Gichin Funakoshi nasce nel primo anno della restaurazione Meiji, il 1868, anche se i documenti ufficiali diranno che è nato due anni più tardi per permettergli di frequentare la scuola.
Tokyo si chiama ancora Edo, capitale dello shogun e il giovane Gichin muove i suoi primi passi ad Okinawa, in un Giappone che si sta aprendo all’occidente scendendo a compromessi col suo passato.
La sua salute è cagionevole, è nato prematuro e in molti hanno predetto che non avrebbe vissuto a lungo eppure Karate-do, che a tutti gli effetti può essere considerata un’autobiografia, è stato scritto alla soglia dei novant’anni. Il suo segreto? La moderazione, rivela tra le pagine, e naturalmente il Karate.
Già, perché Funakoshi è l’uomo a cui dobbiamo la diffusione del Karate da disciplina segreta di Okinawa, insegnata di nascosto nelle notti buie, ad arte marziale tra le più note e praticate in tutto il mondo.
In questo libro del 1975, giunto per la prima volta in Italia nel 1987, scopriamo qualcosa in più sulle origini del Karate e sulla storia, che si sovrappone a quella del Giappone dell’era Meiji. Lo facciamo seguendo le tracce dell’uomo che a quest’arte ha dedicato la vita, che cela tra gli aneddoti lezioni di etica e filosofia e narra con grande semplicità i principi di uno stile di vita che fonde lo sviluppo del corpo a quello dello spirito e dell’anima.
Svela così il sentiero del Karate-do, la via del Karate, così distante dalla disciplina puramente sportiva che ne porta il nome.
Un viaggio non solo nella sacralità delle arti marziali ma anche nella lunga esistenza di Gichin Funakoshi e nella sua missione, quella di “introdurre al pubblico di massa giapponese quella complessa arte, o sport, originaria di Okinawa, che è chiamata Karate-do, la via del karate”.
Missione raggiunta, non c’è che dire!
Karate Do, il mio stile di vita
Gichin Funakoshi
Edizioni Mediterranee
Articolo di: Cinzia Ciarmatori