Come nasce la tua musica? Quali sono le tue fonti d’ispirazione?
Scrivo e compongo solo quando sono davvero ispirato, un po’ come diceva Vasco: “Son come i fiori
Nascon da sole, sono come i sogni e a noi non resta che scriverle in fretta, perché poi svaniscono e non si ricordano più”. Comunque le mie fonti d’ispirazioni sono varie, più che altro ho imparato ad accoglierle più che a cercarle.
Di cosa parla la tua nuova avventura musicale “Salveremo questo mondo”?
Del mondo della quotidianità, di questo pianeta, delle incomprensioni che inquinano i nostri rapporti, del bisogno d’amore, dell’incapacità di darlo e riceverlo, di sesso, di droga, di fughe e ritorni, di rivoluzione e prese di coscienza.
Quali sono i generi in cui spazi nella tua produzione?
Premesso che per me il cantautorato non è un genere bensì un approccio e l’indie una condizione o una scelta, diciamo che attualmente posso affermare di fare pop.
Cosa significa lavorare nella musica oggi?
Significa accettare i no, migliorarsi e scrivere canzoni vere che fan venire voglia di essere cantate e ascoltate. Soprattutto ricordarsi che la musica è sacra e che tutto quello che la circonda non è musica, è business e marketing. Dove gli emergenti sono in balia di tanti pesci cani pronti a spremerli come limoni.
Cosa ne pensi dei talent?
Una vetrina utile se hai già un percorso alle spalle o sei un talento puro, altrimenti è una fiammata di popolarità che rischia di devastarti gli anni successivi.
Progetti futuri? tour?
Sicuramente per il 2020 uscirò con altre canzoni, mentre per il tour al momento ho delle date mi auguro di fare molti festival in estate e primavera.