Intervista ad Angelo Redaelli. Durante l’emergenza Covid i teatri eran chiusi ma Angelo Redaelli non è rimasto inattivo, ha infatti realizzato una collana di ben quattordici volumi intitolata “Le fotografie di Angelo Redaelli”.
Prima Angelo mi spiega: “Marinella, i volumi sono così suddivisi: Prosa (tre volumi), Fuori scena (tre volumi), Corpi in scena (tre volumi), Musical (1 volume), Fantasisti (due volumi) e Musica (due volumi).
Poi iniziamo l’intervista
Angelo, ricordi ancora la tua prima macchina fotografica?
Si, era una Comet Bendini da 5OOO lire. Serviva essenzialmente per documentare le gite e le feste con gli amici!
E la prima foto su un giornale?
Sul Corriere della Sera. Non ricordo esattamente ma potrebbe trattarsi di Lindsay Kemp, Glauco Mauri o qualche spettacolo della rassegna di Danza al Teatro Nazionale di Milano nei primi anni ottanta.
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Quale artista ti è rimasto più nel cuore?
Un po’ tutti! Le foto nei miei 14 libri sono più di 700, diventa un po’ difficile evidenziare gli scatti più importanti ma ci provo: Lindsay Kemp (al quale in passato ho dedicato una mostra), Glauco Mauri, Vittorio Gassman, Dario Fo, Paola Borboni, Luciana Savignano, David Parsons, Daniel Ezralow, Moses Pendleton, Antonio Gades, Ferruccio Soleri, Marcel Marceau e altri personaggi del mondo della musica come Paolo Conte, Giorgio Gaber, Masimo Ranieri, Joan Baez, Patti Smith…
Quale personaggio storico avresti voluto fotografare (da Adamo a Napoleone)?
Nessuno della storia passata e recente ma solo personaggi dell’arte e dello spettacolo per esempio Claude Monet, Pablo Picasso, Gabriele D’Annunzio, Edith Piaf, Anna Magnani, Alberto Sordi e Ugo Tognazzi ma ce ne sarebbero altri cento.
Con quali teatri ha collaborato?
Nazionale, Carcano, Smeraldo, Piccolo Teatro. Libero, Osar, Olmetto, Franco Parenti, Crebberg di Bergamo, Litta, Out Off, Teatro e attività culturali all’interno del carcere di Bollate per otto anni. Da trentuno anni con il festival di Villa Arconati. Numerose sono poi le collaborazioni con compagnie teatrali di prosa e di danza!
Preferisci l’analogico o il digitale?
I due sistemi rappresentano tempi diversi, velocità di esecuzione, gusti, mode. Il bianco e nero (analogico) era davvero affascinante, la professione del fotografo era un’attività artigianale e creativa dallo scatto all’apparizione dell’immagine nelle bacinelle della camera oscura! Ora come tutti, o quasi tutti, fotografo in digitale. Il sistema è più veloce, sicuro e adeguato ad altre tecnologie in uso. Fai e cancella, fai e cancella… ma rimane sempre indispensabile saper trovare il soggetto, l’inquadratura e il momento giusto per fare scatti di un certo valore e naturalmente spirito di osservazione, ricerca, sensibilità e… tanta passione!!!
Esprimi un desiderio
Spero siano le mie foto nei libri a piacere ed emozionare. La stragrande maggioranza degli scatti sono stati realizzati in presa diretta e non posati: sono più veri!
Hai un sogno nel cassetto ancora da realizzare?
Tornare in India che è ed è stata una mia grande passione. In passato ho fatto diverse mostre sul tema ma mi piacerebbe farne una esclusivamente di ritratti. Speriamo che il COVID mi consenta di tornare in un paese che ho visitato tantissimo e tanto amato.
Intervista di: Marinella Chiorino