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Conosciamo meglio Isotta e il suo Romantic Dark

È appena uscito “Romantic Dark” (etichetta Women Female Label & Arts / distribuzione Artist First) l’album d’esordio di ISOTTA, 13 tracce in cui la cantautrice toscana racconta la sua vita, i legami umani, le difficoltà quotidiane, le fragilità, la violenza, sotto ogni sua forma. In contemporanea è in radio “Psicofarmaci” (con la partecipazione di Claudia Gerini, voce fuori campo)., accompagnato dal video. ISOTTA è anche tra i finalisti della 33sima edizione di Musicultura, e vincitrice del Premio Bianca d’Aponte 2021

Ciao Isotta! Come nasce il tuo percorso artistico?

Il mio percorso artistico, che negli anni ha sempre più esautorato ogni altro aspetto della mia esistenza, fino a diventare l’unico percorso di vita, è iniziato nei miei primi anni, quando andavo da mia nonna e il nostro gioco era cantare musica lirica, per la “gioia” dei vicini. Ho iniziato a prendere lezioni di canto al primo anno di elementari e verso i 16 ho cominciato a fare serate di pianobar con svariate formazioni di base voce e chitarra, col chitarrista e amico Pino Polistina, poi con sax, contrabbasso, Cajon, batteria, a seconda della situazione. È in questo primo periodo di timide esperienze sul campo che ho iniziato a mettere su carta le mie emozioni, sentivo l’esigenza di cantare parole mie.

Grafica Divina

Il tuo album d’esordio “Romantic Dark” è composto da 13 tracce. Che temi hai toccato?

Mi piace indagare i rapporti personali fatti di passioni, tensioni, contrasti, violenze, che troppo spesso si celano sotto la parola amore. Parlo delle pulsioni che ci guidano a dispetto della ragione…parlo di consuetudini, abitudini, illusioni, ipocrisie che ci soffocano, e cerco di farlo con spontaneità specchiandomi nelle emozioni che mettono a nudo la mia/nostra fragilità.

La voce fuori campo è quella dell’attrice Claudia Gerini. Come nasce la vostra collaborazione?

Ho avuto la possibilità di far sentire le mie canzoni a Claudia Gerini…con mia grande sorpresa e soddisfazione le sono piaciute, così ha deciso di prestare la sua voce per la lettera contenuta in psicofarmaci. È riuscita ad esprimere esattamente le sensazioni che volevo trasmettere quando l’ho scritta.

Il disco apre con la traccia “Io”, con la quale vinci il Premio Bianca d’Aponte. Raccontaci questa esperienza.

L’esperienza al Premio Bianca D’Aponte è stata travolgente, commovente, meravigliosa. Ho trovato un clima familiare, una accoglienza unica. Sul palco ero emozionatissima, era la prima volta che cantavo “io” in un teatro e non mi aspettavo assolutamente la vittoria.

Dovessi disegnare il mio ritratto, “Io” sarebbe le prime due pennellate. È il mio modo di guardarmi dentro. Parla di tutti coloro che almeno una volta nella vita si sono chiesti chi sono veramente e cosa stanno diventando. Esprime quel desiderio di spingerci oltre i cliché, la forza che ci porta ad intraprendere una strada sempre diversa da quella che stiamo già percorrendo.

Contemporaneamente all’album esce il singolo “Psicofarmaci”. Come mai hai scelto questa traccia piuttosto che altre presenti in disco?

Ho scelto psicofarmaci come singolo, simbolo, del mio primo album, un giorno parlando con una signora ricevetti una confessione. Mi disse che lei aveva tre figli e in cuore aveva sempre nascosto il senso di colpa di aver sempre, senza nessuna ragione apparente, propeso verso uno di loro. Dunque forse è qualcosa di simile che mi ha guidato in questa non facile scelta.

Sei tra i finalisti della trentatreesima edizione di Musicultura. Cosa ti aspetti? Come stai vivendo questa attesa?

Mi aspetto di salire in un palco da sogno e di avere un pubblico da poter emozionare, ma il resto sarà magia.

Sto vivendo l’attesa con gioia e apprensione.

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