Intervista ad Antonio Morgese, maestro gelatiere profondamente creativo.
Chi entra nel laboratorio di Antonio Morgese sul tavolo vede vasetti di pesto genovese, asparagi, cavolfiori, lardo di colonnata, formaggi freschi e stagionati (tra cui quello di fossa), salame, prosciutto… ovviamente esclama: “Oh, no, ho sbagliato indirizzo, questo è il retro di un ristorante non di una gelateria!”. Anch’io alla conferenza stampa per la presentazione di Expo 15 rimasi sorpresa quando Antonio mi fece assaggiare un nuovissimo gusto, quello al gorgonzola che io trovai davvero buonissimo!
Antonio Morgese, ma tu da piccolino il gelato lo mangiavi?
Sì e mi piaceva tantissimo! Sono sempre stato un mangione buongustaio sovrappeso! Mamma era bravissima a fare i dolci e papà cucinava divinamente così da grande ho deciso di fondere il dolce con il salato nello stesso cono!
Ma i tuoi clienti ordinano questi insoliti gelati?
Non sempre, Per loro preparo gusti tradizionali, classici faccio molta attenzione alle materie prime come le nocciole ad esempio: dopo tante ricerche ho finalmente trovato una qualità piemontese che esalta il gusto del gelato!
In negozio si trovano anche gli abbinamenti più insoliti?
In genere gli abbinamenti più inconsueti li riservo per le manifestazioni gastronomiche dove vi sono addetti ai lavori. Trascorro intere giornate a sperimentare. Ultimamente ho sperimentato e creato molti gelati alcolici a base di vermut ma non solo: trovo favoloso il mio mojito! Quello che mi manca è il contatto con il pubblico ma appena posso faccio una scappata in negozio che è sempre rimasto aperto durante la pandemia: sono felice e orgoglioso di non aver licenziato nessuno!!!
Intervista di: Marinella Chiorino