È al medievista francese Luois Stouff che dobbiamo la modernizzazione della leggenda della fata Melusina che trovandosi alle prese con un complicato manoscritto del XV secolo a firma di Jean d’Arras ha voluto renderlo più accessibile alla lettura. Chi fosse in realtà l’autore di questo manoscritto corredato di trentasei xilografie non è certo.
Si pensa che lavorasse per il duca di Berry, influente signore medievale conosciuto come Giovanni di Valois il Magnifico che commissionò allo studioso di scrivere una sorta di epico racconto che dotasse la sua famiglia di origini che affondavano le radici nella magia e nel mito.
Jean d’Arras prendendo spunto da racconti già esistenti scrisse una storia che narra le avventuure degli iniziatori del casato del duca alle prese con grandi imprese, manifestazioni divine e incontri magici come quello di Raimondino figlio del re dei Bretoni, con la famosa fata Melusina. Creatura bellissima, la fata, che una volta alla settimana assume l’aspetto di un serpente, che ha legato il giovane a se con un giuramento, rotto il quale viene condannato alla solitudine…
Un libro di gradevolissima lettura quello proposto da Edizioni Studio Tesi che riporta all’attenzione una leggenda poco conosciuta, ma piena di mille significati e rimandi, che racconta di tempi e luoghi pieni di fascino e mistero. Una nuova finestra sul mondo cavalleresco e su un’epica che vale la pena di conoscere.
Da leggere Jean d’Arras
La leggenda della fata Melusina (Storie del castello di Lusignano)
A curadi Vittorio Fincati
Edizioni Studio Tesi
Articolo di: Matilde Alfieri