SHARK EMCEEFUOCO SULLA TRACCIA
“La monotonia mi annoia, tento di creare sempre brani diversi cercando di mantenere un mio stile: ciò che differenzia Fuoco sulla traccia dai miei lavori precedenti è una cura maggiore dei beats.
A differenza dei brani dove ho scritto su strumentali/riddims o produzioni ricevute a distanza, per questo progetto ho potuto contare su due artisti con cui ho un feeling speciale: Andrea De Nicola (con cui condividevo i banchi alle elementari) e Egiuann (con cui insieme ad Estrho formavamo Latrappola prima e la Made in Sann-yo poi, i gruppi con cui ho mosso i primi passi nel rap 15 anni fa).
Avere dei beats che sono stati “cuciti addosso a me” mi ha stimolato anche dal punto di vista della scrittura, che ho affrontato con una maturità maggiore rispetto alle uscite precedenti”.Beat e maturità, evoluzione e integrità artistica: queste le parole d’ordine di Shark Emcee per il 2019, anno in cui il rapper sannita sta presentando tante novità importanti a partire da Fuoco sulla traccia, il suo ultimo pezzo che anticiperà nuovi brani per un percorso inedito.
Prodotto da Egiuann, lanciato dal videoclip realizzato da BlackDiamondAgency che in pochissimo tempo ha superato le 5.000 visualizzazioni, Fuoco sulla traccia è il ritorno di Shark Emcee a tre anni di distanza dall’ultimo singolo Delle volte. Un triennio decisivo per il rapper, che ha partecipato come inviato dallo stadio per Quelli che il calcio in occasione di alcune partite della sua Benevento ma soprattutto si è concentrato sul ritorno all’insegna dell’impegno e della coerenza. Si definisce “uno smiley emcee con forte base underground” e Fuoco sulla traccia ribadisce le basi della sua storia, partita circa quindici anni fa. “C’è la falsa convinzione che un rapper per essere credibile debba essere un tipo tosto, rude, ma chi conosce il genere sa che la prerogativa imprescindibile per essere un buon rapper è una sola: essere reale! Io sono un ragazzo solare e provengo da una città di provincia, così ho portato ciò che sono realmente nella mia musica, non sarei stato credibile ed onesto con me stesso se avessi parlato di vita da ghetto o di quanto faccio brutto. La mia attitudine a volte mi ha portato a essere considerato come un rapper “simpatico” e basta.
Con la frase “la faccia da tipo innocuo (la rabbia di un toro loco)” ho voluto chiarire che non bisogna fermarsi solo all’aspetto esteriore, cosa che chi mi ha sfidato in freestyle ha potuto sperimentare sulla propria pelle…”.
Fuoco sulla traccia è anche l’occasione per avvicinare un pubblico di non addetti ai lavori, un pubblico ancora vincolato a certi stereotipi del rap che invece vanno smentiti. Dichiara infatti Shark Emcee: “Provenendo da una città che non ha un pubblico di intenditori del rap, sin dalle mie prime produzioni ho dovuto studiare il modo per attirare la loro attenzione.
E’ anche vero che le stesse canzoni che presentavo a loro le presentavo alle Jam underground a Napoli, dove per anni agli esordi mi sono confrontato con tutta la scena campana, alla presenza di mostri sacri come Speaker Cenzou o artisti all’epoca emergenti che negli anni si sono affermati come Clementino. Non potevo presentare pezzi banali, dovevo trovare il giusto compromesso tra tecnica e melodia. In questo mi ha aiutato la mia passione per la musica in generale che attraverso gli ascolti di vari stili ha fatto si che riuscissi a muovermi bene in questa direzione. Dai riscontri che ho sui social Fuoco sulla tracciarispetta questa peculiarità, nei Dm magari chi è più ferrato mi propsa per gli incastri e i cambi di flow, mentre chi non ascolta prettamente rap mi dice «sai che sono due giorni che lo sto ascoltando a ripetizione?»…
Shark Emcee debutta nel 2007 con Latrappola, la cui evoluzione è la Made In Sann-Yo. Nel 2010 ottiene la prima grossa popolarità con Orgoglio sannita, presentato da Linus a Deejay chiama Italia, al quale segue il successo del video Ad ogni signorina, girato da Valerio Vestoso. Nel 2015 è stato ad un passo dal calcare il palco di Sanremo Giovani. Freestyler battagliero, ha condiviso più volte il palco con Clementino, Rocco Hunt, Ghemon, Lucariello, Mama Marjas, Luca Aquino, Daniele Sepe e tanti altri. Ha collaborato con i Sancto Ianne in un atipico esperimento folk/rap, con Rocco Hunt, Fabio Mef, Doc Shock e Lucariello ha partecipato a Il suono che parla, un progetto di scrittura rap per i detenuti all’istituto per minori di Airola. Info:
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