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Ospiti del nostro format musicale La Sorte

È uscito “ITACA” (Sins Records), il disco d’esordio dei LA SORTE,composta da tre musicisti nati e cresciuti a Verona. Ogni brano dell’albumrimanda a un’esperienza di viaggio, differente e imprevista, dove qualche cosa di nuovo e inaspettato, da perseguire o da cui sfuggire, è a portata di mano…o di remo!

Come nasce la vostra musica? Quali sono le vostre fonti d’ispirazione?

Grafica Divina

Nasce dall’esperienza, sia quella accumulata in anni di percorsi musicali individuali, ma anche quella maturata nel tempo trascorso assieme in sala prove, in studio di registrazione, sul palco. Sensazioni e conoscenze che si che confrontano e riconoscono e creano l’alchimia giusta per la canzone giusta. Poco importa che sia stata scritta nella solitudine serale di qualcuno o improvvisata assieme in saletta. Ogni cosa può rivelarsi d’ispirazione, ma per il primo capitolo della nostra vita musicale assieme, “Itaca”, ci siamo ispirati al viaggio.

A proposito di “Itaca”, il vostro nuovo album, di cosa parla?

Questo album parla solo ed esclusivamente di esperienze maturate in viaggio! Ma non da un punto di vista prettamente narrativo, abbiamo cercato infatti una rielaborazione più intima dell’esperienza, una sorta di introspezione psicologica di quello che è il ricordo (più o meno fedele) del viaggio. Una lettura tra le pieghe dell’esperienza.

Poi il viaggio altera tutto. Provate ad ascoltare i Led Zeppelin mentre viaggiate,qualsiasi destinazione scegliate tutto avrà un sapore diverso.

Cosa non deve mai mancare in un brano che ascoltate e in uno che scrivete? 

Imprevedibilità, melodia, follia e concretezza, intesa come quella rassicurante sensazione di sentirsi a casa anche in territori sconosciuti, una sensazione che affonda le sue radici nelle nostre consapevolezze musicali. 

Cosa ne pensate dei social e del web in generale come mezzo per farsi conoscere?

Sono importanti, indubbiamente, ma per meccanismo indotto. L’aspetto che detestiamo maggiormente è il loro potere di condizionamento psicologico. Ad esempio, quando ne veniamo travolti, proviamo un bisogno irrefrenabile di fare la conta dei cuoricini collezionati su Instagram da una data foto o i pollicioni blu per una particolare invettiva lanciata su Facebook, provandone inoltre, un inspiegabile piacere. Che dire, razionalmente è una cosa assurda è antitetica al nostro modo di vedere le cose. Eppure ne siamo vittime. No way, meglio lasciate stare.

Diteci dieci cose che vi piacciono e dieci che vi fanno arrabbiare.

Il mare, Keith Richards, l’estate, Pompei, Tel Aviv, la carbonara (vale più che altro per Zeno, cioè il batterista), le benzodiazepine, gli alcolici, le gambe delle donne, le ragazze in fila per il gelato o la bottiglietta d’acqua al chiringuito, al mare, scalze o con gli zoccoletti ed il costume giallo. Le cose che non ci piacciono, invece, non sono dieci 

Prossimi appuntamenti dal vivo?

Ci stiamo lavorando. Vi consigliamo di tenere d’occhio i nostri social per restare sempre aggiornati.

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