Andrea Paris è stata la grande rivelazione, per il pubblico televisivo di Italia’s Got Talent. Divertente, sorprendente, un tipo di mago fuori da qualsiasi tipologia di schemi. Per la finale ha avuto un gruppo di sostegno su Facebook creando spontaneamente un vero e proprio movimento popolare e tantissimi auguri da personaggi dello spettacolo a partire da Andrea e Veronica Bocelli.
Maghi si nasce o si diventa?
Come in tutte le grandi arti o mestieri lo abbiamo dentro. C’è chi lo scopre e chi no. Io sono stato fortunato perché se è vero che già a sei anni ero appassionato a dodici ho incontrato un mago (il mago Sales che è un salesiano) di cui vidi un suo spettacolo presso la mia chiesa. Mi diede un opuscolo con spiegati quattro giochi e da lì ho iniziato a studiare veramente questa arte dato che fino a dodici anni facevo un po’ a modo mio. Da questo incontro in poi ho studiato su libri, mi sono informato ovunque potessi dato che all’epoca non c’era internet, nessun tutorial su youtube, ma solo libri che erano soprattutto in inglese.
Cosa è per te la magia?
Un’arte completa perché ad essa io vi unisco il prestigiattore ovvero una parte attoriale. Punto molto sul discorso del personaggio più che sul gioco fine a se stesso così da dare un prodotto completo, o almeno questa è la mia intenzione. Per me la magia è show, è intrattenimento che crea anche stupore.
Come è nato il tuo modo di proporti al pubblico tra il serio e il faceto?
Faccio teatro da quando avevo sei anni per cui la parte attoriale è molto forte in me e vedo lo stare sul palco come una performance artistica attoriale. Per me anche un mago che fa close-up al tavolo (e il tavolo è quindi un piccolo palcoscenico) deve avere una base attoriale forte perché è il personaggio che vince non l’effetto.
IGT come hai vissuto questa esperienza?
E’ stata fenomenale perché la Fremantle ci ha trattato dall’auditions fino alla finale in maniera strepitosa. Ci hanno seguito, c’era sempre qualcuno pronto a darci una mano. Poi esibirsi innanzi a quei giudici! Specifico che non li ho mai incontrato prima di un’esibizione, è sempre stato tutto improvvisato. Anzi è stato interessante dimostrare che si può improvvisare anche nella magia; nonostante l’effetto si può giocare molto. Sono sempre stati carini tutti per cui direi che è stat un’esperienza unica. Per quanto riguarda la finale chi può dire se sia andata bene o male o che avrei potuto fare un altro tipo di esibizione. Personalmente sono stato benissimo in finale, ho sempre voluto puntare sul discorso personaggio, ho deciso di improvvisare con loro e sono felice di ciò che ho realizzato. Il secondo posto va benissimo, anzi nemmeno credevo di meritarlo per cui dico: “Grazie a tutti!”
Per la prima volta un mago è arrivato in finale a IGT. Differenze tra fare magia ad un pubblico e farla arrivare al pubblico televisivo.
La magia in televisione è sempre vista come qualcosa di “faticoso”, il dover dimostrare qualcosa. Già quando fai una magia a tu per tu c’è il pubblico che pensa al trucco, al come il mago si sia preparato a se ha complici per cui in televisione arriva un poco dopo dato che già lei stessa è una scatola magica. Per questo è stato importante che io abbia puntato sul personaggio per dargli forza e credibilità… Simpatico, estroverso veloce, quindi un intrattenitore che fa anche magia per appunto intrattenere il pubblico.
Un consiglio per chi vuole intraprendere questa forma di spettacolo.
Pazienza, studio magari non sui tutorial, ma sui libri o affidarsi a qualcuno che ti segua. Poi creare, non porre freni all’immaginazione e soprattutto teatro, teatro, tanto teatro.
Avessi la possibilità di dividere il tuo palco con un prestigiatore del passato chi sceglieresti?
Bella domanda!!! Guarda se va bene non direi un nome del passato, ma uno attuale. Silvan. Credo sia molto lontano dal mio modo di fare per modi e tempi. Lui è l’eleganza, la magia fatta eleganza. Proprio per questo un duettare sul palco con lui sarebbe strepitoso per me.
Intervista di: Luca Ramacciotti
Foto di: Simone Frascarelli