Elisa Sandrini suona il piano da quando aveva dieci anni. Ha imparato flauto traverso e fisarmonica. Ora approda a questo disco da cantautrice compositrice. Già, cantautrice con una voce che sa essere spesso dolce, a volte tenebrosa e trancey (come nella spiazzante Il tempo parla, in cui viene in mente Lisa Gerrard), quasi sempre pop folk quanto basta per essere accattivante. Ma la voce arriva dopo la composizione. Una composizione che parte dal piano (minimalista a tratti, circolare e cinematico come Einaudi o Nyman), passa attraverso arrangiamenti per archi mai scontati, sempre emozionanti, costruendo una sorta di canzone pop intrisa di classica e folk, come nella bellissima “il colore del merito”, un brano coraggioso per la meritocrazia, parola spesso sconosciuta nel nostro paese.
Quando hai iniziato a fare musica?
Ho sempre cantato e per anni, dalla tenera età, chiedevo a mio padre se mi potesse iscrivere al conservatorio. Successivamente a 10 anni mi accontentò e così iniziai seriamente il mio percorso studiando pianoforte classico inizialmente e in seguito anche flauto traverso e fisarmonica. La musica è sempre stata il mio rifugio, la mia speranza e il mio ossigeno ma soprattutto un’alternativa al mondo reale spesso impuro e pieno di secondi fini per raggiungere obiettivi economici.
Con quali artisti sei cresciuta?
Gli artisti con cui sono cresciuta sono i Beatles, Elton John, The Doors, Queen, Lucio Dalla, Fabrizio De Andrè
Come nasce la tua musica? Quali sono le tue fonti d’ispirazione?
Le canzoni di Come un tic tac sono nate in momenti diversi: l’esigenza di denunciare a volte qualche ingiustizia come nel caso di ” Il colore del merito”, il bisogno di rendere il tempo presente sempre più concreto e speciale, l’esigenza di ringraziare coloro che entrano nelle nostre vita e che in modo negativo o positivo ci lasciano un insegnamento. Come un tic tac è un insieme di colori della mia anima. Gli artisti che apprezzo molto non influenzano sempre e per forza il mio modo di scrivere. A volte quello che si scrive è talmente un’esigenza profonda che esce così com’è. Poi nella fase successiva c’è chiaramente un pensiero e una ricerca e in quel momento può capitare che ci si ispiri a qualcuno che si apprezza. Tra i miei artisti preferiti cito: Bjork, Tori Amos, Janis Joplin, Joni Mitchell, The Doors, Loyko, Davide Bowie, Hiromi Uheara, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Fabirzio De Andrè.
Di cosa parla la tua nuova avventura musicale?
COME UN TIC TAC è una riflessione su quel senso di inadeguatezza che ci prende quando ci sentiamo quasi estranei a questo mondo. IL TEMPO quindi ci sembra un regalo, soprattutto in questa società così frenetica e ricca di impulsi. La traccia titolo dell’album affronta infatti questa tematica: il tempo presente, protagonista, è tutto ciò che abbiamo per costruire il futuro che desideriamo, e oggi come oggi questo presente è molto sfuggevole e non si ha mai tempo di assaporarlo e sentirlo vivo. Il passato è solo un ricordo che ci è servito per crescere e trasformarci in ciò che siamo oggi. Il futuro un sogno e un desiderio di miglioramento e realizzazione. Nel futuro utopico che ho descritto mi sono immaginato un tempo senza tempo nel quale le anime, fuori dal mondo, danzano in un cerchio umano travolgente e fraterno come nel quadro di Matisse la Danza.
In questo disco c’è tanta speranza nonostante alcune tematiche sono cupe e forti. Ho cercato di dare abbastanza equilibrio tra testo e musica senza andare ad appesantire troppo con parole forti le parti in cui già musicalmente era chiaro il concetto. Ci sono canzoni invece (ad esempio in Anime Nere, Anna) in cui testo e musica, come si era soliti usare nel madrigalismo, vanno di pari passo e la musica sottolinea le parole. L’atmosfera che ho voluto ricreare la definirei sospesa in una dimensione che si alterna tra l’irrealtà e la realtà che non comunicano ma sono in conflitto tra loro, dove le anime che non accettano certe dinamiche presenti in questa società, corrono in rifugio per sentirsi in connessione.
Il messaggio si può sintentizzare in: Vivi il presente con amore, altruismo e un animo puro. Lasciati trasportare dalle emozioni forti e non farti condizionare dalle regole e principi della società odierna.
Quali sono i generi in cui spazi nella tua produzione?
I generi in cui spazio sono folk/cantautorale/pop/sperimentale
Cosa significa lavorare nella musica oggi?
Oggi lavorare con la musica significa essere in una giungla con bestie feroci. Io mi sento un cerbiattino. Corro spensierato e felice di ciò che ho nel cuore, mi meraviglio della bellezza ma poi qualcuno sicuramente mi viene a sbranare…
Cosa ne pensi dei social e del web in generale come mezzo per farsi conoscere?
Il web è molto importante oggi per comunicare con le persone che ci seguono perché tutte sono connesse sui social e possono vedere in tempo reale dove suonerai e le news rispetto alla tua vita artistica. Ma preferirei di gran lunga tornare a prima di questo momento.
Cosa non deve mai mancare in un brano che ascoltate e in uno che scrivete?
Non deve mai mancare l’anima . In termini musicali una melodia interessante e allo stesso tempo forte.
Cosa pensi dei talent show? Hai mai pensato di parteciparvi?
Sono contraria ai Talent Show. La musica non è una gara. Il talent show è riduttivo: sembra che per sapere fare musica devi saper cantare bene. Non valutano completamente se una persona suona, compone, ha una cultura. In quell’ambito la musica non è la protagonista ma vige la regola dello spettacolo: impressionare le masse con qualcosa di semplice, immediato e sorprendente. Cantare bene non significa essere dentro alla musica.
Dicci dieci cose che ti piacciono e dieci che ti fanno arrabbiare.
mi piace: – il gelato, i libri, i film che fanno commuovere, i profumi del bosco, gli elefanti e i cani, la carta da parati, il surrealismo, i clown, gli strumenti musicali, l’amore
non mi piace : l’arroganza, l’avidità, l’ipocrisia, l’arrivismo, l’ottusità, l’invidia, la falsità, la mostarda, l’inquinamento, le zanzare
Prossimi appuntamenti dal vivo?
il 29 di settembre sarò al Teatro di Varano Borghi per presentare l’album, il 30 di settembre all’arlecchino di Varese. Il 7 ottobre a Lucerna (CH)
Progetti?
Spostarmi dall’Italia, continuare a scrivere musica, continuare a ricercare nel profondo con curiosità e umiltà, viaggiare, studiare..