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In libreria La casa capovolta di Elisabetta Pierini

Come Shirley Jackson in Abbiamo sempre vissuto nel castello, con il suo romanzo d’esordio, La casa capovolta, Elisabetta Pierini procede sul sottile filo che lega realtà e fantasia. Il suo è un romanzo in cui il perturbante abita ogni stanza, ogni rapporto: uno sconcertamento che a volte ci appare così domestico da pensarlo anche nostro. È nello sguardo limpido e sognatore di una bambina come tante, eppure unica nel suo modo di affrontare la quotidianità, che scopriamo i tormenti di una famiglia disfunzionale.

Da Leggere La casa capovolta di Elisabetta Pierini (vincitrice Premio Calvino)

Eva ha dieci anni, i capelli tagliati corti con la macchinetta, il cappotto troppo stretto ai fianchi. Nella sua casa capovolta, Eva ha una stanza dove giocare – ancora – con le sue bambole, una in cui lasciare una madre presa da pensieri ossessivi, e una soglia da cui salutare un padre perennemente assente.  Eva non corre, non balla, non gioca a palla con gli altri e nei suoi sogni respira come attraverso una maschera da sub.

Grafica Divina

Nel rumore di fondo della vita di un quartiere, ogni giorno sempre uguale, gli abitanti si trascinano nelle proprie esistenze, spiandosi dalle finestre e fingendosi felici: si sfiorano ma non si toccano, si parlano ma non si dicono niente; immobili, esistono appena. Tra loro Eva, che dalle sue giornate vorrebbe solo un poco di serenità, una piccola minuscola felicità, ma non sa bene come fare… 

Suo fratello Loris non è mai nato e l’uomo con la valigia probabilmente non è mai esistito: la sua vita di bambina è popolata di bambole che muovono la bocca e le palpebre, di voci e dialoghi nebulosi come certi sogni. Abbattuto il confine tra la realtà e l’illusionePierini ci catapulta in una dimensione in cui tutto si disfa e tutto scompare. La luce che resta è lo sguardo di una bambina che osserva il mondo da dietro un vetro, lo tocca appena con un dito, ne contempla l’impronta che resta. E noi con lei.

«[…] la quotidianità svela per così dire la propria ossatura, la nudità dei suoi significati o, più spesso, della sua insensatezza, in una riduzione all’essenziale che coinvolge anche lo stile di Pierini, scabro e rigoroso, senza concessioni al superfluo; sino alla bellissima scena finale, una sorta di rêverie notturna, fiabesca e insieme disperata»

PAOLA CAPRIOLO, giuria del Premio Calvino

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L’AUTRICE

ELISABETTA PIERINI, nata a Pesaro (1964), vive a Fermignano. Laureata in Chimica e tecnologie farmaceutiche, lavora all’Università di Urbino come assistente tecnico. Con “La casa capovolta” è risultata vincitrice del Premio Calvino nel 2016.

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