Nomini Shirley Temple e immediatamente appaiono i suoi cinquantadue boccoli biondi, le guance paffute, lo sguardo innocente dell’infanzia. Eppure quella bambina scolpita nella storia del cinema e dell’America in piena crisi economica nasce mora, con i capelli lisci e già a cinque anni di innocente ha davvero poco se discute con il regista sul modo in cui le lacrime dovranno rgarle il viso.
Miniera d’oro per i genitori che chiudono gli occhi sui metodi coercitivi coi quali deve fare i conti e con l’infanzia spezzata per sempre.
Infanzia complicata anche quella di Vivienne Westwood, la stilista che ha inventato il punk e ha fatto della moda un atto politico, mentre Zaha Hadid l’architetta nasce a Baghdad da una famiglia agiata e trasforma il concetto stesso del costruire edifici, impiegando le nuove tecnologie per trasformare i suoi disegni visionari in realtà.
Moana Pozzi, le sorelle Brönte, Marina Abramovič, Moira Orfei, Tonya Harding, donne che sfidano le restrizioni dell’epoca, che affascinano, seducono, impongono il loro talento, la determinazione, la capacità di visione, anticipano i tempi, creano mode, linee di demarcazione nette tra ciò che c’era prima e ciò che ci sarà dopo di loro.
Stronze, caparbie, a volte solitarie, indomite, lavoratrici instancabili, alcune fanno del proprio corpo una tela su cui dipingere, uno strumento di esplorazione artistica, altre affidano alla scrittura la propria idea del mondo. Alcune si impongono con forza nello sport, altre nel cinema e nello spettacolo, nell’arte, nella vita, fedeli alle proprie regole, ai propri valori non sempre condivisi, distruggendo convenzioni e limiti, imponendo la propria presenza in ambiti ad appannaggio maschile.
Michela Murgia e Chiara Tagliaferri intitolano Morgana questo loro omaggio a “storie di ragazze che tua madre non approverebbe” e lo dedicano a Claudette Colvin, ricordando che fu proprio lei a quindici anni ad opporsi nell’America del 1955 alla legge che l’obbligava ad alzarsi per lasciare il posto sugli autobus ai bianchi.
Tutti ricordiamo Rosa Parks al suo posto perché anche gli eroi e le eroine devono poterci rappresentare e le Morgana di questo libro sono invece scomode, poco o per niente rassicuranti, calcolatrici, a volte donne d’affari spietate, che scelgono per se stesse.
Maestre di autodeterminazione, le loro vite lanciano un messaggio anche a distanza dalla loro morte, e coglierlo è un dovere, non solo un piacere.
Morgana
Michela Murgia e Chiara Tagliaferri
Mondadori
Articolo di: Cinzia Ciarmatori