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“Qualcosa più di niente”: ce ne parlano le autrici Fioly e Greta Bocca

In Libreria per People Qualcosa più di niente un libro necessario, un atestimonianza impotrtante per conoscere la vita nei campi profughi della Grecia.
Scritto a quattro mani da Fioly e Greta Bocca oltre che a invitarvi alla lettura ci facciamo raccontare dalle autrici qualcosa in più.

Fioly e Greta Bocca sono le autrici di “Qualcosa più di niente”

Conosco Fioly da alcuni anni e la mia stima nei suoi confronti cresce ad ogni libro.
Conosco anche Greta e il suo impegno per cui è con grande affetto che ve le presento.

Grafica Divina

Come avere trovato la voce per raccontare questa storia?

Dopo averci pensato su parecchio, abbiamo capito che bastava affidarci alle voci degli altri. Così abbiamo lasciato parlare i volontari incontrati sulla nostra strada, tutte quelle persone che per un periodo breve o lungo hanno messo in pausa la propria quotidianità per dedicarsi a chi ha bisogno di aiuto. E abbiamo lasciato parlare le storie di quelle persone che hanno avuto la sfortuna di nascere nella parte sbagliata del mondo.

Perché adesso?

Siamo state per la prima volta nei campi profughi in Grecia nel 2016 e da allora ci siamo tornate svariate volte, ma mai quanto avremmo voluto. Così a un certo punto ci siamo chieste come poter portare avanti il nostro impegno in questa direzione, anche nell’impossibilità di spostarci fisicamente. Ci è venuta in mente l’idea di questo libro-testimonianza e l’editore People la ha accolta con grande entusiasmo.
Lo abbiamo fatto adesso perché crediamo che si continui a parlare troppo poco della situazione dei migranti e, soprattutto, a fare troppo poco perché le cose cambino davvero.

Come/se questa esperienza ha cambiato il vostro rapporto di sorelle?

Abbiamo da sempre un rapporto molto solido. Fare questo percorso insieme ha corroborato la nostra intesa, il riconoscerci negli stessi ideali.

Cosa chiedere ai lettori?

Ai lettori chiediamo di fare una piccola donazione o di regalare o consigliare il libro, perché una parte del ricavato verrà devoluta alle associazioni che si occupano di migranti. Chiediamo soprattutto di aiutarci a far sì che questa situazione non venga messa da parte.
C’è bisogno di risposte che vengano dall’alto, dalla politica, e più siamo a chiederle con insistenza, più ci sono possibilità che qualcosa si muova.

Quale l’aspetto che vi ha colpito di più?

Ci ha colpito scoprire tutto un mondo di persone, più o meno giovani, disposte a sacrificare il proprio tempo e le proprie energie per qualcosa in cui credono. Ci sono ragazzi e ragazze pieni di entusiasmo, grinta, idee chiare e buone intenzioni. Ci sono persone che, raggiunta abbondantemente la maturità, decidono che è tempo di dedicarsi agli altri, di allungare una mano a chi si trova in gran difficoltà. Di farsi del bene facendo del bene.
A fronte di situazioni drammatiche che persistono a due passi da noi, è rincuorante accorgersi di tutta questa umanità che non fa notizia e che non viene raccontata dai mass media, ma che c’è, persiste, e rende anche un campo profughi un luogo un po’ meno infernale.

Intervista di: Elena Torre

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