LUCIA BOSÈ espone le sue creazioni di découpage: “PIATTI” dal 2 dicembre al 14 gennaio a MILANO presso la PASTICCERIA GIOVANNI GALLI
Dal 2 dicembre al 14 gennaio 2018 la celebre attrice e artista milanese LUCIA BOSÈ esporrà le proprie opere in “PIATTI”, una mostra di quaranta opere di découpage, presso la storica bottega di Giovanni Galli a MILANO (via Victor Hugo 2).
Oltre alle opere di découpage della mostra “PIATTI”, con figure di donna, profili di statue classiche, luccicanti bijoux e perline, coloratissimi fiori e farfalle, saranno in esposizione anche alcuni ritratti fotografici dell’artista. Tra questi, una foto originale del 1947 di Federico Patellani, che la ritrae dietro il bancone proprio della pasticceria Giovanni Galli e uno scatto di Bob Krieger, dalla mostra del 2011 a Palazzo Reale di Milano.
Aveva solo 16 anni quando, LUCIA BOSÈ, giovane commessa della pasticceria, colpì con il suo sorriso Luchino Visconti. Consigliata dal regista intraprese la strada dello spettacolo attraverso Miss Italia e fu incoronata nel 1947 come reginetta d’Italia. Il concorso le aprì le porte di Cinecittà e del successo cinematografico internazionale.
Oggi LUCIA BOSÈ esprime il suo talento creativo in queste opere originali e personalissime in cui utilizza la tecnica del découpage per mettere in luce il suo mondo magico, popolato di immagini classiche, figure oniriche, personaggi dell’arte rivisitati, motivi floreali e naturali stilizzati.
Dal volume “Giovanni Galli, 1911-2011, 100 anni la storia”, testo di Christian Hill
Lucia Bosè, una celebrità in erba
Ha solo sedici anni e un visino estremamente grazioso. Il suo nome è Lucia Bosè. La giovane commessa, con il suo sorriso dolce ed educato, si fa subito ben volere dalla clientela. Non sono più soltanto i marrons glacés e i canditi ad attirare i milanesi nel negozio di via Victor Hugo. Dopo tanti anni di brutture e tristezza, la gente ha voglia di essere accolta da un raggio di sole sereno e sorridente. (…) Non pochi clienti diventano presenze abituali tra i banconi di praline. Tra questi c’è un giovane regista famoso per aver inventato la corrente cinematografica del neorealismo italiano: Luchino Visconti. La sua passione per le noci di pasta di mandorle lo porta a frequentare i negozi Galli tutte le volte che si trova a Milano. Un giorno, siamo ancora nel 1947, appena entrato in negozio i suoi occhi si posano sul sorriso della giovanissima commessa. Il regista sa riconoscere le potenzialità della bellezza semplice e pulita di Lucia e subito si premura di consigliarle di intraprendere la carriera cinematografica. Come primo passo, la fa iscrivere al concorso di Miss Italia, che la giovane vince sbaragliando una concorrenza a dir poco agguerrita: a sfilare insieme a lei quell’anno ci sono anche Gina Lollobrigida, classificatasi terza, e Gianna Maria Canale, seconda, oltre a Eleonora Rossi Drago e Silvana Mangano, tutte future attrici di primo livello nel nostro cinema. Lucia prende il volo. Il successo la chiama e lei abbandona il suo lavoro dietro al bancone di via Victor Hugo. Ma resterà sempre legata alla famiglia Galli e ai negozi che le hanno permesso, letteralmente, di trovarsi al posto giusto al momento giusto.
LUCIA BOSÈ nasce a Milano – Porta Vigentina – il 28 gennaio 1931. A 16 anni partecipa al concorso di Miss Italia, anno 1947, e vince. Sottile e raffinata, Lucia Bosè non ha alcuna esperienza nello spettacolo. Lavora infatti come commessa nella celebre pasticceria Galli di Milano, dove l’aveva notata Luchino Visconti (“Lei signorina ha una faccia da cinema”). Valigie in spalla, Cinecittà chiama. Giuseppe De Santis la vuole sul set di Non c’è pace tra gli ulivi (1950): è il primo ruolo da protagonista. Nello stesso anno, Michelangelo Antonioni la dirige in Cronaca di un amore, dove Lucia interpreta con delicatezza e misura il personaggio di Paola Fontana, una donna borghese, ricca e insicura, delusa dalla vita e dagli amori. Nel 1952 arriva un’altra prova magistrale: il film è Le ragazze di piazza di Spagna, regia di Luciano Emmer. Per Antonioni è ancora nel 1953 La signora senza camelie. Luis Buñuel la chiama per il drammatico Gli amanti di domani (1955). Francesco Maselli la libera di vezzi e sorrisi nell’intenso Gli sbandati (1956). Lucia ha successo, è ammirata e corteggiata. Eppure decide di sposarsi presto, nel 1955. Per amore del marito, il torero Luis Miguel Dominguín, mette da parte ambizioni e popolarità. Si trasferisce in Spagna, dove per alcuni anni si dedica al ruolo di moglie e madre (di 3 figli: Lucia, Paola e Miguel). Il cinema continua ad aspettarla. Tornerà a recitare soltanto nella seconda metà degli anni Sessanta. Film d’autore (su tutti Metello, 1970, di Mauro Bolognini, L’ospite, 1972, di Liliana Cavani, Scene di un’amicizia tra donne, 1975, di Jeanne Moreau), che esaltano il fascino ormai maturo e profondo di Bosè. Compare anche in Fellini Satyricon e in Sotto il segno dello scorpione dei fratelli Taviani. Verrà diretta anche da Francesco Rosi, in Cronaca di una morte annunciata (1987) e da Ferzan Ozpetek in Harem Suaré (1999). Nel 2007 Lucia accetta di tornare sul grande schermo, ne I vicerè di Roberto Faenza, e nel 2009 si concede anche la fiction televisiva interpretando Donna Isabella nella serie Capri. In questi ultimi anni è stata inoltre ideatrice e promotrice del Museo degli Angeli di Turégano (vicino Segovia), la cui collezione è stata esposta anche a Castel Sant’Angelo e alla Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma. Sempre vicina all’Italia e a Milano dove è tornata volentieri quando ha potuto e dove ha ancora i suoi ricordi più intensi, nel 2010 dà voce alla poesia di un’altra grande figlia di Milano, Alda Merini, affiancando sul palcoscenico il cantante e compositore Giovanni Nuti nel recital Una piccola ape furibonda, dedicato alla poetessa dei Navigli, di cui cura nel 2012 le versioni in spagnolo delle poesie-canzoni (Una pequeña abeja enfurecida). Con la sua voce recitante nel brano “Il pifferaio di Hamelin” è ancora insieme a Giovanni Nuti che duetta con Fabio Concato per il CD Il muro degli angeli, contenuto nel cofanetto Accarezzami musica – Il “Canzoniere” di Alda Merini pubblicato il 20 ottobre scorso.
LA STORIA DELLA DITTA GIOVANNI GALLI
Fondata nel 1911 a Milano, prende il nome dall’omonimo fondatore, il quale aveva dimostrato abilità e attitudine già alla fine del 1800 presso la fabbrica di dolciumi di Felice Squarciafico. Da allora i prodotti e la loro realizzazione sono rimaste le stesse, la lavorazione di marrons glacés e praline avviene quasi interamente a mano, senza l’aggiunta di alcun conservante. Il primo negozio di Corso Roma 5 (oggi Corso di Porta Romana), inaugurato nell’ottobre del 1912, venne distrutto nel 1942 a seguito dei bombardamenti inglesi della Seconda Guerra Mondiale. Lo stesso anno la ditta riceveva il brevetto della Real Casa, onorificenza riservata ai fornitori di casa Savoia.
Dalle macerie di quel primo negozio il figlio Ferruccio (successore del fondatore Giovanni alla guida dell’azienda) riuscì a salvare il bancone di legno e le vetrine in vetro e legno, tuttora presenti nella sede di Corso di Porta Romana inaugurata nel 1946. Oltre a Corso di Porta Romana, nel 1945 fu aperto il laboratorio di Via Vannucci e un altro punto vendita in Via Victor Hugo al 2, nel centro di Milano, che ricalcava anch’esso l’elegante atmosfera del tempo. I due negozi sono tutt’ora presenti e solo attraverso di essi vengono commercializzati i prodotti Giovanni Galli. Nel 2005 la ditta Giovanni Galli è stata iscritta all’Albo delle Botteghe Storiche, mezzo attraverso il quale l’Amministrazione Comunale di Milano ha voluto premiare e valorizzare quelle imprese che hanno operato nel territorio milanese per oltre 50 anni e che hanno saputo fare della tradizione il punto di partenza per la crescita e lo sviluppo. Oggi l’azienda è gestita dai figli di Ferruccio, Giovanni ed Edoardo, e proprio la tradizione familiare sembra essere il segreto che ha permesso di seguire fedelmente i processi di lavorazione centenari del fondatore Giovanni.