Per Hoepli è uscito un prezioso volume Rifugi e bivacchi gli imperdibili delle Alpi un volume che raccoglie una selezione di oltre 50 strutture all’interno dell’arco alpino. Abbiamo chiacchierato con gli auguri, Roberto Dini, Luca Gibello e Stefano Girodo ecco cosa ci hanno chiamato.
Sotto quali spinte nasce questo libro?
Il libro è l’esito di un lavoro di ricerca che dal 2011 portiamo avanti sia come membri fondatori di “Cantieri d’alta quota” – associazione culturale che ha per scopo la ricerca e condivisione delle informazioni storiche, edilizie, progettuali, geografiche, sociali ed economiche sulla realtà dei rifugi e dei bivacchi in alta montagna (www.cantieridaltaquota.eu) – sia attraverso percorsi di studio individuali in quanto tutti e tre siamo architetti che si occupano di critica, divulgazione, ricerca e progetto sui temi dell’architettura in montagna.
Tante realtà descritte, tante foto ed un immane lavoro di documentazione. qual è stato il vostro percorso per costruire questa guida?
Come in tutti i lavori di ricerca è stata fondamentale la ricognizione presso gli archivi, come ad esempio quello ad esempio del Museo Nazionale della Montagna del Club Alpino Italiano a Torino, che custodiscono materiale prezioso (bollettini, libri storici, fotografie, ecc.) e documentazione di ogni tipo che consente di ricostruire la storia e le origini dei rifugi esaminati. Vi è poi stata una forte interazione con i progettisti dei nuovi rifugi ed i gestori delle strutture per avere materiale e informazioni sullo stato attuale dei rifugi. Infine, non ultimo in ordine di importanza, un lunghissimo lavoro “sul campo” fatto di visite nei luoghi citati, reso possibile dalla nostra comune passione per l’escursionismo e l’alpinismo.
Durante il lavoro quale realtà ha lasciato maggiormente il segno?
Alla fine di un lavoro di ricerca come questo è sempre difficile dire quale realtà sia più importante di un’altra. Con molto rammarico abbiamo dovuto selezionare un numero ridotto di rifugi costringendo noi stessi a scegliere alcune situazioni e ad escluderne altre oltremodo particolari ed interessanti. Come riportato nel titolo, tutte le realtà trattate nel libro sono secondo noi “imperdibili”. Si tratta cioè di rifugi in cui la storia, l’architettura, il luogo, il paesaggio e le persone che lo mantengono vivo sono aspetti profondamente intrecciati che creano un’identità unica e irripetibile.
Questo libro è anche un manuale per un turismo montano consapevole o mi sbaglio?
Non esattamente, non parliamo di turismo montano anche se naturalmente il “turismo” è uno degli elementi che sta alla base della storia dei rifugi e dell’alpinismo. Non è tantomeno un compendio di storia tipologica, né una delle tante guide per escursionisti o alpinisti. Il libro vorrebbe essere una sorta di “biografia di luoghi”. Se la manualistica e i repertori a uso turistico sovrabbondano, sono invece frammentarie se non inesistenti – anche sul web – le documentazioni che, per rifugi e bivacchi, tentano di tenere insieme molteplici piani di lettura: geografia, paesaggio, cenni di alpinismo, storia edilizia e sociale, architettura, tecnologia, modelli di accoglienza.
Cosa vorreste per le nostre montagne?
Ricollegandoci alla domanda precedente uno degli obiettivi del libro è quello di far conoscere la ricchezza di questo vasto patrimonio collettivo, da un lato per favorire una frequentazione consapevole delle terre alte, e dall’altro per incentivare uno sviluppo responsabile della montagna.
Intervista di: Francesca Fiaschi
BIOGRAFIE
Roberto Dini, architetto, ricercatore presso l’Istituto di Architettura Montana – IAM e docente al Politecnico di Torino, è autore di monografie, saggi e articoli in tema di architettura e montagna. Con Antonio De Rossi ha scritto Architettura alpina contemporanea (Scarmagno, 2012).
Luca Gibello, direttore de “Il Giornale dell’Architettura”, è autore di monografie, saggi e articoli in tema di critica e storia dell’architettura contemporanea. In particolare, legato al mondo della montagna, ha scritto Cantieri d’alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi (Biella, 2011).
Stefano Girodo, architetto e dottorando di ricerca all’Istituto di Architettura Montana del Politecnico di Torino, è progettista specializzato in realizzazioni alpine presso LEAPfactory e autore di contributi in tema di architettura e montagna. Con Roberto Dini e Luca Gibello ha scritto il volume Rifugiarsi tra le vette. Capanne e bivacchi della Valle d’Aosta dai pionieri dell’alpinismo a oggi (Biella, 2016).
Appassionati di montagna e alpinismo, i tre autori sono fondatori e rispettivamente vicepresidente, presidente e membro del direttivo di “Cantieri d’alta quota”, associazione culturale che ha per scopo la ricerca, divulgazione e condivisione delle informazioni storiche, edilizie, progettuali, geografi che, sociali ed economiche sulla realtà dei rifugi e dei bivacchi in alta montagna.