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“Come non darla…. vinta” l’esordio di Elena Ballerini

“Come non darla… vinta”, e raggiungere i propri obiettivi. Esce in libreria il 23 gennaio il primo libro di Elena Ballerini

Vedere realizzati i propri sogni ha un prezzo e per una donna spesso fa rima con sesso. Quante ragazze hanno trovato sulla loro strada uomini più attenti al loro aspetto che alle loro capacità. Ma concedersi non è la strada più proficua: esiste un metodo per riuscire a ottenere il massimo sottraendosi alle avances senza darla…vinta. Ed Elena Ballerini lo ha descritto nel suo libro.

Grafica Divina

“Avevo scritto questo saggio mesi prima che esplodesse il caso Weinstein – precisa l’autrice -. Nel mio libro non c’è alcun riferimento alla morale o alla separazione fra giusto e sbagliato. È una linea che ciascuno tratteggia secondo la propria etica”.

Le pagine scritte da Elena Ballerini raccolgono le istruzioni per godere dei vantaggi di certe conoscenze evitando approcci indesiderati. “Visto che ogni cosa ha un prezzo perché c’è un prima, un dopo, ma soprattutto un durante – spiega Elena Ballerini -, in questo manuale ho descritto alcuni espedienti di fuga per sottrarsi a situazioni imbarazzanti attraverso l’individuazione di strategie da attuare nei confronti delle principali tipologie di uomini potenti, analizzate con un po’ di umorismo, con cui può capitare di imbattersi quando si cerca il proprio posto nel mondo. Perché questo posto si può raggiungere sempre quando si crede in un grande valore come la meritocrazia”.

Autrice e interprete dei suoi testi, Elena Ballerini si cimenta per la prima volta in un saggio brillante affrontando, con una scrittura vivace, il tema dell’affermazione delle donne nel mondo dello spettacolo e, più in generale, del lavoro.

“Nel mio subconscio ho iniziato a fare spettacolo per diventare un giorno una scrittrice – si racconta -. Quando avevo 7 anni scrivevo su alcuni foglietti dei pensieri che chiamavo canzoni. Poi li accartocciavo per tenerli nascosti. Erano talmente importanti per me che pensavo che l’unico modo per custodirli fosse non leggerli a nessuno. In realtà mia mamma li aveva trovati tutti e mi iscrisse ad un concorso letterario dopo averli trascritti. Lo vinsi ma provai imbarazzo quando le mie poesie furono lette ad alta voce. Da quel giorno ho scritto ancora e di nuovo solo per me. Fino ad oggi, quando ho capito quanto sia giusto e significativo per me scrivere del tema che mi tocca più da vicino: l’autodeterminazione”.

 

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