Home Da conoscere “Nessun dorma”, il nuovo libro di Oscar Montani

“Nessun dorma”, il nuovo libro di Oscar Montani

Da poco in libreria il nuovo romanzo di Oscar Montani, Nessun Dorma uscito per Effigi Edizioni, un nuovo capitolo delle avventure di Corto, Ginko, Cinzia Salvi, don Sesto, e tutti i personaggi nati dalla penna dello scrittore toscano che sempre più lettori amano libro dopo libro.

Ecco cosa ci ha raccontato Oscar Montani!

Appena Uscito Nessun dorma che rapporto hai con la musica lirica?

Grafica Divina

Domanda legittima, anche se non l’ho mai dichiarato, Nessun dorma è infatti il terzo romanzo della trilogia della musica ( prima Donne di arcani minori, Bach e Requiem in Re minore, Mozart) e, in onore a Puccini e a Viareggio, si conclude con la famosa romanza della Turandot. Questo non vuol dire che io sia esperto di musica, anche se, sì è vero, con la lirica ho un rapporto affettivo, forse nostalgico. Sono nato e cresciuto a Montevarchi. All’inizio del secolo scorso era in classifica tra le prime cento città d’Italia ed era dotata del Teatro Regio dove si faceva soprattutto lirica: ci venivano a cantare i più famosi cantanti del circuito europeo.
Quando sono nato, nel dopoguerra (la seconda!), tutto questo non c’era più, ma gli anziani, compresi i miei nonni, lavorando (gli artigiani) o facendo le faccende (le casalinghe) cantavano intonati. Sono stato allevato e cresciuto con intorno cori di “Gelida manina”, “Muoio disperato”, “L’orrendo foco” e “Nessun dorma”… Per cui, anche se non frequento la lirica conosco la maggior parte delle arie delle romanze, testi compresi. Ovviamente rinfrescate dalla TV degli anni ’60, quando c’erano solo due canali e la televisione era mossa da fini culturali e trasmetteva opere liriche e drammi teatrali.

Oscar Montani
Oscar Montani

Da cosa ha preso le mosse Nessun dorma?

La colpa è del Magnifico Solimano o meglio di un avvocato che ci raccontò di  quel Grande che si muoveva portandosi sempre appresso, caricata su una sfilza di cammelli, la sua preziosa biblioteca, una grande (anch’essa) collezione di incunaboli. L’avvocato, parlava  in occasione del 150esimo Compleanno della Biblioteca Marconi di Viareggio, ci raccontò in modo ridicolo e leggermente pomposo la sua passione di collezionista d’incunaboli. Il suo “porsi” stimolò l’ironia e il sarcasmo di noi ascoltatori (“I miei incunaboli… i tromoncini del ‘500…”: Rambaldo Melandri in Amici  miei). Io e una mia cara amica, più discoli tutti degli altri, facemmo molte battute sottovoce, ma assai irriverenti. Alla fine Helen (questa mia amica, anche lei scrittrice) concluse “Bisognerà scrivere un romanzo sugli incunaboli!”.
Nacque un progetto di romanzo a sei mani, ma sia Sergio, l’altro discolo, che Helen erano troppo indaffarati. Allora io, che ero il più “nullafacente”, approfittando della reclusione domiciliare dovuta alla pandemia, feci molte ricerche sugli incunaboli e sulla Stamperia di Santa Scolastica a Subiaco. Trovai notizie tecniche su incunaboli e “cinquecentine”, ma anche una storia vera risalente a Garibaldi. Tutto quel materiale, e l’impazienza, mi fecero decidere di scrivere da solo questo romanzo.

Sacro e profano si mescolano, cos’è sacro per i tuoi protagonisti?

Parlare di sacro e profano, cercando di fare distinzioni, con un viareggino è come cercare di spiegare la differenza tra le dune rosse e quelle gialle nel deserto sahariano a un esquimese. Se ti va bene ti becchi un “dèlafia!” (esclamazione general porpouse molto in uso). Fatta questa necessaria premessa si può consapevolmente seguitare, limitandoci al poco di sacro che c’è nel mezzo dell’immenso bruma profana che gravita sulla Darsena.
Per cui quando ho iniziato a delineare i personaggi della saga viareggina ho limitato per tutti loro “le sacralità” a quelle credibili. Dopo sei romanzi e cinque raccolte di racconti (una trentina) posso ragionevolmente e elencarle.
Per un viareggino sono sacri: “L’amicizia” (se l’amico è disposto a farsi prendere in giro!), “Il riposo d’inverno” (se il lavoro estivo è stato riposante), “La famiglia di bagnanti” (se non rompono troppo quando occupano la casa che gli ha affittato). Visto che nessuno dei protagonisti affitta a bagnanti, ci limitiamo alle prime due voci.
Ai miei protagonisti piace incontrarsi allo Chalet “da Pippo”: un raro e sacro piacere è incontrare gli amici. Allo Chalet si riposano, e anche questo riposo è sacro e pure non stagionale: da Pippo ci si può riposare sempre, anche se … “Délafia a star dietro alle bischerate che sparate voialtri è peggio che lavorare!”.
Non è con lo stesso spirito che vanno all’Oratorio di don Sesto, il prete Padre Padrone di alcuni personaggi. Lì si fatica, soprattutto a sopportare la prosopopea e la protervia del prete.

Viareggio sempre al centro, che legame hai con questa città?

Solo nei  romanzi di questa saga, che è l’unica che si svolge nell’attualità. Frequento anche il Rinascimento fiorentino, il Seicento  galileiano, l’Ottocento napoleonico e il Ventennio fascista.
In realtà la location a Viareggio è come l’Arena di Verona o il Teatro greco di Siracusa: è un luogo dell’anima dove si rappresentano gli “Universali”! I personaggi, in quello scenario classico, diventano loro stessi maschere universali. Viareggio mi è particolarmente cara perché è un “Melting point” ormai amalgamato, un punto di fusione di culture importate da paesi lontani (i marinai imbarcati nelle grandi navi, ma anche Galileo Chini ci ha contribuito: andate a visitare villa Argentina e lo capirete!) che esaltano la saggezza di fondo che c’è nell’ “essere viareggino”.
Confesso che all’inizio ero sospettoso e pure scettico. Venivo da una delle cittadine più industriali e industriose d’Italia (Ancora oggi ospita gli stabilimenti e l’outlet di Prada), mi ci è voluto qualche anno per capire, impossibile, però, esserlo! Allora cerco di scriverlo.

Cosa ti aspetta?

Dopo che un libro è pubblicato ed è stato messo in commercio la parola va al lettore. Alessando Manzoni (lo diceva lui) di lettori ne annoverava 24, io che ho obbiettivi più ambiziosi spero di arrivare a 48! Spero siano benevoli! Ma a mia tutela utilizzo uno pseudonimo!
Dopo quindici anni che scrivo e pubblico so che mi aspetta un altro duro lavoro di scrittura, ma prima c’è da svuotare il cassetti del comò… “Ambarabà, cicci, cocò, tre romanzi nel comò!”. Eh la pandemia, l’era dei balconi … io, che non avevo un bastardino volpino da portare fuori, passavo il tempo scrivendo. Ho ancora tre romanzi da smaltire. I tre protagonisti (Idamo, Raimondo e la new entry seicentesca Mariotto) scalpitano. Hanno saputo del quarto d’ora di celebrità e lo pretendono … siccome Idamo e Raimondo lo hanno già avuto sistemerò Mariotto! Poi mi rimetto  scrivere, ma ancora non so su chi … su chi si comporterà meglio in questo frangente!

In libreria Nessun Dorma
di Oscar Montani
Effigi Editore

Se vuoi conoscere meglio Oscar Montani leggi anche questa intervista!

dasapere da leggere

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.