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Ospiti del nostro format musicale Di Maggio Connection

DI MAGGIO CONNECTION – Rowdy (Thunderbord Records)

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Grafica Divina

Power trio mixa con grande energia e con una magistrale tecnica strumentale tutte le facce più selvagge del R’n’R, Rockabilly-Core, NeoSurf-Rock, Swing, in una miscela esplosiva…Loro non sono altro che The Di Maggio Connection… Il leader e fondatore della band, Marco Di Maggio, unico artista italiano eletto “Membro Onorario” della Rockabilly Hall of Fame americana, è esponente di punta della scena R’n’R internazionale e considerato dalla stampa specializzata come uno tra i migliori chitarristi mondiali. C’è bisogno di dire altro?


Quando hai iniziato a fare musica?

Ho avuto la prima chitarra all’età di 6 anni, regalo che i miei genitori avevano fatto a mio fratello Massimo per il suo 11° compleanno, ma costretti poi a regalarla a me e a comprarne un’altra a causa dei miei capricci insistenti…

Con quali artisti sei cresciuto?

Il primo pezzo che ricordo era “Non c’e Ragione” di Mal dei Primitives, ma presto mio Babbo portò a casa un 45 giri di Whole Lotta Love dei Leppelin, rimasi folgorato dal pezzo e dal solo di Jimmy Page, tanto che iniziai a studiarlo e ad impararlo a orecchio pochi giorni dopo. Tempo dopo, una vicina di casa di New York regalò a me mio fratello dei dischi di Elvis Presley e da allora ho sempre avuto un debole per la musica Roots

Come nasce la tua musica? Quali sono le tue fonti d’ispirazione?

Nasce dal mio background, formato in tanti anni di ascolto e concerti. Cerco di fondere in modo istintivo tutte le influenze della Roots music, mixando Blues, Rockabilly, Americana, Surf, Swing, Country, Fingerstyle. Ultimamente registro delle idee direttamente sul telefono, costruisco la struttura di base dei pezzi che poi giro a Francesco Chisci (mio collaboratore da anni) per la stesura del testo.

Di cosa parla la tua nuova avventura musicale?

Di musica scritta di getto, senza troppi schemi e proviene da una passione vera, non dalla ricerca del successo a tutti costi ma, semmai, dalla voglia di scrivere cose nuove con un metodo anche tradizionale, a volte ridondante, altre più minimale, ma sempre seguendo l’istinto

Qual è il messaggio che vuoi mandare con la tua musica?

Trasmettere la stessa passione che anima il mio hobby preferito, che poi è diventato il mio lavoro. Soprattutto, far scoprire a più gente possibile quanta tecnica, bellezza armonica e improvvisazione ci siano nei generi che prediligo
Cosa hai deciso di raccontare con il tuo progetto?
Semplicemente la storia di un Chitarrista/Cantante fiorentino che non si è posto limiti ed ha puntato da subito ad allargare i propri orizzonti per poter suonare all’estero, ma soprattutto prima in Inghilterra e poi negli Usa, da dove provengono tutti i miei idoli e poter suonare con molti di loro. A volte i sogni si avverano più facilmente di quanto si possa pensare, basta perseguire i propri obiettivi e con umiltà ma con consapevolezza, puntare al massimo per le proprie ambizioni
Qual è il momento in cui hai scoperto che avresti voluto intraprendere la strada della musica?
Credo da subito, infatti suonavo dal vivo già all’età di 12 anni con la band The Sharks, formata da mio fratello Massimo e due amici di Firenze. Dopo un periodo di stop per indolenza adolescenziale ed un altro nel quale mi cimentavo perlopiù nell’incisione nel mio home studio ho poi deciso, all’età di 25 anni di tornare a suonare dal vivo con la band allora chiamata Eddie & The Houserockers…penso di non aver mai seriamente contemplato la possibilità di fare un altro lavoro…

Quali sono i generi in cui spazi nella tua produzione?
Nonostante la maggior parte degli ascoltatori mi identifichino maggiormente come artista Rockabilly, ho sempre amato spaziare e ascoltare tanti generi diversi. Sia io che mio fratello, fin da bambini, abbiamo ascoltato Beatles, Deep Purple, Led Zeppelin, Pink Floyd, Who, Elvis, Benny Goodman, Chet Atkins, Johnny Cash, Everly Brothers, Straycats, tanta Country Music, Jazz, Swing, Surf Strumentale, Fingerpicking e non mi sono mai posto il problema di dover scegliere un filone ma semmai di poter arricchire il background. Per questo le mie produzioni non sono mai a senso unico ma variegate di tanti stili e sottostili

Cosa significa lavorare nella musica oggi?
Intanto penso di poter dire che faccio il lavoro più bello del mondo, ma è sempre stata dura e ad oggi lo è ancora di più…Non ci sono più i famosi Talent Scouts in giro per i locali, semmai solo squallidi reality che secondo me stanno lanciando un messaggio penoso sul come ascoltare la musica. Molte Label hanno lavorato male ed in modo unidirezionale, omettendo di produrre tanti bellissimi generi musicali, con la saccenza tipica di chi crede di avere in tasca la verità assoluta, mentre le vendite dei dischi sono calate rovinosamente, non solo per i download dal web, ma per il disinteresse che radio, label e promoters sono riusciti a trasmettere verso la musica live…nonostante questo, per noi che facciamo un genere considerato (in Italia) un po’ di nicchia, la situazone a più vantaggi che svantaggi, visto il fatto che non essendo un genere “di moda” si attesta come classic o evergreen, con il vantaggio che il nostro pubblico è composto da ragazzi dai 25/30 in su e anche da molti tenaci e attempati sostenitori del R’n’R.

Cosa ne pensi dei social e del web in generale come mezzo per farsi conoscere?
Attualmente direi che è indispensabile, ma non è un fatto positivo, perché il web ha creato una falsa democrazia musicale, dove tutti possono postare a raffica anche cose obiettivamente terrificanti, come su youtube, dove sono diventati tutti insegnanti di musica e si permettono di postare lezioni di stile fuorvianti e completamente inaccettabili

Cosa non deve mai mancare in un brano che ascoltate e in uno che scrivete?
Dal mio punto di vista, ascolto musica che non viene creata con lo scopo di stupire a tutti i costi, che non è volutamente snob e ricercata. Esempio, adoro il Jazz che va dagli albori fino ai primi anni ’60, ma nel contempo odio generi quali Free Jazz, Fusion, perché secondo me si suonano addosso! In quello che scrivo non devono mancare cose che secondo me sono fondamentali: Tiro, melodia efficace, un bel suono dei singoli strumenti, la capacità di trasmettere le stesse emozioni che una band dovrebbe trasmettere anche dal vivo

Cosa pensi dei talent show?
Una baracconata da circo con giudici che spesso non dovrebbero avere voce in capitolo neanche in un concorso per principianti. Programmi che abituano la gente a pensare che i talenti passano solo dalla Tv, a pensare che chi conduce gli stessi sia un benefattore, mentre in realtà sfrutta dei ragazzi per uno o due anni e poi li butta nel dimenticatoio.
Dicci dieci cose che ti piacciono e dieci che ti fanno arrabbiare.

Le cose che mi piacciono sono: Competenza, onestà intellettuale, Gusto musicale, Tecnica non fine a se stessa, Capacità di improvvisazione, Doti compositive, Assenza di gelosia e competizione, Capacità di saper ascoltare sia in ambito musicale che nella vita in generale, Il contatto con il pubblico, suonare nei club.

Le cose che non mi piacciono: Incompetenza, Arroganza dei saccenti dell’ultim’ora, i rapper che odiano il sistema che però vengono prodotti dalle multinazionali, la politica in musica, i termini abusati tipo “Groove”, chi suona un genere senza avere un disco dello stesso, chi suona soltanto con lo spartito, chi canta in italiano con l’accento della propria città, chi fa lavori che non gli competono, chi ascolta solo musica italiana e mi domanda perchè suono musica americana (come se la musica moderna non fosse più o meno tutta derivante dagli Usa),

Prossimi appuntamenti dal vivo?
Presenteremo l’album Rowdy partendo a Gennaio 2019 dall’Auditorium Flog di Firenze, la nostra città…per poi definire un calendario che ci porterà sia in Italia che all’estero, con date già fissate in vari festival in Svizzera, Spagna e tanto altro da definire nei prossimi giorni.

Progetti?
In attesa di lavorare al prossimo album, sempre con la Di Maggio Connection, sto lavorando ad un album solista dove avrò il piacere e l’onore di ospitare e duettare con tanti musicisti internazionali, ma non dico i nomi per scaramanzia. Nel frattempo ho anche realizzato un album con un progetto Western Swing in compagnia di Riccardo Dellocchio, Matteo Giannetti, Fabrizio Morganti e Ian Da Preda, che dovrebbe uscire nella primavera 2019, Oltre al futuro album che registrerò in duo con il contrabbassista Matteo Giannetti…

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