In libreria per tunué edizioni “Qui c’è tutto il mondo” scritto da Cristiana Alicata e illustrato da Filippo Paris. Una strggente storia sull’amicizia, l’amore, le emozioni che fanno fatica a trovare un nome. In questo volume c’è tanta bellezza… abbiamo incontrato gli autori ed ecco cosa ci hanno raccontato.
Da poco uscito per Tunué “Qui c’è tutto il mondo”. Come nasce il vostro
incontro?
Ci ha messo insieme con grande intuizione Simona Binni che
cura la collana Ariel di cui siamo la terza uscita.
Cosa ti ha convinto di Cristiana Alicata/ di Filippo Paris.
Cristiana: la prima sera che ci siamo incntrati ci siamo visti davanti ad
un bicchiere di vino, ci siamo raccontati di noi ed è finita che ci
siamo commossi e abbiamo pianto.
Filippo: dopo il primo incontro, Cristiana mi regalò il suo libro (ho
dormito con te tutta la notte), lo lessi e incomincia subito a
disegnare, questo per dire che l’intesa iniziale si è creata
attraverso un suo lavoro. Anche se non sono mancati gli scontri, di
Cristiana mi ha convinto la sensibilità e la determinazione.
Quali sono stati i limiti e le possibilità di scrivere con le immagini?
Cristiana: ero abituata a scrivere romanzi, a lasciare uno spazio tra
me e le parole che poi rappresenta quel luogo dove il lettore di
parole esercita la propria fantasia. Con le immagini ho dovuto fare i
conti con una scrittura più esaustiva, ma per poi scoprire che alla
fine non c’è mai fine a quel luogo di immaginazione e Filippo
continuava a vederci ancora cose tra le righe.
Filippo: io escluderei il termine “limite” e parlerei solo delle
“possibilità”. Per questo libro c’è stato un lungo studio per quanto
riguarda la parte grafica, per cercare un linguaggio che restituisse
sia la parte “reale” del racconto, che la parte più intima, più
profonda e “astratta” che è quella che racconta della malattia. Questo
lavoro mi ha offerto la possibilità di creare “un piccolo mondo”.
Quanto vi assomigliano i protagonisti della storia?
Cristiana: un po’. Ho vissuto a Stezzano e la storia della madre di
Anita è simile a quella della mia. Ma dentro soprattutto c’è, di noi,
come era vivere da bambini in provincia con dei gradi di libertà
impossibili oggi in città. Com’era essere bambini negli anni ottanta,
appena usciti dal terrorismo, con la paura della bomba atomica e i
cartoni animati giapponesi. Senza cellulare. Un altro mondo.
Filippo: condivido la risposta di Cristiana anche perché la
generazione è la stessa e aggiungo che “qui c’è tutto il mondo” è uno
specchio e in tanti si ritroveranno nelle sfumature dei personaggi.
Cosa avete dato loro e cosa loro hanno dato a voi?
Cristiana: credo di avere dato alle protagoniste la voglia che ho di
scardinare i luoghi comuni, di far saltare i coperchi delle scatole
dove, soprattutto quando noi eravamo piccoli, eravamo costretti: le
cose da femmina, le cose da maschio. Credo di avere imparato di nuovo
una sorta di innocenza, mi sono dovuta sforzare di ritrovarla per
raccontarla.
Filippo: ci siamo dati tanto reciprocamente.
Nel corso di questi due anni, sono accadute tante cose, anche
dolorose, occuparmi di Anita, Tina e Elena e il loro mondo mi ha
aiutato spesso proprio a superarle o per lo meno ad affrontarle. Sono
molto legato affettivamente a questo libro.
Cosa vorreste per questo libro?
Cristiana: vorrei che lo leggessero i genitori, ma soprattutto i
bambini/ragazzi, magari che pensano ad una fuga (sia essa fisica o
emotiva) perché capiscono che alla fine la risposta non sta nel
fuggire, ma nel sapere “stare”. Non esistono altrove mitologici dove
si sta meglio, ma ci si deve centrare su se stessi.
Filippo: dopo la risposta di Cristiana, cosa potrei aggiungere?! Concordo in pieno.
Da leggere: “Qui c’è tutto il mondo” Cristiana Alicata e Filippo Paris tunué edizioni
Intervista di: Elena Torre