Turi, se ne sta davanti al letto della signora Capodicasa, collegata a monitor, respira a fatica. Turi sa che presto dovrà dirle addio, è preparato anche se soffrirà la sua mancanza, in fondo è l’unica persona che in tanti anni si è presa cura di lui.
Con lei c’è anche Daniela, un’infermiera che lo tratta con aria di sufficienza. Mentre la donna si occupa della signora Capodicasa lui torna nella sua camera dove centinaia di videocassette gli fanno compagnia.
Sceglie un film e si lascia trasporatre nell’unico mondo che conosce, quello al di là dello schermo. Sì perchè Turi, oramai un uomo non è mai uscito da quella casa, non ha mai visto il mondo, tutto quello che sa lo deve ai film, tutto quello che è alla donna che nella stanza accanto lo sta per lasciare.
E il mondo fuori da quella lussuosa villa è pieno di sorprese soprattutto per lui che vi si trova catapultato da un giorno all’altro…
In questo romanzo del siciliano Stefano Amato si concentra l’ironia, la sagacia e la leggerezza (in senso calviniano) di un autore che riesce a racconatre la goffaggine del tempo che stiamo vivendo. Il lettore che non può non essere tirato dentro il libro sin da subito, sorride fino alla fine. Sorride alla grettezza, alle apparenze, alla disattenzione di un presente sempre più pronto a credere unicamente al proprio punto di vista e alle facili cospirazioni, preferendo i sospetti alla semplice realtà delle cose.
Da leggere:
Stefano Amato
L’inarrestabile ascesa di Turi Capodicasa
Hacca