Intervista a Roberto Russo
Conosciamo meglio il pittore Roberto Russo in questa interessante intervista a cura di Daniela Lombardi
Quando e come è cominciato il tuo percorso artistico?
Il mio percorso artistico è iniziato a metà degli anni ’80, prima che io frequentassi il Liceo Artistico di Cosenza, in Calabria, la terra dove sono nato. Inizialmente, mi divertiva l’idea di disegnare i fumetti e i cartoni animati; poi man mano crescendo ho cominciato a ritrarre volti, figure, paesaggi, scorci e luoghi dei centri storici più belli del territorio calabro; partecipando a numerose estemporanee di pittura, che avevano luogo sempre nei diversi paesi limitrofi della città. Successivamente nel 1989 fu inaugurata la mia prima personale a Rossano (CS) dal Critico d’Arte ed Editore Settimio Ferrari, che notò da subito in me la creatività, il forte senso artistico e la mia versatilità nelle Arti figurate. Quest’ultimo avvenimento mi entusiasmò e mi spinse a procedere, ancora, per la strada dell’Arte! Sempre nello stesso periodo, ci fu un altro momento significativo, che segnò, quando io ero ancora molto giovane, la mia crescita artistica; e cioè l’incontro a Marina di Sibari con lo Scrittore, Critico d’Arte e Giornalista del “Giornale d’Italia” e del “Gr2” Giuseppe Selvaggi, che in occasione di una mia seconda personale espresse un giudizio lusinghiero e positivo sulla mia pittura che definì “Surreale” e sulle mie notevoli potenzialità espressive, nonché elogiò la mia tecnica , il mio stile e la fantasia. Attualmente sono stato definito dalla Critica moderna come il Caposcuola del “Fantasy Metropolitano”.
Quali sono i riferimenti artistici e culturali che ti hanno maggiormente influenzato nel corso del tempo?
Nel corso del tempo, la mia crescita professionale , culturale e umana è stata influenzata tantissimo dalle diverse esperienze, che ho maturato soprattutto nel campo artistico e poi, successivamente, nel campo cinematografico (la settima Arte); per essere più precisi ho lavorato come figurante e comparsa in diversi film e nella pubblicità. La mia prima occasione di lavorare sul set l’ho avuta in Calabria, nel film del Regista Gianni Leacche. In seguito, dopo aver lasciato la mia terra, ed essere giunto a Roma, ho avuto la fortuna di conoscere sui set di alcuni film, diversi Registi del calibro di Stefano Reali, Paolo Virzì, Fabrizio Costa; e attori molto bravi come: Michele Placido, Giancarlo Giannini, Sabrina Ferilli, Raoul Bova, Beppe Fiorello, Massimo Wertmuller e lo scomparso Pietro Taricone; e poi tanti altri. Successivamente, questa esperienza romana, bella, arricchente ed anche singolare, che mi permetteva di conciliare la mia pittura e la mia partecipazione costante alle diverse mostre l’ho ripetuta in un’altra città, dove oggi, vivo e lavoro: Bologna. Anche qui, il mio approccio con il cinema è continuato, lavorando con registi ed attori altrettanto bravi, quali: I Manetti Bros, Neri Parenti, Guido Chiesa, Leone Pompucci, Massimo Boldi, Christian De Sica, Luca Zingaretti, Giampaolo Morelli, Veronica Logan, ecc. A riguardo, vorrei, menzionare, che tra le numerose conoscenze che ho fatto sul set, vi è anche il “Direttore della Fotografia” Nino Celeste, estimatore della mia pittura e il suo collega Gianni Mammolotti. In conclusione, posso dire che nella mia pittura c’è un riferimento all’ambiente cinematografico, con la presenza di uno o più riflettori, che illuminano una parte del dipinto o una scena.
Come nasce una tua opera? Cos’è per te l’ispirazione?
Per me l’ispirazione è alla base di ogni mia opera. Se non avessi l’ispirazione e la passione, non riuscirei a dipingere e non riuscirei a tirare fuori da me tutte le mie emozioni, che trasferisco sulla tela nuda. Detto ciò, le racconto come nasce un mio dipinto. Innanzitutto ho bisogno di ascoltare in sottofondo della buona musica; di solito la mia preferita è quella del Grande Maestro Morricone, come ad esempio le sue famose colonne sonore. Poi segue di getto la preparazione della struttura del disegno che io faccio direttamente a matita sulla tela; iniziando a rappresentare sempre uno o più riflettori, componenti essenziali e firma delle mie opere. Una volta terminata la composizione dei vari soggetti, passo alla scelta dei colori acrilici, che preferisco rispetto agli altri perché asciugano prima e sono consistenti.
Il tuo rapporto con i colori? E col bianco e nero?
Per quanto concerne l’uso dei colori, mi piace trasportarli sulla tela direttamente puri; senza mescolarli e mi piacciono le tinte forti, caldi e vivaci. Il colore bianco e il colore nero li utilizzo separatamente e mai in coppia. Utilizzo anche il colore nero per porre la mia firma sul dipinto.
Quanto è importante per te il mezzo pittorico?
Per me è importantissimo il mezzo pittorico; poiché ti aiuta ad esprimerti e a realizzare al meglio tutta la creatività e la fantasia, che trai ogni giorno dalle tue emozioni e dalle esperienze di vita quotidiana. Grazie alla pittura ho raggiunto ad oggi una certa maturità personale da condividere non solo con me stesso, ma anche con gli altri. Senza la pittura non potrei vivere, perché essa ti dà leggerezza, ti fa sognare ed è anche “Cromoterapia”.
Un artista che stimi particolarmente?
Uno degli artisti che ho sempre amato fin dai tempi del Liceo è stato, e lo è ancora oggi, il Pittore Metafisico del Novecento Giorgio De Chirico, perché mi attraggono i suoi dipinti surreali e i suoi manichini senza volto.
Artisti, galleristi, Istituzioni. Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea del nostro Paese?
Se dovessi fare un’attenta analisi dell’arte contemporanea nel nostro bel Paese, metterei certamente in luce gli aspetti positivi e negativi; e mi spiego: oggi più che mai ci sono molti artisti, che come me vivono con molta difficoltà solo d’arte, e che per farsi strada e farsi apprezzare ad un pubblico sempre più vasto devono adeguarsi al sistema e alle scelte, che impongono i Galleristi, a volte, fortunatamente e raramente in maniera gratuita; ma il più delle volte pagando gli spazi espositivi. Questa modalità, a mio avviso non la ritengo giusta, perché noi offriamo il nostro lavoro e viviamo non di stipendio, ma in attesa di un ipotetico acquirente. Un pittore dovrebbe essere pagato dai Galleristi e non il contrario, e in caso di vendita lavorare solo con la percentuale. Dipingere è il mio lavoro! Io credo, alla luce di quello che ho visto, viaggiando ed esponendo, anche, in alcuni Paesi Europei, che l’Italia dovrebbe investire di più nell’arte e credere nelle potenzialità dei propri Artisti, sia quelli emergenti, che quelli già affermati. Ragion per cui, a mio avviso c’è ancora molta strada da fare per l’arte e la cultura.
Come pensi che un artista possa oggi “districarsi” all’interno del sistema dell’arte?
Innanzitutto penso che oggi un artista debba lavorare molto e con umiltà, e mi spiego, la prima cosa che deve fare è dipingere con talento, forte motivazione e passione; poi avere tante ispirazioni e sogni nel cassetto; cercare di essere sempre originali e distinguersi; confrontandosi, nel corso del tempo, anche, con altri artisti locali, nazionali ed europei. In ultimo, ma non meno importante, è la ricerca continua di nuove rappresentazioni artistiche ed espositive, che permettono di volta in volta di crescere ed acquisire maggiori capacità espressive.
Progetti futuri?
Tra i miei vari progetti futuri c’è sicuramente la voglia di continuare ad esporre in Italia e nuovamente all’estero; poi mi piacerebbe conoscere un serio e valido Mercante d’arte, un Ente, un’azienda di arredamento o un Museo, anche un privato, che fossero interessati ad acquistare le mie opere, foraggiando le mie produzioni artistiche e nel contempo facendo conoscere sempre più la mia arte. L’altra cosa che vorrei continuare a fare è promuovere il mio sito web: www.robertorusso.biz e infine vorrei continuare a dipingere quadri sempre più suggestivi e poetici, e continuare a partecipare ad iniziative culturali locali e internazionali.
Intervista di: Daniela Lombardi