Ylenia Lucisano è una cantautrice calabrese che suona dall’età di nove anni. Dal suo debutto nel 2013 con il brano “Quando non c’eri”, ha collaborato con diversi artisti come Pacifico, Zibba, Giuseppe Anastasi, Piero Romitelli e sono tante anche le collaborazioni dal punto di vista live come opening act come due concerti del “Vivavoce Tour” di Francesco De Gregori e di due date del “Ma che vita la mia tour” di Roby Facchinetti. Tra i vari premi vinti figurano la vittoria del “Premio Lunezia 2014” (categoria “Nuove Stelle”) e nel dicembre 2015 del “Capri Exploit Award” come giovane promessa della musica italiana, premio ritirato a Capri in occasione del “Capri Hollywood 2015 – The International Film Festival”.
Quando hai iniziato a fare musica?
A 11 anni ho iniziato a esibirmi per la prima volta nei pianobar insieme a mio padre.
Con quali artisti sei cresciuta?
Sono cresciuta ascoltando i cantautori italiani: Da De Gregori a Rino Gaetano….
Come nasce la tua musica? Quali sono le tue fonti d’ispirazione?
La mia musica nasce intanto per esigenza personale, perché per me scrivere e cantare sono un modo per liberami ed essere me stessa. Prendo ispirazione dalla vita di tutti i giorni, dalle persone che mi circondano e dalla musica che ascolto.
Di cosa parla la tua nuova avventura musicale?
Parla di me e del mio percorso artistico. Il destino delle cose inutili è una canzone che prende spunto da vicende personali raccontando però una situazione in cui tutti possono rispecchiarsi.
Qual è il messaggio che vuoi mandare con la tua musica?
Non mi sento una portatrice di messaggi. Mi piacerebbe solo che chi ascolta la mia musica non rimanga indifferente e possa provare delle sensazioni.
Cosa hai deciso di raccontare con il tuo progetto?
Questa canzone racconta di un periodo di vita che risale circa a 8 anni fa quando mi ero appena trasferita a Milano. Mi ero ripromessa di cominciare una nuova vita partendo dalle cose importanti senza perdere tempo dietro a persone e idee che lasciano il tempo che trovano. Non a caso questa canzone per me rappresenta un nuovo inizio dal punto di vista musicale.
Qual è il momento in cui hai scoperto che avresti voluto intraprendere la strada della musica?
Non c‘è un momento definito, cerco di riscoprire ogni giorno l’amore per la musica.
Quali sono i generi in cui spazi nella tua produzione?
Sicuramente il mio genere è un mix di tante influenze che vanno dal pop, al cantautorato al folk.
Cosa significa lavorare nella musica oggi?
Darsi tanto da fare ed essere spesso i manager di se stessi.
Cosa ne pensi dei social e del web in generale come mezzo per farsi conoscere?
È fondamentale oggi avere una preparazione da questo punto di vista e riuscire a trovare un modo originale per comunicare. Io personalmente non amo molto stare sui social, cerco di utilizzarli con criterio e intelligenza.
Cosa non deve mai mancare in un brano che ascoltate e in uno che scrivete?
Quando ascolto una canzone presto subito attenzione al testo che non deve essere banale. Invece quando scrivo non deve mai mancare l’emozione mentre compongo, altrimenti sono certa che quella canzone non potrà mai emozionare chi la ascolterà.
Cosa pensi dei talent show? Hai mai pensato di parteciparvi?
Trovo che siano una grande opportunità di visibilità ma non garantiscono una carriera nel mondo della musica. Io non mi sento un personaggio da talent show, per questo ho deciso di fare un’altra strada.
Progetti?
Nel 2019 uscirà il mio secondo disco.