Il talento e la fama di Mary e Rose sono ormai acclarati, ovunque si esibiscano lasciano attonite platee di spettatori e anche l’America le applaude come due star. Sale da concerto gremite, alberghi lussuosi, feste sfarzose a cui sono sempre invitate.
Ma la società attorno a loro si sta rapidamente trasformando, la grande crisi del 1929 è alle porte e la cultura fa fatica a trovare il proprio posto così come l’arte, a volte fraintesa, banalizzata o non riconosciuta. Il loro animo è minato dall’instabilità, dalla morte della madre e da quella dell’adorato fratello e adesso che anche la cugina Rosamund sembra averle allontanate riuscire ad affrontare il presente è sempre più difficile. Ma se Mary si rifugia con sempre più frequenza nel suo mondo fatto di isolamento e musica, per Rose si profila una nuova entusiasmante avventura, quella dell’amore.
Terzo ed ultimo libro della trilogia che racconta la storia e la vita della famiglia Aubrey, che come i precedenti lascia il suo segno indelebile nella letteratura contemporanea, capace raccontando il più intimo privato di mostrare l’affresco di una generazione. Le parole sono come pennellate esatte, un grande affresco collettivo di personaggi e situazioni, raccontati con la sfacciata bellezza di una prosa perfetta che niente ha a che invidiare ai grandi romanzi alla Dickens pur con la delicatezza di Piccole Donne.
Quello che fa Rebecca West nelle oltre quattrocento pagine del libro è farci ritrovare il piacere della lettura e rivivere il romanticismo nostalgico di un tempo che sembra appena trascorso.
Articolo di: Elena Torre
Rebecca West
Rosamund
Piemme