“Maschi menomati” per Aristotele. “Un errore di Dio crearle, se non fosse per la capacità di procreare” per Tommaso d’Aquino.
Così alcuni di quelli che definiamo “grandi menti” si sono espressi nei confronti delle donne, la cui “intrinseca eccentricità” diviene essenza del mostruoso femminile.
Secoli dopo Aristotele anche Freud torna all’idea della “mutilazione”, della donna come “essere castrato”.
Un’umanità definita dagli uomini (bianchi cisgender perfetti, senza sbavature) non può includere le donne che non accettano di essere dominate, quelle che si ribellano e per questo diventano mostri.
Il mostruoso femminile e la paura
Non definiamo mostro solo ciò che ci disgusta, che provoca rabbia.
Né ciò che sottovalutiamo o ignoriamo. Mostro è tutto ciò che temiamo, è la paura a delinearne i contorni.
La paura del potere femminile, quello che secondo alcuni potrebbe porre fine al mondo, è proprio ciò che il disprezzo e la rabbia nascondono da millenni.
Lo raccontano le storie antiche e le leggende, quelle nelle quali le donne sono streghe che comandano gli elementi, regine lussuriose, sirene incantatrici.
Nel deep e nel dark web la “Pillola rossa”, il complotto di oscure e potenti femministe che tramano per annientare gli uomini, è oggetto di scambi e conversazioni grondanti terrore.
Per questo tante donne sono state uccise e continuano a morire di morte violenta: perché provocano una paura profonda e antica.
La promessa del patriarcato
Il patriarcato è rassicurante per chi vive nel terrore del femminile: la promessa è che ogni uomo può dominare e schiacciare almeno una donna. E gli altri uomini, se considerati “femminucce”.
Eppure, questa forma di dominio che appare così naturale, ha un’enorme falla che risiede proprio nel nucleo originario sul quale è stato creata: la paura.
Perché possa reggersi e perpetuarsi il controllo su ogni aspetto della vita delle donne dev’essere totale, definitivo, violento.
Dunque per sua natura è insostenibile.
E se le donne riuscissero a percepire la fragilità intrinseca del controllo egemonico esercitato sui loro corpi e sulle loro esistenze, tutto potrebbe cambiare.
Jude Ellison Sady Doyle e la contromitologia
Ne Il mostruoso femminile Jude Ellison Sady Doyle fa un sapiente uso della contromitologia: mostra come riportare alla luce il potere femminile disinnescando l’ordigno contenuto nelle narrazioni costruite per tenerlo a bada.
Lo fa attingendo non solo al mito e alle storie che hanno attraversato il tempo, ma anche alla cronaca nera, ai film cult tra cui molti horror, ai documentari true crime.
Un’opera trasformante, un saggio brillante e profondo che trascina al centro del ciclone, dove la quiete improvvisa permette di riconoscere i confini delle gabbie in cui le donne sono ancora rinchiuse.
“Alla radice di tutte le teorie riguardo la natura maligna delle donne” dichiara Jude Ellison Sady Doyle “risiede una primordiale forza matriarcale, vasta, oscura e antica come l’oceano. Se esaminiamo i modi in cui le donne sono state demonizzate, allora, possiamo raggiungerne le rive”.
Il mostruoso femminile
-Il patriarcato e la paura delle donne-
Jude Ellison Sady Doyle
Traduzione di Laura Fantoni
Tlon Editore
Recensione di: Cinzia Ciarmatori