Michele Vanossi, poliedrico ed entusiasta della vita, afferma che ci vorrebbero molte vite per sperimentare e provare i tanti lavori che lo appassionano. Per il momento, oltre a lavorare e a collaborare per un noto quotidiano nazionale, cerca di comunicare, di parlare e di scrivere degli argomenti che lo incuriosiscono e che lo appassionano maggiormente: televisione, cucina, turismo, benessere, medicina, lifestyle. In passato ha collaborato con varie testate periodiche intervistando i grandi personaggi della televisione e dello spettacolo.
Oggi esce in tutte le librerie Feltrinelli (e Amazon) il suo libro “Le signorine buonasera – ” il racconto di un mito tutto italiano dagli anni 50 a oggi.
Un libro dedicato a uno dei più grandi fenomeni mediatici del nostro Paese e all’Italia stessa, raccontata fra queste pagine in tutto il suo fascino e in tutta a la sua complessità.
Icone dell’Italia mediatica e non solo, le Signorine Buonasera hanno popolato per più di mezzo secolo l’immaginario collettivo di milioni di italiani apparendo dalla mattina alla sera prima sulla Rai ed in seguito anche sulle reti Mediaset e sui canali minori privati per annunciare e spiegare programmi televisivi di ogni genere. Nicoletta Orsomando, Rosanna Vaudetti, Mariagiovanna Elmi, Ilaria Moscato, Mariagrazia Picchetti, Maria Brivio, Marina Morgan, ma anche Fiorella Pierobon, Gabriella Golia, Emanuela Folliero e Cinzia Lenzi insieme a molte altre hanno raccontato la nostra televisione, parlando di riflesso anche dell’Italia e dei suoi principali avvenimenti. Il libro, con prefazione di Maurizio Costanzo, contiene diciannove interviste ad altrettante Signorine Buonasera, e ripercorre anche attraverso una sorta di “Almanacco del giorno dopo”, gli avvenimenti socio politico – culturali dell’epoca ed è impreziosito da intermezzi che raccontano costume e società italiani, dal 1953 (data in cui inizia la sua attività la Orsomando) al 2018, anno in cui termina il suo servizio Emanuela Folliero, ultima testimonial di un’epoca. Il volume, attraverso il fenomeno mediatico delle Signorine Buonasera, racconta l’Italia nell’arco temporale di oltre mezzo secolo, con particolarità e aneddoti. Pensato per una vasta platea di curiosi e affezionati, annovera numerosi contributi di tanti big del mondo dello spettacolo e di illustri giornalisti come Bruno Vespa, Marcello Foa, Aberto Matano, Massimo Giletti, Aldo Vitali, Umberto Brindani, Luciano Regolo, Alessandro Cannavò, Alfonso Signorini, Roberto Alessi, Alessio Viola, Federico Ruffo.
Come nasce l’idea di questo libro?
E’ un’idea nata tanti anni fa e poi messa a fuoco nel 2016 quando la Rai ha deciso di “cancellare” dai palinsesti queste figure che da sempre ho considerato parte integrante non solo della tv di stato, ma anche delle emittenti televisive private. L’input che poi mi ha spinto a prendere le redini (si fa per dire) della situazione, mettendo nero su bianco è capitato due anni fa quando anche Mediaset decise di togliere il ruolo all’ultima annunciatrice rimasta in carico: Emanuela Folliero. Detto questo mi ricordo che fin da bambino – ragazzino ero incuriosito da queste donne che apparivano per qualche minuto sui teleschermi, scomparivano per dare spazio ai programmi e poi come per magia riapparivano…
Mi sono sempre piaciute per la loro eterogeneità, erano belle, ma non asessuate, così diverse tra loro per età, modo di porsi, di parlare… Avevano però tutte almeno tre caratteristiche comuni: educazione, garbo e un sorriso rassicurante. Ho anche effettuato alcune ricerche per capire se ci fossero eventuali libri dedicati a queste donne straordinarie, non ho trovato nulla che mi soddisfacesse. Decisi così, pur non avendo ancora alcuna proposta editoriale concreta, di intervistarle per conoscere meglio curiosità, aneddoti, abitudini di queste donne appartenenti ad un contesto che ha da sempre appassionato, e appassiona tutt’oggi, molti telespettatori che gradirebbero un loro ritorno magari con un ruoli integrato tra tv e web (la dimostrazione sono anche i profili sui social network a loro dedicati e molto visualizzati). L’idea è poi stata accolta e sposata con entusiasmo dall’editore Feltrinelli/Gribaudo che colgo l’occasione di ringraziare.
Le “signorine buonasera” hanno attraversato la storia televisiva italiana seguendone stile e mutamenti. A cosa è dovuta, secondo lei, la scomparsa di questa categoria?
Le Signorine buonasera definite anche “annunciatrici” erano considerate per via della loro popolarità vere e proprie icone, ma anche fidanzate, sorelle, amiche o mogli ideali, ma anche veri e propri modelli di riferimento. Dettavano moda sia per quanto riguardava l’abbigliamento, gli accessori, ma anche per trucco e parrucco. Erano personaggi che, col linguaggio attuale verrebbero definiti influencer o trendsetter. La loro scomparsa dai palinsesti credo sia dipesa dalla digitalizzazione totale e, di conseguenza, dal modo di fruire la televisione. E’ una domanda che mi sono fatto in diverse occasioni e che mi spiego solo in parte. La tv è diventata sempre di più on – demand, una piattaforma e non ha più una struttura verticale. Di conseguenza puoi scegliere cosa vedere come e quando vuoi. Gli orari di messa in onda non sono più così fondamentali. Probabilmente il loro ruolo è venuto meno per questo motivo, non credo per un discorso di budget e/o di costi del personale, più probabilmente per dare maggiore spazio agli spot pubblicitari…. Sta di fatto che, da giugno 2016 i palinsesti delle reti Rai vengono annunciati con jingle e animazioni virtuali tramite pannelli grafici accompagnati da una voce fuori campo…Insomma si è perso a mio parere un lato umano, la tv si è un po’ spersonalizzata…. che freddezza!
C’è oggi in televisione una figura paragonabile a quella delle “Signorine buonasera”?
Assolutamente no, alcuni programmi sportivi e non, talvolta si avvalgono di vallette, oppure su alcune piattaforme mi è capitato di vedere delle belle ragazze leggere le previsioni del tempo, ma niente a che vedere con le Signorine Buonasera!
Nonostante la tv sia priva di queste annunciatrici esse continuano ad essere presenti nell’immaginario collettivo. Per quale motivo?
Rappresentavano la familiarità, erano considerate quasi delle parenti, delle amiche (molti telespettatori le chiamavano per nome come se fossero usciti a cena il giorno prima). La loro professionalità, unita al fatto di essere donne belle, accattivanti ma mai volgari, garbate, eleganti, educate e non impossibili le hanno rese una sorta di pilastro della nostra esperienza antropologica, nel senso culturale, perché in loro si purificavano desideri, si confortavano bisogni di piccole sicurezze. Poi nel libro lo spiega molto bene Enrica Bonaccorti (tra i personaggi a cui ho chiesto di scrivere un ricordo sulle Signorine Buonasera) affermando che – uno dei punti di forza di qualunque personaggio o programma pubblico è la longevità. Se duri nel tempo la quantità di anni che condividi con noi diventa qualità. La regina Elisabetta ne è un perfetto esempio. E lo è pure Mariagiovanna Elmi eterna fatina che ha fatto il miracolo che vediamo tuttora. Ci rassicura vederla da sempre, sempre uguale; forse perché ci insinua l’inconscia speranza di essere anche noi come eravamo quando l’abbiamo conosciuta sullo schermo oltre 50 anni fa…
Il suo primo ricordo legato a questa figura professionale dello schermo televisivo.
Come ho spiegato sopra fin da bambino la mia attenzione, anche se soltanto per qualche istante, veniva catalizzata dalle signorine buonasera; poi da adolescente facevo zapping tra i canali pubblici e privati per vedere se c’era qualcuna delle mie preferite (ai tempi ero completamente rapito dagli occhi di Cinzia Lenzi). Sempre da ragazzino mi ricordo che ritagliai delle foto di un loro servizio fotografico su Tv Sorrisi e Canzoni che riposi dentro una cartelletta che aprii molti anni dopo.
Intervista di: Luca Ramacciotti