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Strumenti musicali antichi prendono vita grazie a Frezzato & Di Mattia Harpsichords

Frezzato & Di Mattia Harpsichords è il nome di una bottega artigianale dove si costruiscono strumenti musicali antichi a tasto; clavicembali, fortepiani, spinette e virginali.
Costituita da Carla Frezzato e Cinzia Laura Di Mattia.
I clavicembali realizzati nel loro laboratorio sono copie di strumenti musicali storici risalenti al periodo barocco. Dalla metà del 500 in poi, la costruzione si è diffusa in Europa con la nascita di nuove scuole di costruzione: fiamminga, inglese, tedesca e francese. Ragione che spiega il motivo per il quale i maestri clavicembalisti commissionano diversi modelli. In Italia oramai i costruttori esistenti sono pochi.

Strumenti musicali antichi a tasto prendono vita

Ebbene, sui Colli Euganei, in provincia di Padova, una bottega artigianale tutta al femminile ha la loro firma. Come amano definire la costruzione “Dal tronco al Clavicembalo”, realizzano a mano queste opere d’arte. L’attenzione alla qualità è la loro prerogativa principale. L’abete di risonanza utilizzato nelle tavole armoniche che sono l’anima dello strumento, proviene dalla Val di Fiemme, notoriamente prediletta da Stradivari per la realizzazione dei suoi violini. Di certo non manca loro il coraggio di affrontare le incognite della costruzione di un’opera così complessa per la quale non basta essere solo brave artigiane.
Vivono con la creazione un rapporto di unicità; “ogni singolo strumento è un opera unica”. Nel loro piccolo mondo si respira l’aria di qualcosa che va oltre la realizzazione di copie storiche. Un ultimo lavoro, portato in mostra al festival internazionale di musica antica di Bruges, è un clavicembalo nero con dipinto sul coperchio un dettaglio dell’opera di Artemisia Gentileschi: “Giuditta e la Fantesca Abra”; noto simbolo della lotta delle donne contro una cultura discriminante che comincia a sgretolarsi.

Grafica Divina
Strumenti musicali antichi
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Il nostro benvenuto a Carla Frezzato e Cinzia Laura Di Mattia. Parlateci un po’ nel dettaglio del vostro mestiere

Il nostro mestiere è costruire strumenti musicali antichi a tasto. Realizziamo copie di strumenti storici; clavicembali, fortepiani, spinette, virginali etc. La nostra, è una bottega artigianale. La realizzazione di un clavicembalo inizia con la lettura del disegno tecnico che riporta su carta il dettaglio degli elementi che lo compongono. Costruiamo ogni singola parte per poi assemblare tutto. Nasce così la cassa, la meccanica e le parti sonore, per ultima la decorazione. Descrivere l’intera costruzione in una domanda è praticamente impossibile poiché tanta è la complessità. Si tratta di un lavoro minuzioso, tecnico, per il quale occorre avere conoscenze di fisica acustica, matematica, chimica, nozioni di dendrologia etc. Oltre allo studio è necessaria una buona manualità soprattutto quando le misure da considerare sono decimi di millimetro. Arte, che gli artigiani di un tempo possedevano nel DNA.

Strumenti musicali antichi

Quanto tempo occorre per la realizzazione di uno strumento? Sono tutti uguali o esistono diversi modelli?

Esistono diverse scuole di costruzione; italiana, fiamminga, tedesca e francese. Ogni scuola ha prodotto un suo modello. Quindi i modelli sono diversi sia in dimensioni che in complessità. Questa diversità per un costruttore è preziosa. Esistono modelli che hanno solo una tastiera e ne esistono altri che ne hanno due. Indicativamente dagli 8/10 mesi. Costruiamo interamente ogni parte. Non acquistiamo parti pronte da assemblare. Esattamente come facevano i maestri cembalari nel passato.

Il vostro è un mestiere raro. Non si sente spesso parlare di costruttori tantomeno di costruttrici. Quanti siete in Italia? Quali sono i vostri committenti?

Si, molto raro. Siamo pochi in Italia e solo noi donne a costruirli interamente. Ancora più raro per le future generazioni che hanno la mente programmata da un linguaggio tecnologico, diverso che mettere le mani in un pezzo di legno per trasformarlo. Il mestiere del “cembalaro” sembra dover sparire da un momento all’altro, ma in verità ha il dono dell’immortalità perché è radicato nel nostro tessuto sociale. La musica antica era la musica d’elezione in ambienti di nobiltà. Musica che ha allietato sapienti orecchie e colmato sale di armonie. Bisogna nutrire una forte passione per intraprendere questa strada e per comprendere nel profondo il suono che nasce dal pizzico di una corda. Il nostro committente è “Il clavicembalista”. Colui che sceglie di approfondire lo studio di questo strumento. Spesso nei Conservatori sono allievi che hanno studiato pianoforte, ma anche appassionati, o professionisti che hanno scelto di farne carriera. È un mondo articolato.

Considerta la rarità, le istituzioni politiche valorizzano questo patrimonio?

Che bella domanda. No, le istituzioni sono molto lontane dalla nostra realtà, così come con altre discipline artistiche. Essendo un ambiente di nicchia non produce numeri sufficienti per attrarre interesse. Occorre specificare che questo è un vezzo tutto italiano perché all’estero vi è una profonda attenzione per l’artigianato artistico. Pensate che l’Italia è la patria natia del clavicembalo ma sembra aver dimenticato il suo ruolo genitoriale. Difficilmente abbiamo trovato riscontro alle richieste sottoposte ai politici. Le università, i musei che si occupano della conservazione di questi beni, dovrebbero consentire più spazio aicostruttori. I Conservatori allo stesso modo, lasciare ai costruttori la manutenzione degli strumenti e non a chi s’inventa senza mai aver costruito uno strumento. Si ragiona per regole burocratiche che non hanno nulla a che vedere con la realtà di questo mestiere. Cito le gare d’appalto a ribasso basate su criteri di valutazione delle competenze che sono uguali a quelle utilizzate per l’edilizia ecc. La conversazione è infinita. 

Esiste un Albo del vostro mestiere?

Purtroppo non esiste. Non vi sono regole che orientano il comportamento economico da tenere nei confronti dei clienti, spesso disorientati nella ricerca dello strumento. Tra i costruttori c’è poca collaborazione e lo riteniamo un limite. Il prezzo di un clavicembalo, è un “prezzo emotivo” e non di mercato. A parer nostro non si ha che un’equa e leale concorrenza, sarebbe auspicabile duellare a colpi di qualità.

Cosa vi distingue dagli altri? Quali sono i punti di forza? Perché un “clavicembalista” deve scegliere di comprare un vostro strumento?

In qualche modo chiunque faccia questo mestiere ha qualcosa da dire o da dare. Come in tutti i lavori anche questo è fatto di persone che ambiscono a fare business o cambiare le sorti del mondo musicale antico, o ancora raggiungere la fama, ma in verità non è un mestiere così remunerativo. In Italia vi sono bravi costruttori ma se devo porre l’accento sulle nostre scelte aziendali crediamo profondamente che qualità, etica, correttezza e puntualità siano le caratteristiche sulle quali abbiamo costruito le fondamenta di quest’arte. Siamo convinte che la fiducia del cliente debba essere conquistata. Un clavicembalista può scegliere noi perché daremo alle sue mani uno strumento in grado di rispondere alle sue esigenze e con il quale crescere. Uno strumento di buona fattura che con il tempo migliora.

Osservando il vostro sito ci si accorge che le decorazioni sono diverse rispetto a quelle riscontrate solitamente sui cembali, ci spiegate perché?

I clavicembali sono opere d’arte per noi, ed ogni progetto è singolare, unico. Deve comunicare qualcosa che va oltre la costruzione. Scegliamo spesso un’opera pittorica che ha a che fare con il nostro modo d’intendere l’arte. Durante lo studio ci soffermiamo sul significato profondo delle opere che c’ispirano. Emerge da queste un messaggio che crediamo opportuno manifestare sul coperchio di un clavicembalo. Le decorazioni sono il risultato di queste riflessioni. Così abbiamo realizzato il cembalo ispirato a V. V. Kandinsky e alla sua opera “Lo spirituale nell’arte” e ancora Il cembalo italiano che sul coperchio ripropone un motivo di architettura rinascimentale ispirato alla Basilica di Santa Maria Novella di Firenze. Infine il cembalo nero che ripropone sul coperchio l’opera “Giuditta e la Fantesca Abra” di Artemisia Gentileschi, pioniera di una rivoluzione profonda che ha a che fare con il ruolo sociale delle donne.

Esistono scuole per imparare a costruire Clavicembali?

No, l’unico modo per imparare è frequentare una bottega, ma raramente un costruttore concede “lumi” ed i motivi sono vari. In alcuni Conservatori di musica si organizzano dei corsi per imparare a manutenere lo strumento. In qualche bottega o laboratorio si organizzano workshop ma con specificità che non prevedono l’insegnamento del mestiere. Il Ministero dei Beni culturali organizza nelle Università qualche Master di specializzazione per il restauro e la conservazione.

Occorre essere dei musicisti e dunque saper suonare per costruire un clavicembalo?

Si può imparare a costruire anche senza, ma non conoscere limita notevolmente il buon esito della costruzione e del restauro. È essenziale studiare l’origine dello strumento, come è stato costruito, da chi, in quale periodo, il perché dell’utilizzo di alcune essenze e non altre, i temperamenti utilizzati nelle accordature ecc. Tutte domande che trovano risposte solo nell’approfondimento, e molti testi sulla costruzione sono scritti in lingua inglese. Non si finisce mai di imparare anche dopo averne costruito tanti.

Cosa vi aspettate per il futuro?

Ci aspettiamo di avere passione. Più di quanta ne abbiamo avuta fino ad oggi. Ci aspettiamo nuove sfide. Stiamo lavorando ad un progetto incentrato sulla valorizzazione del clavicembalo. Siamo orgogliose di contribuire alla realizzazione di ciò che consideriamo un’opera d’arte. Grazie.

Riferimenti:

Sito web – www.meccanicatemperata.com
Page Facebook – Frezzato & Di Mattia Harpsichords https://www.facebook.com/Costruttoriclavicembaliefortepiani/?ref=pages_you_manage
Canale You Tube – Frezzato & Di Mattia Harpsichords https://www.youtube.com/channel/UCUyREYJfRSCrdqvlP79fTVw
Instagram – Cembali Frezzato & Di Mattia

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