“Marinmenzu” è il nuovo album del cantautore di Lampedusa Giacomo Sferlazzo uscito il 15 maggio in 200 copie numerate, realizzate dal laboratorio Edizioni Precarie di Palermo, con libretto 20 x 20 cm, carte accuratamente selezionate, stampe originali, rilegatura a mano, un poster con il cartellone della Leggenda di Andrea Anfossi e tanti altri particolari che lo rendono un vero e proprio libro d’arte. In versione digitale è disponibile sul canale bandcamp di Sferlazzo ed è stato realizzato grazie ad una raccolta fondi sul sito Produzioni dal basso.
“Marinmenzu”: musica, poesia, arte e politica
Da Lampedusa uno sguardo sul Mediterraneo
“Marinmenzu” si apre con La leggenda di Andrea Anfossi una cantata popolata da schiavi, eremiti, madonne e corsari di cui Sferlazzo ha anche realizzato il cartellone dipinto. L’inizio voce e chitarra è quello tipico dei cantastorie, ma quando il viaggio si anima e si attraversano i luoghi della storia (da Castellaro Ligure a Lampedusa, dall’Egitto alla Tunisia) anche la musica e gli arrangiamenti si distaccano dalla forma monotona del cantastorie e si arricchiscono di una miriade di suoni grazie al prezioso contributo dei musicisti: Jacopo Andreini (bouzouki, percussioni, sax), Marzouk Mejri (percussioni), Peppe Frana (‘ud, tar-hu, percussioni), Antonio Putzu (sciaramedda, clarinetto), Giacomo Sferlazzo (voce, chitarra e marranzano), Charles Ferris (tromba e trombone) e la partecipazione speciale di Daniele Sepe (flauto traverso).
La stesura del testo in ottave di endecasillabi e la realizzazione del cartellone sono state possibili grazie al supporto del Forum Lampedusa Solidale.
La seconda traccia è Come un mare gravido di sogni che vede la partecipazione di Luca “Zulu” Persico (99 posse) un mix di elettronica suonata da Jacopo Andreini e strumenti: Matteo Bennici (Violoncello), Piero Spitilli (Basso), Charles Ferris (tromba) in cui è nuovamente Lampedusa con le sue contraddizioni contemporanee ad essere raccontata.
L’album prosegue con Give me the oil and take the slaves brano composto a partire dagli audio-messaggi spediti a Michelangelo Severgnini da ragazze e ragazzi africani subsahariani prigionieri in Libia tra l’agosto 2018 e il febbraio 2020 per il progetto: “Exodus – fuga dalla Libia”.
Spesso sentiamo parlare dei “migranti” ma quasi mai ascoltiamo il loro punto di vista, le loro rivendicazioni, le loro storie, in questo caso sono le loro voci a parlarci attraverso la musica.
La quarta traccia è Live in Alivi, un poema scritto e recitato da Giacomo Sferlazzo su musica improvvisata da Jacopo Andreini (batteria), Charles Ferris (tromba, trombone), Piero Spitilli (basso), Marzouk Mejri (percussioni), Peppe Frana (‘ud elettrico, tar-hu) e la partecipazione speciale di Daniele Sepe (Sax). L’argomento è lo sradicamento degli ulivi in Palestina praticato dall’esercito israeliano.
L’album si chiude con Lac una poesia di Sferlazzo sul concetto di confine, tradotta in francese da Gérard Gourmel e interpretata da Chiara Locardi che ha anche composto l’arrangiamento utilizzando suoni campionati di lavatrice e percussioni.
“Marinmenzu” in lampedusano significa mare in «mezzo» o «mare immenso» e con questa espressione Sferlazzo si riferisce al Mediterraneo, lo spazio fisico, culturale e politico a cui appartiene e in cui si muove.