Perché hai iniziato a scrivere?
Inizialmente era un necessità diciamo post-adolescenziale. Facevo fatica a socializzare e cercavo dunque una valvola per dare sfogo a domande che non trovano risposte altrimenti.
Quali sono stati i tre momenti più importanti della tua vita per diventare quello che sei oggi?
Le delusioni, le vittorie scaturite da esse e le seguenti sconfitte. Se penso alla mia ancora breve carriera letteraria, sicuramente non posso non citare la vittoria del premio inedito nel 2016, che mi ha aperto le porte al mondo dell’editoria.
Dove affondano le tue radici e dove puntano le tue ali?
Le mie radici sono nella Svizzera italiana e le ali ruotano poco sopra. La testa poi può andare dove vuole, ma diciamo che per ora sto bene dove sono. Anche se a essere sincero, la Sardegna chiama…
Dicci dieci cose che ti piacciono e dieci che contribuiresti a cambiare
Classismo, razzismo, discriminazioni in generale, l’opportunismo della nostra società capitalista, l’insensato inseguimento del denaro e la sbagliata idea del successo. La prepotenza fine a sé stessa, la malsana competizione di un’economia impostata male, l’opinionismo e l’ignoranza nascosta dietro la libertà d’espressione.
Dieci misure di miglioramento sono molte, credo basterebbe già ridurre ciascuno per sé il proprio consumismo ed ecco che la lista prima stilata andrebbe già a ridursi di conseguenza.
Parlaci del tuo ultimo lavoro
Si chiama Franco Toro ed è la storia di callboy, quindi un uomo che si prostituisce. È un romanzo di narrativa in chiave noir, esistenzialista. Il lettore accompagna il protagonista nell’estate del suo ventottesimo inverno in cui il destino sembra prendere il sopravvento sul suo ego sproporzionato con cui Franco ha sempre creduto di stare al di sopra delle cose. È un romanzo veloce, feroce e di facile lettura, con molto humor e un finale del tutto inaspettato e imprevedibile.
A cosa stai lavorando adesso?
Attualmente sto proseguendo una raccolta di racconti brevi e ho iniziato la stesura di un terzo romanzo, ma in tedesco.