Roma, 2 aprile Venezia, Incroci di civiltà, 3-6 aprile
«Paulina Flores ha una prosa così unica, sicura, fresca, vitale, toccante e agile che l’unica parola che mi viene in mente per definirla è “caleidoscopica”. Racconta tutto dei suoi personaggi: le vicende, i dettagli, le voci e i silenzi, il pianto che non viene fuori.
Racconta la linea sottile che separa l’amore dall’odio. Nel solco di Raymond Carver, ci mostra cosa sono fallimento e sconfitta, cos’è la solitudine e cosa marchia la sua generazione. Scrive senza trucchi né artifici, senz’altra pretesa che raccontare bene una buona storia. E ci riesce.
In questa raccolta ci sono nove storie magistrali, e quando finirete di leggere ne vorrete ancora». Luis Sepúlveda «Capita raramente, ma succede. Incontri una nuova voce e pensi: questa è destinata a durare». El País
Ragazzi scappati di casa, un’adolescente invaghita di chi vuole approfittarsi di lei, un padre disperato e impotente di fronte alle figlie, giovani che lavorano nelle biblioteche o nei fast-food e ricordano il giorno in cui hanno perso per sempre l’innocenza. Ogni racconto di Paulina Flores è un romanzo di formazione in miniatura. Storie universali e allo stesso tempo quotidiane, che tracciano una radiografia precisa e implacabile del Cile di oggi, urbano ma non solo. Perfettamente calata nella contemporaneità, generosa di riferimenti alla cultura pop, con uno stile nitido, la sua visione spoglia e una travolgente sincerità, Paulina Flores crea personaggi estremamente vivi e vicini, che ci sembra di conoscere da sempre, che s’infilano sottopelle e accompagnano il lettore a lungo, In un misto di crudezza e tenerezza, trasparenza e densità.
Paulina Flores (1988) è cresciuta in un rione a nord di Santiago del Cile. Ha esordito con la raccolta di racconti Che vergogna, più volte ristampata, acclamata da pubblico e critica. Insegna in un liceo di Santiago.
Paulina Flores, Che vergogna
Traduzione di Giulia Zavagna, pp. 240, euro 16, in libreria dal 21 marzo 2019