Giancarlo Genise nasce a Kempten in Germania da padre musicista e madre costumista. Fin da piccolo si nota in lui una predisposizione per l’arte in modo particolare per il canto; così, fin da piccolo, ove possibile, segue il padre cantando nei locali.
A 11 anni le prime lezioni di canto privato e nel 1991 si iscrive alla Nuova Accademia di Musica Moderna di Milano diplomandosi in canto moderno. Nel 1995 consegue il diploma come miglior cantante esecutore delle sette qualità vocali (parlato, falsetto, sob, cry, twang, belting, operistico), basato e applicato su ogni stile del canto, dal jazz al blues dal canto lirico al canto leggero unendo le vocalità anglosassoni a quelle nazionali.
Diplomatosi inizia a cantare dal 1997 a tutto il 2000 sulle navi da crociera in giro per il mondo e un incontro speciale quanto fortuito con la coreografa Francesca Frassinelli lo porta ad avvicinarsi anche al mondo del ballo. Nel 2000 vince il premio a Voice for Europe a Oslo e nel 2001 il premio Mia Martini per la Lombardia. Nel 2002 entra nel gruppo RTI Mediaset: al fianco di Iva Zanicchi in numerosi programmi a cui poi seguono, tra le altre, ‘La notte vola’ con Lorella Cuccarini e ‘La voce nel sole’ con Albano.
È voce di innumerevoli jingles e spot pubblicitari e famoso Vocal Coach.
Il tuo primo ricordo legato alla musica.
Il mio primo ricordo risale a quando avevo 5 anni. In un locale a Cologno Monzese iniziai a cantare su sul disco dei Ricchi e Poveri “Mamma Maria” usando una lattina di coca cola come microfono. Una Signora prese il cappello (all’epoca si usavano quei grandi cappelli rotondi) e raccolse 150 mila lire. E l’unico ricordo che ho vivo di quell’età.
Quale deve essere il percorso professionale per chi vuole fare la carriera di cantante?
Un percorso specifico ben definito non esiste perché ogni persona ha esigenze di comunicazione diverse. Indubbiamente la conoscenza musicale di base e lo studio del proprio apparato fonatorio sarebbero utili (quest’ultima una regola che viene sempre applicata durante il percorso già da cantante). Fondamentalmente credo che il primo percorso sia quello di poter avere una mente ben aperta e tanta curiosità a tutto.
Cosa rappresenta per lei la musica e il canto?
Beh sarà la risposta più ovvia e più utilizzata, ma è il mio rifugio…passo ore a volte senza svolgere niente e solo ad ascoltare… è il mezzo che mi permette di viaggiare e raggiungere luoghi inesplorati dell’essere umano e dall’essere umano.
L’esperienza di “All Together Now”. Una gara canora dove sembra che prima di tutto sia importante divertirsi.
All together now è un grande contenitore che rappresenta uno spaccato della società musicale odierna. Vi è il divertimento che arriva al pubblico, ma ci si trovano anche le liti “condominiali” come in un classico condominio e le storie note dei concorrenti e 99 storie diverse di ognuno dei 100 giudici…Insomma ci vuole carattere per stare su quel muro!
Veniamo alla sua interpretazione di “Ti sento”. Come nasce questo progetto e l’idea di trasformare questa canzone in un duetto.
L’idea nasce perché “Ti sento” è un brano dove in ogni concorso canoro appare e con la mia partner di banco la cantante Silvia Mezzanotte ci siamo posti la domanda…l’unico brano mai sentito da un uomo è questo!
E considerando che compiva 35 anni dalla prima pubblicazione, Silvia festeggia i 30 anni di carriera mi sono detto: dai proviamoci.
“Ti sento”, che è stato editato in più lingue, presenta un video molto particolare. Di chi è stata l’idea? Come si è sviluppato questo vero e proprio corto tra il ballato e il sensuale.
E’ tutto frutto della mia mente. Volevo rappresentare Silvia in un ruolo a lei sconosciuto, raccontare il mondo del cinema (infatti ci sono riferimenti a Kubrick e Tornatore) ma anche tutte le forme d’arte che durante l’emergenza covid hanno subito un forte stop e in alcuni casi addirittura dimenticati, come la danza, la pittura, la scultura, la fotografia. Pensiamo anche a un semplice Tg. Cosa sarebbe senza una sigla, senza grafiche, senza musiche, senza scenografie, senza luci e via cosi. Le persone non riescono a vedere che vi è arte in ogni cosa ed in ogni gesto senza analizzare più a fondo quel che vi è dietro. Un esempio. La scena del tavolo col coltellino alcuni pensano che sia una pratica molto erotica per quel che accade di fronte, ma nella storia io sono in un limbo e in un incubo dove cerco di trovare questa mia musa in una specie di girone dantesco. Il coltello in questo caso è la rappresentazione all’esaltazione della paura.
Il concept infine diviene questo di tutto il video: la pittura, la fotografia, la scultura sottolineata dalla musica creano il connubio perfetto di soggettività e suggestività;. Tramite le infinite combinazioni dei colori sottolineati dai suoni, esse possono tradurre o suscitare particolari stati d’animo e nuove visioni personali e recondite.
Se la musica agisce come elemento immediato sui nostri sensi, dei quali l’udito è il primo ad esserne direttamente interessato, provocando una vera e propria sollecitazione fisica, le arti visive provocano un forte eccitamento emotivo.
L’unione tra musica e arti figurative, creano il “menage” perfetto sull’evoluzione dell’essere umano che dal periodo rinascimentale ad oggi, e in particolare nel ‘900 con la nascita delle avanguardie artistiche e dell’arte moderna hanno sottolineato il rapporto di libertà espressiva nella rappresentazione del corpo e della sensualità, mostrando lineamenti di bellezza nella trasgressività che diventano un concetto solo verbale.
Contemporaneamente la nascita della psicanalisi porta l’essere umano a liberarsi da freni inibitori che per dottrine hanno avuto ombra con un vuoto temporale dal 420 a.c. (arte greca) al 900 d.c.
Si crea così una paura dettata dalla semantica con sempre maggior distanza tra la parola e il gesto.
Molto spesso la parola crea il pregiudizio e il gesto ce ne libera.
Quali sono i suoi prossimi impegni?
Sto realizzando il mio prossimo Feat. omaggio con un personaggio che ha fatto la storia della musica italiana, mi avvio alle registrazioni di nuovo programma Tv come vocal coach e inizierò a seguire sempre da Vocal Coach l’opera pop CASANOVA che debutterà a fine 2021 covid permettendo.
Un sogno nel cassetto?
Ne ho moltissimi, anche perché un uomo che finisce di sognare smette di vivere. Forse, ma molto azzardato un Sanremo, un po’ come consacrazione agli anni dediti a questo lavoro e un po’ perché è un’esperienza che non ho vissuto in prima persona ma sempre dietro le quinte dell’Ariston. Potrebbe essere utile al mio lavoro.
Articolo di: Luca Ramacciotti
Foto di Fabio Esposito