nel panorama italiano ed europeo disegna la Viareggio del Novecento.

Sono di Alfredo Belluomini gli edifici simbolo della nuova Passeggiata come il  “Gran Caffè Margherita” e lo stabilimento balneare “Balena” ed il “Grand Hotel Royal”.

Il suo esordio era avvenuto nel 1921 quando aveva progettato il nuovo Palazzo delle Scuole e il Mercato Generale, un attrezzato complesso polifunzionale,  che occupava la vasta area di Piazza Cavour. Nello stesso periodo era il rifacimento dell’albergo Mediterranèe, oggi Hotel Palace, che sotto la sua mano assumeva quella fisionomia di misurata eleganza che ancora oggi lo distingue.

Con gli interventi programmati nel 1913 e con le modifiche del 1916, il Mediterranée assumeva la fisionomia sulla quale nel 1922 sarebbe intervenuto l’architetto Alfredo Belluomini  con un progetto di radicale trasformazione dell’edificio. Questo si presentava con difformità  evidenti soprattutto sul lato di via Gioia. Qui erano ben visibili i tre corpi che formavano l’edificio. Quello principale, a tre piani, faceva angolo con viale Carducci e qui era collocata l’insegna in ferro battuto. Un corpo più stretto accoglieva l’ingresso e la hall con due terrazze sovrastanti. La prima presentava quattro colonne con capitelli ionici. Infine un terzo corpo, molto stretto, a tre piani simile ad una torretta che al piano terra si ampliava con la sala da pranzo ricoperta a terrazza.  Incaricato dalla nuova proprietà, la famiglia Giurlani che già due anni prima gli aveva commissionato un importante lavoro in America, l’architetto Alfredo Belluomini programmava una serie di lavori per ricondurre l’edificio ad una fisionomia unitaria, disegnata con  i tratti eleganti delle nuove tendenze architettoniche.

Era con il progetto Belluomini che il Mediterranée nasceva a nuova vita e da allora diveniva un punto di riferimento del sistema alberghiero di Viareggio.

Era praticamente un nuovo edificio quello che  usciva dalla mano di Belluomini che lo aveva armonizzato con la completa demolizione del lato destro e la realizzazione di un corpo perfettamente simmetrico al nucleo principale. I due corpi venivano sopraelevati di un piano e arricchiti da decori con ghirlande. Le piccole finestre del terzo piano venivano trasformate in porte per accedere ai nuovi terrazzini ed erano impreziosite con timpani decorati. Il disegno che a sua firma Belluomini presentava in Comune  il 16 novembre 1922 – a corredo della richiesta a svolgere i lavori per  “l’ingrandimento del Grand Hotel Mediterranee” – è nella sua raffinata eleganza, uno straordinario documento che attesta la maturità artistica di questo protagonista della costruzione di quel sogno realizzato che fu la Viareggio degli Anni Venti. Il successo presso un pubblico altamente selezionato che da allora ha accompagnato l’Hotel Mediterranée, oggi Palace, è in buona parte riconducibile proprio all’impronta di  ricercata eleganza che aveva saputo dargli Alfredo Belluomini. Nel corso degli anni sono stati ospiti del Palace i protagonisti della più grande scena artistica e culturale.  Il Palace è insieme simbolo e parte viva di una grande storia culturale. Questa sua identità è stata ufficialmente riconosciuta dal Ministero per la Cultura il 5 dicembre 2018.

L’estate più bella 1922-2022. 100 anni di Palace nella Viareggio di Alfredo Belluomini

La curatrice della mostra è la dottoressa Roberta Martinelli, mentre l’allestimento è affidato all’architetto Paolo Riani.

Roberta Martinelli già funzionario del Ministero per i beni culturali e le attività culturali presso la Soprintendenza di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara, è stata direttore del Museo Nazionale delle residenze napoleoniche dell’Isola d’Elba; è stata responsabile della Sezione didattica dei Musei Nazionali di Lucca. Tra le attività svolte nell’ambio della ricerca storico archivistica ha pubblicato numerosi saggi sulla costruzione delle mura di Lucca ed è stata consulente storica del progetto di riqualificazione e restauro delle mura urbane di Lucca. Ideatrice e responsabile del progetto Napoleone ed Elisa da Parigi alla Toscana ha curato una serie di mostre internazionali sul tema.

Paolo Riani lavora da Firenze, Tokyo e New York. Fotografo, è autore di libri di architettura e di viaggi. Ha partecipato all’allestimento delle Biennali di Architettura a Palazzo Strozzi curate da Ragghianti (Le Corbusier 1963, Alvar Aalto 1966) e ha curato la mostra “Architettura Giapponese Contemporanea” in Orsanmichele a Firenze nel 1969. Professore di architettura alla Columbia University NY, ha realizzato una serie di esposizioni dal titolo “Spring Talks on Architecture” durante gli anni accademici 1973-75. Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di New York dal 2000 al 2002 ha curato tutte le mostre di quel periodo, spesso in collaborazione con le maggiori istituzioni della città (fra cui “Orazio e Artemisia Gentileschi” e “Il Parmigianino” al Metropolitan). A Viareggio recentemente ha realizzato diverse mostre, fra queste citiamo “Oblò” con le opere della Collezione Carnevalotto e “America Forever” dedicata al soggiorno americano di Puccini. Alla GAMC ha curato l’esposizione “Festa”, una retrospettiva sull’opera di Enrico Coveri, l’esposizione della Collezione Pieraccini e la mostra “Universi Leggeri” dedicata a Jean Michel Folon.

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