Oggi conosciamo meglio Raffaella Gozzini autrice de Gli insonni (Il Rio edizioni)
Leggi qui la scheda del libro 😉
Quando hai incontrato Claudine e Sebastien e hai capito che avresti voluto raccontare la loro storia?
Il mio incontro con i due protagonisti del romanzo Gli insonni (Il Rio 2020) è iniziato durante un viaggio in Normandia nel 2016. In quel periodo ho incontrato molte persone, e anche con quelle con cui mi sono rapportata magari solo superficialmente, mi hanno trasmesso qualcosa di profondo. Indelebile. Mi sono ispirata a loro per i miei due personaggi.
Che peso hanno avuto i sogni nella tua vita?
Sogno moltissimo. I miei scritti riportano tra le pagine, e quasi integralmente, alcuni miei viaggi onirici. E se fosse davvero come scriveva, tra gli altri, Virginia Woolf che nei sogni la verità sommersa viene qualche volta a galla?
Come si colloca questo romanzo rispetto alla tua produzione precedente?
Il mio primo libro è stato un romanzo storico, Venti di Guerra 1940-1945. Bordighera e dintorni (2009). A seguire nel 2011 La Stagione del riscatto 1948- 1958, sei storie di donne che si riscattano dalle sofferenze vissute. Poi c’è stato Disincanto, un testo a cui tengo molto, più intimo ed intimista, perché tratta delle confidenze di due donne a me molto vicine, che nel corso della loro vita hanno dovuto affrontare scelte difficili. Una sorta di resoconto, guardando il futuro.
In questo periodo sto considerando di scrivere un prosieguo de Gli Insonni con Claudine e Sebastien impegnati in un altro viaggio, il Cammino di Santiago, sempre alla ricerca di risposte alle domande sul passato, sulla vita, su di sé.
Ho anche in mente di raccontare la storia di un mio zio che ha vissuto durante la Seconda guerra mondiale, e che dal confine con la Francia, dove si trovava sotto il giogo dei tedeschi, ha cercato di scappare per raggiungere luoghi più sicuri vivendo avventure rocambolesche.
Tu fai parte anche della giuria di un importante premio di racconti cosa pensi della narrativa breve?
La narrativa breve può fornire al lettore informazioni rapide e una facile condivisione. Se ci riferiamo soprattutto a contesti storici o quant’altro, la suddivisione del testo in capitoli brevi con una chiara connotazione, lo scritto risulta fluido e fruibile. Si ha tempo di riflettere senza dimenticare quanto si è letto in precedenza.
Che peso ha il passato?
Il passato è la misura del presente. Non si può prescindere dal passato (sia a livello individuale sia a livello universale) ed è questo forse il motivo che mi ha spinta ad occuparmi di storia. E di storie. Nel momento in cui le scrivo e le racconto mi piace ambientarle spesso in contesti storiografici reali che descrivo nei dettagli.
Per concludere, la scrittura ha in sé una funzione potente: crea un ponte tra chi scrive e chi legge.
Intervista di: Matilde Alfieri