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Intervista a Bianca alla scoperta di “Capita anche a me”

Da pochi giorni in rotazione “CAPITA ANCHE A ME” il nuovo singolo di BIANCA, per l’etichetta “Dear John Music” Un brano nato spontaneamente in studio dalla collaborazione tra Bianca e Marcello Forlani.
Ne abbiamo voluto sapere di più così abbiamo organizzato una intervista a Bianca che ci ha raccontato tante belle cose 😉 Buona lettura!

L’intervista

Da quali spinte nasce “Capita anche a me”?

Questa canzone nasce dall’esigenza di comprendersi, di accettare che ci sarà sempre qualcuno che potrà dirci “Capita anche a me” e questo non deve essere per forza una visione negativa. Spesso cerchiamo di affrontare le nostre battaglie da soli, non accettando e respingendo addirittura l’aiuto di chi è intorno a noi, mossi probabilmente dal quel senso di vergogna o orgoglio personale, che, invece di aiutarci, ci fa precipitare sempre più in basso. Intorno a noi si crea quel silenzio disarmante, che fa male. Le parole come sappiamo sono importanti, soprattutto quando nel percorso di vita arrivano da chi maggiormente ci conosce bene e tiene a noi; allontanandole non facciamo altro che allontanare l’opportunità di poterci rialzare e lottare per quello che siamo e vogliamo diventare.

Grafica Divina
Capita anche a me
“Capita anche a me” è il nuovo atteso singolo di Bianca

Questa canzone è nata proprio da uno scambio di opinioni, da quella che potremmo semplicemente descrivere  come chiacchierata notturna avuta con Marcello Forlani. È stato interessante notare come tutte le esperienze di vita o i sogni che nel tempo si sono trasformati, ci avessero portato ad essere quello che siamo e quello che aspiriamo a diventare. Sentirsi dire a cuore aperto “Capita anche a me” è qualcosa che rimane dentro, che ci fa sentire meno soli, meno persi in noi stessi… e sprigiona un calore che può arrivare forte e potente come un abbraccio da chi è sempre stato li. L’importanza di questa frase, non si limita solo al sentirsela dire, ma anche al poterla dire, urlare, cantare a chi vogliamo. Un momento di liberazione assoluta che cerca sempre in questo, un sorriso, un momento di gioia, un nuovo inizio.

Quando hai capito che la musica sarebbe stata parte della tua vita?

Ho capito che la musica mi sarebbe appartenuta per sempre fin da bambina, è stata una grande e rassicurante compagna di avventure. Nulla di quello che ho vissuto può essere distaccato dal mio rapporto intenso con la musica; ogni studio, conoscenza, viaggio, esperienza di vita, amore. I momenti che più ricordo legati alla musica sono quelli di dolore, quelli in cui probabilmente e ingenuamente credevo di non potermi più rialzare, di vivere in serenità, quelli in cui ero sola e questa solitudine la trovavo da una parte rassicurante, dall’altra spaventosa, quindi mi rifugiavo nell’ascolto di un disco o addirittura nel suonare una canzone per ore. Crescendo sono cambiate molte cose, come il mio rapporto con la musica, ho sentito la necessità di non legarla solo ai momenti bui, ma di farla diventare una forza, darle finalmente nuova vita e soprattutto non lasciarla mai sola in una stanza.

Bianca
intervista a Bianca

L’importanza del condividere le mie canzoni è cresciuta seguendo di pari passo la mia crescita personale, è diventata uno scopo, una linea guida, una realtà meravigliosa che non smette mai di farmi sorridere. Negli anni ho realizzato che vivere in costante ricerca di una connessione con se stessi e con gli altri può essere difficile, ma ricercarsi, trovarsi e avvicinarsi agli altri usando la musica è qualcosa di unico, a cui non rinuncerei mai, sia da artista che da ascoltatrice.

Cosa non deve mancare nelle cose che scrivi/canti?

Non devono mancare la verità e la semplicità. L’esigenza di esprimere un vero pensiero è necessaria per quanto mi riguarda per la realizzazione del brano. Ogni sentimento vissuto o raccontato nelle canzoni è importante e ha bisogno di essere espresso con la massima cura, sia che mi trovi a scriverla, sia che debba affrontare un’interpretazione di un brano di un altro artista. È fondamentale cercare di esprimere il mio pensiero nelle canzoni, come ricercare anche il pensiero di chi ascolta, far trasparire le emozioni, esaltarle e dargli una voce.

Molte volte mi chiedo quale sarebbe il modo più semplice di descrivere l’esperienze o la realtà che ci circonda, quel modo che può da una parte unire tutti e dall’altra permettere a ciascuno di dare a quelle parole il proprio significato. Infondo il compito delle canzoni credo sia sempre stato questo: una completa connessione tra quello che l’autore vuole esprimere e quello che arriva all’ascoltatore, che può sentire e provare cose completamente diverse dalle nostre, ed è affascinante come questo possa non cambiare mai.

Cantare d’altra parte è essenziale nel processo creativo e nel risultato finale di una canzone, la voce è il mio principale strumento e la vivo esattamente come tale. Ci sono i momenti in cui si da il massimo perché l’”urlo “ che ne deriva, arrivi come un’esplosione di forza, di liberazione; e ci sono dei momenti in cui anche una parola sussurrata può esprimere davvero tutto, senza che ci sa bisogno d’altro. Giocare su queste dinamiche credo sia una delle cose che più amo fare mentre canto, perché accompagna al meglio quello che voglio esprimere e/o la storia che si vuole raccontare.

Ecco il video: Bianca – Capita anche a me – YouTube

Dove sono le tue radici musicali?

Le mie radici musicali le rivedo in diversi generi, non ce n’è uno in particolare, ma piuttosto un insieme di tutto quello che ho ascoltato fino ad oggi. Parto dal presupposto che in famiglia si è sempre ascoltata moltissima musica, sopratutto durante i viaggi infiniti in macchina, e questo mi ha sempre permesso di poter sentire di tutto, anche quello che non mi piaceva , che non è una cosa del tutto scontata.

Ascoltare anche quello che non mi interessava mi ha permesso sempre di trovare uno spunto o di vedere una realtà che non mi appartiene, e cercare di immedesimarmi in questo e trarne la sua bellezza lo stesso. Principalmente quello che ascoltavo da bambina, o mi facevano ascoltare, era il cantautorato italiano di Francesco De Gregori, Lucio Dalla, De Andrè piuttosto che le interpretazioni incredibili di Mina o Fiorella Mannoia, senza però mai farsi mancare quella determinazione e sfacciataggine derivata da band come i Rolling Stone o la genialità che c’era dietro a gruppi come i Beatles, o anche la forza incredibile della voce di Bruce Springsteen.

Crescendo e studiando sono stata catapultata completamente nel mondo Blues/ Soul che non ho mai abbandonato, perchè ha lasciato un segno molto forte in me stessa. Quelle voci, quella sofferenza nel modo di cantare mi ha sempre lasciata senza fiato e anche da questo ho cercato d’imparare il più possibile, senza tralasciare nulla, anche perchè ogni cantante aveva un qualcosa di diverso nel modo di fare che mi affascinava particolarmente: Billie Holiday, Etta James, Nina Simone, Aretha Franklin, o Otis Redding, Sam Cooke e Ray Charles tra i tantissimi, hanno trasformato il mio modo di assimilare la musica e le melodie profondamente.

Un altro momento importante legato alla mia completa assuefazione della musica, arriva il giorno in cui ho approfondito la conoscenza della musica Pop e di quello che questa musica può dare, ovvero tutto. Le melodie dirette degli Oasis, o la voce libera di Robbie Williams per citarne alcuni hanno creato in me un senso di completa appartenenza e gioia.

Voci femminili come quelle di Elisa, Lady Gaga, Katy Perry, Nao, Joss Stone sono una costante fonte di ispirazione e di determinazione. Credo quindi di essermi creata con il tempo il mio albero personale musicale nel quale sedermi e riscoprirmi ogni volta che ne sento il bisogno.

Dicci tre cose che ami e tre che vorresti cambiare di “Bianca”

Credo che le cose che più ci piacciono e più odiamo di noi stessi cambino costantemente nel tempo a seconda di quanto cambiamo noi, quindi probabilmente quelle di cui parlerò ora fra due giorni saranno diverse o forse non lo saranno mai.

Le tre cose che più apprezzo di me stessa sono la determinazione a cercare di fare sempre del mio meglio in ogni situazione, spiacevole o piacevole che sia.
Il coraggio di affrontare quello che mi fa male e di trovare sempre un modo per mettere nero su bianco, non solo le mie battaglie, ma anche quelle degli altri.
Come terzo punto posso dire l’amore che metto in quello che faccio, perché è importantissimo anche quando ne ho più paura, anche quando non ne sono sicura, anche quando mi fa arrabbiare, non c’è mai un momento in cui non provi amore in questo e credo sia la cosa migliore da sentire.

Arrivando ai tasti dolenti, che forse sono anche più semplici da trovare; una delle cose che vorrei cambiare di me è sicuramente la testardaggine che molte volte non mi fa vedere le cose per quelle che sono.
La rabbia, che è un sentimento come ripeto sempre, molto pericoloso, perché non ci fa godere a pieno quello che si ha nella maniera più semplice in cui si possa vederlo. Direi, infine, che cambierei volentieri quella voce in testa che sminuisce ogni cosa che faccio: vorrei riuscire invece a domarla sempre di più, per esser fiera ogni giorno, di ogni piccolo passo che percorro verso me stessa e soprattutto verso quello che voglio diventare.

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