Greta ha otto anni quando sente parlare per la prima volta del riscaldamento globale e non capisce come sia possibile che l’essere umano, una tra le tante specie animali, abbia potuto interferire con il clima dell’intero pianeta. E soprattutto non capisce perché un fatto così grave, dal quale dipende la nostra stessa sopravvivenza, venga ignorato con tanta leggerezza.
A undici anni si ammala, perde peso, smette di parlare, o meglio comincia a parlare solo quando lo ritiene necessario. Lo racconta bene nel discorso per TedX di fine Novembre 2018, nel quale afferma senza giri di parole che le nazioni ricche come la Svezia in cui vive devono ridurre di almeno un quindici per cento all’anno le emissioni nocive. Senza se e senza ma.
Greta Thunberg non ha bisogno di presentazioni, basta nominarla e l’immagine della ragazzina con le trecce e lo sguardo determinato affiora alla mente di tutti, in tutto il mondo. Con il suo sciopero del venerdì è riuscita a dar vita ad un movimento di portata globale, chiunque sa cosa sia #fridaysforfuture.
Come tutti coloro che si battono per un’idea, un principio, un valore, un intento con forza, riuscendo dove tanti hanno fallito, svegliando dal torpore intere generazioni Greta Thunberg è stata spesso derisa, sminuita, trattata con scherno, anche questo libro scritto con l’aiuto di sua madre, suo padre e sua sorella è stato tacciato di opportunismo.
Eppure basta leggere con senso critico e libertà di pensiero per rendersi conto che questa ragazza svedese ha il coraggio di dire e fare quello che nessuno di noi, classe politica compresa, è riuscito a fare. Nonostante l’età, nonostante la malattia, nonostante tutto.
Greta Thunberg, Svante Thunberg, Beata e Malena Ernman
Mondadori
Articolo di Cinzia Ciarmatori
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