Grazie all’intervento degli sponsor BancoBPM e Rotary torneranno all’antico splendore
per essere ricollocate dove nei primi anni del 1800 c’era il Teatro di Corte
PALAZZO DUCALE: SARANNO RESTAURATE E VALORIZZATE DUE ANTICHE COLONNE
LIGNEE DELL’ANTICO TEATRO DI ELISA BONAPARTE BACIOCCHI
L’operazione condotta dall’Associazione “Napoleone ed Elisa” ha il via libera della Soprintendenza
che ha autorizzato il recupero degli importanti elementi architettonici
Lucca – Due colonne del teatro di Elisa emergono dalla Storia. A lungo rimaste dietro ad altri materiali nei locali adibiti a magazzino e ad archivio della Provincia di Lucca, “si fanno riconoscere” oggi grazie al lavoro di ricerca svolto dall’associazione “Napoleone ed Elisa: da Parigi alla Toscana” e, in particolare, dall’architetto Velia Gini Bartoli e della storica Monica Guarraccino, e grazie all’autentificazione di Bernard Chevallier, massimo esperto di storia napoleonica a livello internazionale.
Si tratta di due elementi già noti all’ente provinciale, che saranno recuperati e valorizzati grazie al sostegno del BancoBPM di Lucca, del Rotary Lucca e della Provincia di Lucca, oltre che della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca che da anni rende possibile il lavoro di studio sull’epoca e sulle sue tracce nel nostro territorio, e che potranno così essere ricollocate nel loro ambito originario, il teatro di Elisa, dopo il restauro conservativo.
Ad illustrare l’operazione di recupero e valorizzazione sono stati il Consigliere provinciale Alessandro Profetti con la dirigente del settore patrimonio della Provincia Rossana Sebastiani, la presidente dell’associazione “Napoleone e Elisa: da Parigi alla Toscana”; Roberta Martinelli con l’arch. Velia Gini Bartoli; la funzionaria della Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggi per le province di Lucca e Massa Carrara Ilaria Boncompagni; Elena Pieracci, responsabile Commerciale della Direzione Territoriale Tirrenica del BancoBPM di Lucca e Vittorio Armani per il Rotary Lucca, entrambi sponsor dell’intervento di recupero e restauro, nonché Beatrice Speranza curatrice dell’allestimento del Percorso olfattivo “Il Naso e la Storia” di Palazzo Ducale.
La valorizzazione dello spazio che la principessa Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone, volle per il Palazzo del Governo, è infatti iniziata due anni fa con la destinazione di alcune sale del piano nobile di Palazzo Ducale (alcune delle quali dedicate proprio al Teatro di Elisa) che ospitano il Percorso Olfattivo dedicato ad Elisa e a Maria Luisa di Borbone, che le succedette alla guida della città.
Le due colonne sono intagliate in legno policromo e argento meccato, alte 2 metri e 18 centimetri e con un diametro di 25 centimetri, e risalgono agli inizi del XIX secolo. Sono testimonianza ed erano parte integrante della struttura (non più presente) del teatro che fu poi rimosso per destinare ad uso ufficio i volumi del palazzo.
Allo stato attuale, la parte strutturale, liscia, è composta da unico blocco di legno duro, con forma rastremata da cui si stagliano i capitelli corinzi e i basamenti riccamente intagliati con decorazioni a motivo vegetale (fogliame), mentre il resto della struttura è decorato con motivo a “finto marmo” di tonalità ocra gialla e venature verdastre. Sulle colonne sono ancora presenti i ganci metallici per l’ancoraggio ai parapetti. I capitelli, le basi e la decorazione che si prolunga per circa 70 cm dalle estremità inferiori sono condotte con doratura a foglia di argento su preparazione a bolo, poi “meccata” per donare un aspetto dorato alla lamina metallica. Il legno di supporto già in antichità ha subito un notevole attacco da parte di insetti che hanno deteriorato e indebolito parti di intaglio, quali i basamenti che in parte sono mancanti, e porzioni di intaglio corrispondenti ai capitelli, e sono ad oggi presenti fessurazioni longitudinali e i punti di connessione fra i segmenti compositivi sono distaccati e pericolanti.
Il 19 novembre scorso è arrivato il via libera al restauro da parte della Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggi per le province di Lucca e Massa Carrara che ha visionato il progetto di restauro concordando con la metodologia di intervento proposta. La stessa Soprintendenza, oltre ad autorizzare il restauro, concede il nulla osta all’esposizione futura delle due colonne all’interno di Palazzo Ducale e si riserva di esercitare l’azione di verifica e di sorveglianza sui lavori di restauro.
“L’intervento di restauro, che durerà circa 4 mesi, è solo la prima parte di questa operazione di recupero – precisa Roberta Martinelli -. Le colonne infatti saranno sia ripristinate nella loro sede originale, per far comprendere ai visitatori del Palazzo il loro ruolo al tempo di Elisa, sia oggetto di un percorso espositivo curato da Beatrice Speranza, per valorizzare l’area e consentire una lettura completa dell’aspetto originario del teatro”.
“Per comprendere l’importanza che il teatro rivestì alla corte di Elisa dobbiamo leggere l’inventario del Palazzo di Lucca redatto nel novembre 1814, pochi mesi dopo la partenza della sovrana, dove tra i moltissimi arredi, manufatti e oggetti d’arte, troviamo ben sei casse contenenti costumi teatrali, ‘varj abiti da maschera, frange, trine, piume, bonnet’ – scrive Monica Guarraccino nel suo studio di prossima pubblicazione -. […] Non sappiamo quanti abiti teatrali fossero giunti direttamente da Parigi al momento dell’arrivo di Elisa il 14 luglio 1805, sappiamo però che moltissimi furono confezionati a Lucca negli anni seguenti all’interno della Guardaroba installata a Palazzo, come documentano le carte dell’Archivio di Stato”.
“Elisa è soddisfatta del suo ruolo di sovrana, ama Lucca, che descrive come la città d’Italia più colta ed elegante e la sua piccola corte che, pur conoscendo ancora poco l’etichetta, proprio attraverso il teatro potrà raffinare i modi e migliorare la conoscenza della lingua e letteratura francese, come testimoniano alcune lettere da lei scritte ad Ortensia e Luciano nell’estate. A settembre 1805 Elisa ha già messo in scena diverse tragedie, che già conosceva per averle interpretate in passato con Luciano, tra cui le sue preferite Les Folies amoureuses di Regnard e Bajazet di Racine, e per quest’ultima usa il costume indossato a Parigi, un corsetto di cachemire turco ricamato in seta su un abito in seta a fondo oro, con una sopraveste in tulle ricamata in argento.”
“Il teatro inoltre rivestiva un importante ruolo pedagogico poiché in una società dove l’analfabetismo era molto alto, riusciva a rivolgersi anche a chi non sapeva leggere, inoltre dava immediatamente corpo all’attualità e sicuramente in questo ebbe un ruolo primario nella costruzione del mito di Napoleone e nell’acquisizione del consenso nelle classi più umili. Ciò valeva soprattutto per gli spettacoli lirici, dove venivano cantati inni che glorificavano l’Impero e il suo fondatore a cui il pubblico era chiamato a partecipare. Nel maggio 1808 a Lucca fu riaperto il Teatro Castiglioncelli in via del Moro, riportato a nuovo splendore dagli architetti Théodore Bienaimé e Giovanni Lazzarini. I lavori al Castiglioncelli si svolsero sotto la guida attenta di Elisa che per essere aggiornata sulle ultime novità di Parigi si era rivolta direttamente all’architetto Cellerier, autore del teatro parigino delle Varietà inaugurato l’anno precedente.”
“Anche a Lucca il teatro di corte, oltre a essere il luogo deputato per la messa in scena di opere interpretate dai sovrani e dal loro seguito, era la vetrina per i nuovi spettacoli che dovevano poi rappresentarsi in città. Il 22 giugno fu messo in scena Il Tartufo di Molière interpretato dal celebre attore francese Ménétrier, criticato dai lucchesi perché troppo giovane per il ruolo. Il 12 luglio nella Merope di Voltarie comparve la celebre Mademoiselle Raucourt, prima attrice della Comédie Française, molto apprezzata da Napoleone stesso che la volle mandare in tournée in Italia per far conoscere al pubblico i capolavori del teatro francese. In occasione dei festeggiamenti per il 15 agosto del 1808 fu messo in scena un ballo ambientato nelle campagne lucchesi con uno scenario che riproduceva in lontananza la città e sul palcoscenico le figure allegoriche di Lucca e del Serchio circondati da villici operosi illuminati dal Genio della Francia. L’opera, di evidente natura propagandistica, era tesa a celebrare la ‘Regina del Serchio’ le virtù del suo governo.”
Info su http://napoleoneeilsuotempo.wordpress.com e su www.facebook.com/napoleonidi. Per i gruppi che vogliono visitare “Il Naso e la Storia” è necessaria la prenotazione: 0583-417363, info@palazzoducale.lucca.it.
Il progetto “Da Parigi alla Toscana: il gusto di vivere al tempo di Napoleone e Elisa” (http://napoleoneeilsuotempo.wordpress.com) è nato nel 2007 sulla scia del rinnovato interesse verso il periodo napoleonico lucchese e toscano, stimolato dalle mostre e dal lavoro realizzati a partire dal 2002 dalla dottoressa Roberta Martinelli a Palazzo Ducale, e comprende iniziative che si svolgono durante tutto l’anno in diversi luoghi della Toscana (Lucca, Livorno, Elba).
In questi anni ha preso vita una lunga collezione di eventi, tra cui si ricorda la mostra che Roberta Martinelli e Velia Gini Bartoli hanno curato ed allestito al Musée de l’Armée di Parigi, dal titolo “Avec Armes et bagages. Dans un mouchoir de poche” (26 ottobre 2012 – 13 gennaio 2013; 238 oggetti esposti, con la partecipazione di 25 soggetti tra musei, biblioteche internazionali e raccolte private), nata in seguito alla mostra “Mito e Bellezza” (Lucca, 2009-2010), e che ha ispirato un nuovo filone di studi internazionali sul rapporto tra l’Imperatore e il costume.
Grazie agli studi inediti condotti in archivi italiani e francesi, recentemente è stato riportato all’aspetto originario il Palazzo dei Mulini di Portoferraio, reggia imperiale di Napoleone all’isola d’Elba, nella suddivisione degli spazi e nelle facciate che egli aveva voluto. L’intervento è oggetto del volume di Roberta Martinelli e Velia Gini Bartoli “Napoleone Imperatore, imprenditore e direttore dei lavori all’Isola d’Elba”, Gangemi 2014.
È stata presentata nel maggio 2015 all’Archivio di Stato di Lucca una preziosa scoperta tutta toscana: la cravate che l’Imperatore lasciò all’Elba, sul suo cuscino, la notte della fuga, mentre nel 2017 l’associazione ha presentato al pubblico due frammenti di tessuto ricamato del tempo di Elisa e Napoleone, di committenza principesca. Sempre del 2017 la collaborazione con il Centro studi Luigi Boccherini per un omaggio al musicista lucchese e alla sua musica per il ballo del Fandango, e la tavola rotonda in preparazione del VII Forum Consultivo degli Itinerari Culturali del Consiglio D’Europa “I Bonaparte a Lucca e in Toscana: i percorsi napoleonici fra storia, turismo ed enologia”.
Nel 2018 l’associazione ha approfondito gli aspetti legati al costume e all’etichetta nelle feste e nei balli di corte, partecipando alla manifestazione “Il Desco” ed avviando anche una collaborazione con la Fondazione Carnevale di Viareggio.
· Ufficio stampa Progetto “Da Parigi alla Toscana: il gusto di vivere al tempo di Napoleone ed Elisa”