Umberto Cinquini è scenografo, scultore, tiene banco sui social media con le sue osservazioni pungenti ed argute. Persona artisticamente irrequieta sempre in cerca di nuove idee, soluzioni, visioni.
In questo libro “Sono solo mascheroni” racconta la sua vita senza parafrasi ì, ma con l’onestà intellettuale e la schiettezza che lo contraddistingue da sempre. Perché lui è il Bianconiglio.
Perché mettersi a nudo attraverso un libro?
Mettersi a nudo è un po come togliersi la maschera, e per uno che le maschere le costruisce potrebbe sembrare più semplice. Nel mio caso è una terapia, uno sfogo, mi ha fatto stare bene permettendomi di non farmi vincere dalla rabbia. Credo che anche Anakin SkyWalker avrebbe trovato giovamento dallo scrivere un libro e gli avrebbe evitato un sacco di casini…
La prima volta che hai riletto ciò che avevi scritto cosa hai pensato?
Ho pensato che la mia vita era una bella storia da raccontare perché c’è entusiasmo ed ottimismo e che la vita di ognuno magari è una bella storia ma in molti lo ignorano.
La forza dei sogni. La volontà di seguire la propria strada. Pensi sia possibile ancora nella società di oggi?
Senza prendersi troppo sul serio, ma proprio questo è lo scopo del libro. Le nuove generazioni sono state ingannate dall’idea del facile guadagno, dall’edinosmo berlusconiano, dal concetto del tutto e subito bruciando le tappe. Se il libro si prefigge uno scopo è dire la verità anche su questo. Non esiste una vita facile, ma il lieto fine ci può essere. Abbiamo il dovere di raccontare ai giovani che si può vincere con l’impegno ed il merito.
Carnevale tradizionale, carnevale innovativo, carnevale emozionale. Non si tratta di un unico dio a tre facce? In fin dei conti tutte le innovazioni poi, col passare del tempo, divengono tradizioni.
Si, hai fatto un ottima metafora. È vero, ogni innovazione diventa poi una tradizione, per cui è importante non fermare il normale rotolare del mondo, Solo la morte può fermare il mondo.
Hai mai avuto la tentazione di non scrivere alcuni fatti a favore di altri?
Solo rileggendo ho avuto qualche indugio. Ma poi mi sono detto che in fin dei conti stavo vomitando una verità, per cui ho dato solo pulita per renderlo gradevole senza censurare niente.
Spesso nel tuo libro politica e carnevale si intrecciano e nei peggiori dei modi. Pensi che questo binomio correrà sempre su strade uniche? Nelle nuove leve, come tuo figlio Michele, c’è una coscienza maggiore sul potere che hanno gli Artisti dei Carri essendo loro gli artefici primi di questa manifestazione.
Mi auguro che la politica si intrecci sempre di più con ogni realtà economico culturale della società. L’errore è concepire la politica come un megafono che offende il nemico. La politica è l’organizzazione della comunità e se non riusciremo a capire questo sarà sempre peggio. L’unica salvezza per le nuove generazioni sarà PARTECIPARE e CONDIVIDERE. Questo ai miei figli l’ho insegnato fino alla noia.
Hai lavorato con big della canzone, premi Nobel e collezionato premi. Hai ancora un sogno nel cassetto?
Ho un solo sogno nel cassetto, continuare a divertirmi e non annoiarmi, insieme alla mia famiglia ed ai miei amici.
Intervista di: Luca Ramacciotti