Ermanno è il figlio del duca, Ermanno è amatissimo da sua madre, Ermanno è stato offerto come oblato all’Abate con una ricchissima dote. Ermanno ha un piede caprino e una vistosa gobba, la sua deformità offende e spaventa, allontana e divide. Non erediterà i beni del duca, non crescerà negli agi del palazzo, non verrà preparato per occupare un giorno il posto di suo padre.
La via del monastero è l’unica possibile per tenere a bada il demonio, di cui il bimbo ha impresso i segni nella carne, i benedettini sapranno cosa fare, come educarlo alla preghiera e la rettitudine e solo questo pensiero rincuora la madre che lo saprà così a riparo dalla crudeltà del mondo.
Ma la cattiveria dell’uomo arriva anche dentro le mura di quel luogo santo dove Ermanno conosce la bellezza della cultura, la preziosità della preghiera, la bellezza del firmamento e le sue leggi…
Michele Caccamo, poeta e scrittore, consegna al lettore una lunga riflessione teologica “nascosta” tra le pieghe di un romanzo liberamente ispirato alla figura del monaco e astronomo Hermann von Reichenau che visse intorno all’anno Mille. Detto “lo storpio” venne poi venerato come beato.
In una ricercata finzione narrativa Caccamo ricama su una attenta ricostruzione della vita quotidiana nei monasteri, le tappe successive di un viaggio alla ricerca dell’essenza del proprio essere che passa necessariamente dalla conoscenza profonda e non sempre semplice del proprio sé.
In un processo di espiazione Ermanno, grazie al silenzio e la preghiera, percepisce la presenza dell’amore di Dio che permea ogni aspetto della vita e nell’abbandono al suo mistero comprende il suo posto nel mondo.
Un romanzo prezioso da leggere a riparo dai rumori della disattenzione.
Michele Caccamo
L’anima e il castigo
Castelvecchi Editore
Articolo di: Elena Torre