Emanuele Scataglini: “The Lantern out of the Doors“, musica e filosofia per ritrovare noi stessi
The Lantern Out Of The Doors è il nuovo Ep di Emanuele Scataglini.
Artista eclettico e straordinario, ci proietta come sempre nel suo mondo immaginifico, nel tentativo attraverso la musica di superare i limiti materiali dell’uomo per raggiungere un significato più alto e sublime della realtà usando la forza creativa dell’immaginazione.
Emanuele Scataglini: The Lantern out of the Doors
In tal senso possiamo spiegare il senso profondo della LANTERNA, oggetto simbolico che guida l’artista in un percorso di luce verso la verità.
The Lantern Out Of The Doors è un progetto non solo musicale, ma anche filosofico dedicato a questo lampo di luce, che squarcia, e sprigiona la via da percorrere per ritrovare se stessi.
Vuoi farti conoscere?
Puoi essere protagonista della prossima intervista!
Scrivi alla nostra redazione redazione@dasapere.it
E per affrontare questo viaggio verso la luce è necessario varcare la porta, mettersi in gioco e rischiare di perdersi nel buio, avendo il coraggio di andare a fondo, scandagliando gli anfratti della propria anima.
Il progetto è legato alla poesia simbolista, ispirandosi alle sensazioni che scaturiscono dalle letture di autori come Paul Verlaine, Maurice Maeterlinck, Stéphane Mallarme, William Blake e riviste nell’ottica della concezione della filosofia imaginalis che cerca il Senso in una dimensione complessa della conoscenza e si presenta come sfida all’uomo contemporaneo, prigioniero della dimensione materiale ed economica.
Ma sentiamo dalle parole dirette di Emanuele Scataglini, qual è il pensiero che sta alla base di The Lantern Out Of The Doors
Come nasce questo nuovo progetto musicale: THE LANTERN OUT OF THE DOORS?
Il titolo è preso da una lirica di Gerard Manley Hopkins, un autore molto suggestivo che ha utilizzato un linguaggio innovativo. Mi sembrava che fosse il titolo giusto per il lavoro che stavo facendo, infatti nella composizione mi sentivo ispirato dalla ricerca di sonorità con una atmosfera rarefatta, al confine tra il simbolico e l’onirico.
I cinque brani hanno questa finalità richiamare la dimensione inconscia quasi originaria della nostra esperienza interiore.
Si sente come un moderno Diogene in cerca dell’Uomo?
Mi piacerebbe ma non ne ho la stoffa, Diogene viveva in una botte, nudo, la sua era una ricerca totale dell’essenza dell’uomo. Senza arrivare a questi estremi la mia formazione filosofica fa si che il mio obiettivo sia quello di fare della musica, degli album e dei live che non siano banali e condividere con l’ascoltatore alcune suggestioni culturali, idee e sensazioni.
Musica, Teatro, Poesia, Filosofia… Sono questi gli ingredienti di Emanuele Scataglini per comporre le proprie opere. Vogliamo approfondire?
Cerco ispirazione da tante forme d’arte e da diverse letture che mi catturano. Desidero fare dei dischi con brani legati, connessi tra loro, sia nei temi che nella parte musicale. Di solito sono progetti difficilmente collocabili in un genere, hanno delle reminiscenze legate alla musica classica, ma anche a forme più popolari, dal Rock al blues. Ho fatto molto esperienza quando componevo per alcuni brand dell’alta moda, quando la fashion designer era Consuelo Castiglioni ho collaborato molto con Marni e mi chiedevano sempre stili diversi e produzioni originali.
Oggi prendo spunto da molti linguaggi espressivi tra cui sicuramente il cinema e il teatro, per questo sono l’autore anche dei video dei brani sul mio canale YouTube.
Progetti futuri?
Dopo la pandemia fare spettacoli dal vivo è diventato molto complesso, spero di riuscire a portare live il disco Belle Époque sotto forma di spettacolo canzone e poi sto già registrando un nuovo Ep.