Marian Trapassi, siciliana d’origine e cittadina del mondo per scelta, si è ritagliata negli anni uno spazio importante nel panorama della musica italiana. Il suo album di esordio “Sogno Verde” esce nel 2002 e viene accolto con interesse ed entusiasmo dalla critica. Con il secondo album “Marian Trapassi” nel 2004 vince il Premio Ciampi come miglior artista emergente. Il suo terzo album “Vi chiamerò per nome” (2008) porta Luca De Gennaro a sostenere che Marian è “la migliore cantautrice italiana che non avete mai sentito nominare…qui ci troviamo di fronte a una cantautrice vera” (Rolling Stone). L’esperienza di Marian passa anche dalla contaminazione di territori non solo musicali: ne sono una testimonianza gli spettacoli “Vago e Torno” (2006) e “Vi Chiamerò per nome”, già concept del suo terzo album, con il quale partecipa al FEST – Festival di arte Scenica di Siviglia (2009). In più occasioni partecipa al Mantova Music Festival (2007 – 2008) e al Salone del Libro di Torino (2009); collabora alla realizzazione dello spettacolo/tributo a Nick Drake “Le cose dietro il sole” (2006) e presta la sua voce per il progetto di Ashley Hutchings – Fairport Convention, “My land is your land” (2008). Alcuni anni di silenzio, nei quali scelte di vita e di percorso portano Marian anche lontano dall’Italia ma non dalla musica, sono stati utili, se non necessari, alla realizzazione del nuovo album: “Bellavita, l’arancia e altri viaggi”, che viene pubblicato ad ottobre 2014 per AdesivaDiscografica con la produzione artistica di Paolo Iafelice ed è il risultato di un lavoro lungo un anno passato a Siviglia. Il disco ottiene ottime recensioni da parte della critica e si aggiudica la candidatura al premio Tenco 2015. A Febbraio 2016 Marian è protagonista di un radio tour a Madrid con interviste e contributi live in diverse emittenti spagnole, per la promozione in particolare di un brano inserito nell’album in lingua di castigliana. Da questo lavoro discografico nasce anche lo spettacolo di teatro canzone,”Bellavita e altri viaggi”,
con testi teatrali e regia di Alessandra Faiella, che è approdato anche sul palco dello Zelig, lo storico teatro di Milano dedicato alla comicità. Nell’ultimo anno Marian è stata coinvolta nel progetto “Vita da cantautrice: quattro artiste per un concerto”, un tour che l’ha vista sul palco assieme a Roberta Carrieri, Sara Velardo e Pellegatta, per uno spettacolo in
cui le quattro artiste hanno raccontato se stesse attraverso la propria musica.
Come nasce la tua musica? Quali sono le tue fonti d’ispirazione?
Faccio musica da molto tempo, o meglio scrivo canzoni da quando ero un adolescente. L’esigenza è sempre stata quella espressiva, un’urgenza comunicativa che rimane: attraverso la musica e le parole si può costruire un mondo, e, forse in maniera più ampia, mi piace pensare che attraverso esse si possa cambiare il mondo. Ognuno fa la sua parte, l’importante è farlo con sincerità.
La musica che mi ispira è quella che ho ascoltato e che mi è rimasta appiccicata addosso: i Beatles, i cantautori, la musica Jazz, il rock, Joni Mitchel, Susanne Vega e le cantautrici anglosassoni del passato e di oggi.
Poi ci sono le passioni del momento e la musica che ricerco sempre costantemente per aprire i miei orizzonti e avere nuovi stimoli.
Per adesso ascolto soprattutto i cantautori francesi.
Cosa hai deciso di raccontare con il tuo progetto?
Ogni canzone è un racconto a parte. Nel precedente album ho voluto raccontare storie, soprattutto in terza persona, mentre nel nuovo progetto ci sono episodi molto intimi ed episodi narrativi; storie appunto ma dove c’è sempre la mia visione soggettiva.
Un album è un momento nel percorso di un artista, dove si riflette il proprio vissuto e fra le righe e fra le note di questo nuovo lavoro, c’è molto di me stessa.
“Futuro”, che è il brano che anticipa tutto l’album, è nato per gioco. Il risultato è un brano dove rendo omaggio alla musica, ai miei riferimenti musicali da Lennon a Lucio Dalla, che per primi ci hanno regalato visioni sul futuro, e dove parlo di sentimenti di speranza e di amore per la vita.
Dopo un periodo in cui regnava la paura del Futuro, adesso non si fa altro che parlarne in modo positivo, semplicemente ho seguito e catturato questa fiducia che c’è nell’aria e l’ho raccontata in modo surreale e dal mio punto di vista.
Cosa ne pensi dei social e del web in generale come mezzo per farsi conoscere?
Visto che in questo momento le case discografiche non fanno più scouting, ovvero, i discografici non vanno più ad ascoltare chi suona in giro, i talent e i social, il web ,etc etc ,sostituiscono questo. Ma a mio avviso ci sarà, o forse lo spero, un cambio di rotta, la musica non può essere svilita così, ce n’è troppa e dappertutto non la sentiamo neanche più, si sta perdendo la sua sacralità il suo valore.
Ma questo è un discorso lungo…
Per concludere, il web è una ragnatela appunto, anche lì ci sono dei tranelli, bisogna saperlo usare, ma alla fine tutto fa parte di un sistema, la democrazia che ci prometteva pian piano si sta trasformando in una lotta commerciale.
Ma anche questo è un lungo discorso…
Amo la musica dal vivo e quando posso cerco di fruirne in questo modo, l’emozione diretta di un musicista che suona non ha filtri, arriva diretta alla tua anima ed è l’essenza della musica quello che mi interessa, non la forma.
Cosa non deve mai mancare in un brano che ascolti e in uno che scrivi?
Sarò ripetitiva, ma è sempre l’aspetto emotivo, di qualsiasi emozione si tratti, che sia gioia, malinconia, tristezza, allegria. Sia quando scrivo sia quando ascolto, quella canzone, quel brano musicale, mi deve toccare qualche corda interiore, così che possa vibrare la mia anima, che sia con dolcezza o con forza, l’importante che mi trasmetta qualcosa su un piano più sottile, al di là del genere o delle mode musicali del momento.
Per questo la musica si dovrebbe scegliere, per trovare quella più adatta al nostro sentire, invece di subirla come si fa ogni giorno, purtroppo la musica e spesso la brutta musica è ovunque e così non riusciamo a difenderci.
Cosa pensi dei talent show? Hai mai pensato di parteciparvi?
Ripeto, sono un modo per farsi conoscere, ma non amo le competizioni, il messaggio di mettere artisti uno contro l’altro lo trovo diseducativo.
Dato per scontato il talento, la qualità e la bravura di un artista, l’arte non dovrebbe entrare in competizione. In un mondo che non esiste, farei vedere come si può crescere e mettere artisti nelle condizioni di esprimersi al meglio; il meccanismo della gara è avvilente.
Partecipare? Perché no, ma non credo che reggerei la pressione, forse se partecipassi con un gruppo, così da condividere questa esperienza, chissà!
In generale quello che mi interessa maggiormente è scrivere canzoni e continuare ad avere qualcosa da dire essendo sempre fortemente ispirata. Vorrei davvero
riuscire a scrivere la canzone perfetta ! ☺