LIBERIAMO L’ELEFANTE!
Venite gente pim pum pam
il nuovo album di
Luca Bassanese
dal 15 Ottobre
disponibile in tutti gli stores
prod. Art. Stefano Florio
“Credo in una scuola”
https://youtu.be/1it-5LMUjCw
(Official single / videoclip)
“L’elefante è il potenziale che c’è dentro ognuno di noi.
L’invito è di liberare questa grande energia.
Per farlo dobbiamo prima liberarci dalle nostre paure”
Se l’elefante da piccolo viene legato ad un paletto, la memoria di quel paletto quando diviene grande e potente lo porterà a desistere da ogni tentativo di fuga.
È così che la nostra esistenza da quando siamo bambini è costellata da “piccoli paletti” che sono le nostre paure.
Questo album è dedicato all’elefante dentro ognuno di noi e che ogni istante nella sua quotidianità cerca l’istinto di un volo per sentirsi libero e felice. L’autore sembra dire: Liberiamo l’elefante che c’è in noi!
Un invito far esplodere la propria fantasia, a tirar fuori la creatività, a condividere le proprie emozioni a fare uscire quel potenziale enorme come un elefante, quell’elefante che attende solo d’essere liberato!
Il videoclip che anticipa l’uscita dell’album, ha per titolo Credo in una scuola, per una scuola “libera e pensante che abbia un grande sogno, coltivare cuore e mente”. Al centro del video la lingua dei segni italiana (LIS), segnata dai ragazzi di “Lisabilità”, una giovane associazione con l’obiettivo di diffondere e valorizzare la LIS, lingua naturale, fonte di cultura, e promuovere, attraverso progetti nelle scuole, l’utilizzo dei segni a supporto della comunicazione, anche in caso di soggetti con disabilità comunicative.
L’intero album è un video/album perché ogni singolo brano sarà rappresentato da un videoclip. “Abbiamo raccontato tramite musica, parole ed immagine -dice Bassanese- ritagli di vita per aprire finestre, sguardi sul mondo”
Luca Bassanese è un artista Italiano che inonda le piazze e le sale concerto del suo Paese con un mix di poesia, musica folk Italiana e suoni electro-balkan. Le sue esibizioni mettono il buon umore, voglia di sorridere e ballare. Questo è ciò che è accaduto a migliaia di persone anche quest’anno in vari festival europei, come allo Sziget in Ungheria, il Paléo in Svizzera, Esperanzah! e Dranouter in Belgio. Il direttore artistico de Le Grand Soufflet in Francia ha scritto di lui:“Il menestrello, attivista, poeta e musicista italiano Luca Bassanese, critica l’austerità convocando fanfare e tarantelle trans alpine, in una grande operetta felliniana popolare e mondiale. Il suo è uno spettacolo moderno, circense e straordinario, nuova pietra miliare nella sua opera di restaurazione della grande musica popolare italiana.”
Credits Album
Liberiamo l’elefante!
Venite gente pim pum pam
Canzoni di Luca Bassanese
ad eccezione di “Girotondo” Testo di F. De Andrè / Musica di F. De Andrè e G.P. Reverberi
Adattamento testo in lingua Ewe su “Colori della stessa natura” a cura di Atsougan Dzinyefa Atilassi
Mixing and Mastering Stefano Florio
Prod. Art. Stefano Florio
(P) Ola Ola music
Cover drawing: Elodie Lebigre
Hanno suonato
Luca Bassanese – voce, chitarra, kalimba
Stefano Florio – chitarre, basso, mandolino, programmazione
Antonio Fraioli – violino, percussioni
Elodie Lebigre – cori
Annapia Ferrara – tamburello
Massimo Tuzza – batteria
Domenico De Nichilo – tromba
Atsougan Dzinyefa Atilassi – cori (in “Colori della stessa natura”)
Simone Caxixo Lavorini – basso
“Colori della stessa natura” Dede Sonya Agbodan – voce
“Les Enfants (I Bambini)” Elodie Lebigre – voce
Track list:
1. Colori della stessa natura – 2. Balla balla – 3. Adelante – 4. Credo in una scuola – 5. Liberiamo l’Elefante! – 6. Non sparate al giornalista – 7. Segui la tua libertà – 8. Les Enfants (I Bambini) – 9. Girotondo
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Sinossi dell’album:
1. Colori della stessa natura
“Colori della stessa natura” è un’invocazione alla bellezza e al potere dell’incontro tra culture e si apre con le parole in lingua Ewe che recitano: “Siamo tutti uguali e per questo dobbiamo condividere l’Unione, l’amore e la pace reciprocamente, senza toglierci niente l’un l’altro”. Sonorità world music, testo onirico che sottolinea l’incontro tra culture. Canzone dedicata alle seconde generazioni cantata assieme alla cantante di origini Togolese Sonya Agbodan.
2. Balla balla
Il ballo nelle sue molteplici forme da sempre unisce i popoli e le persone, utilizzato nei secoli come rito catartico ed espressione del sentire umano, è un atto liberatorio dal linguaggio universale.
La poetica della canzone “Balla balla”, è il racconto di un nuovo popolare, la vera storia di un giovane migrante musicista italiano che parte in terra di Francia in cerca di fortuna, di un posto dove poter vivere dignitosamente della sua arte, pur invocando nel suo cuore quel “sole caldo che altrove risplendi”, ricordo come pietra alla quale ancorarsi nei tanti giorni freddi, giorni di pioggia lungo la Senna. Già nel passato la musica popolare Italiana ha contribuito ed influenzato i generi musicali di tutto il mondo, oggi continua il suo viaggio nei tanti musicisti che vivono oltralpe dalla Francia al Belgio, dalla Svizzera alla Germania per andare oltre Oceano in Canada, Australia, America, Cina, nell’approdo di nuove terre, e che sembrano dirci, ballate anche voi assieme a noi al ritmo della musica popolare!
3. Adelante
Musicalità latina per un brano, Adelante che è un’invocazione al cambiamento e si ispira a quel potere ri-generativo che è rappresentato soprattutto dal mondo femminile che non si fa sconfiggere dalla violenza, né abbattere dall’ignoranza, perché ha in sé il seme e il segreto della creatività, vera e unica arma di ISTRUZIONE di massa. Adelante, adelante…se cambia il cuore cambia la mente!
4. Credo in una scuola
La scuola come luogo di incontro, scambio, conoscenza, dove l’obbiettivo sia la crescita dell’individuo non solo da un punto di vista didattico ma anche umano. Educando alle emozioni si può creare una società più consapevole e responsabile capace di risolvere i conflitti in modo costruttivo. Un brano che si apre in un crescendo di sensazioni, ricco negli arrangiamenti, sonorità mediterranee.
5. Liberiamo l’Elefante!
Se l’elefante da piccolo viene legato ad un paletto, la memoria di quel paletto quando diviene grande e potente lo porterà a desistere da ogni tentativo di fuga. È così che la nostra esistenza da quando siamo bambini è costellata da “piccoli paletti” che sono le nostre paure.
Questo canto popolare al suono di tammorre e tamburelli salentini è un invito far esplodere la propria fantasia a tirar fuori la creatività, a condividere le proprie emozioni a fare uscire quel potenziale enorme come un elefante, quell’elefante che attende solo d’essere liberato!
6. Non sparate al giornalista
Una canzone eclettica dal ritmo incalzante, dedicata alla stampa libera e a tutti quei giornalisti che raccontando le verità scomode dei poteri forti non si sono abbandonati all’intimidazione, alla paura o alla mercificazione professionale, tutto questo tal volta a costo della propria vita.
Come si può constatare da fonte ONU, tra il 2006 e il 2017 i giornalisti uccisi nel mondo superano le mille unità. Ogni cinque giorni un giornalista è assassinato. Ad oggi nulla è cambiato.
7. Segui la tua libertà
Siamo una sola famiglia, l’intuito, la meraviglia, acqua che nutre la terra, a volte siam pace e a volte siam guerra!
Un invito a seguire la propria libertà senza lasciarsi sopraffare dai condizionamenti esterni dei quali ogni giorno siamo vittime tal volta inconsapevoli. Anche in questo brano il suono mediterraneo combinato all’elettronica ci conduce per mano in un mondo di festa.
8. Les Enfants (I Bambini)
Come cita la canzone stessa “I Bambini sono l’anima del mondo”. È nell’ascolto delle nuove generazioni, nella cura e nel rispetto che dobbiamo nei loro confronti che si ritrova il seme della propria libertà, di quel bambino che abbiamo a volte abbandonato tradendo così la nostra essenza. Ma noi siamo il bambino che eravamo, e lui ritorna ogni volta come monito nella nostra vita, a noi non resta che il tempo di ascoltarlo. Il brano ha un ritmo reggae ed è cantato a due voci con la partecipazione della cantante Elodie Lebigre.
9. Girotondo
Fabrizio de Andrè ci ha lasciato delle perle uniche, ognuna con un messaggio talvolta disarmante nella sua attualità. Girotondo è un brano tra questi. È del 1968, ma ancora oggi questa canzone sembra ricordarci come la follia della guerra scatenata dall’uomo ci riporti sempre ad un sola ed unica domanda: “Chi ci salverà?”
In questa reinterpretazione del brano “Girotondo” da parte del cantautore Luca Bassanese, il focus si sposta dal dibattito sulla bomba atomica alle vittime delle guerre cosiddette “moderne”, dove, dal dopoguerra in poi, oltre il 90% dei caduti sono civili, in metà dei casi bambini, poiché questi, dati alla mano, sono gli effetti dei conflitti moderni, i cui teatri non sono più trincee o campi di battaglia, bensì città, villaggi, scuole e ospedali.