Massimiliano Bruno è sceneggiatore, commediografo, attore e regista sia teatrale sia cinematografico.
Il rapporto con la parola, dai dialoghi teatrali a quelli del cinema al romanzo
Faccio sempre molto attenzione alle parole, le scelgo accuratamente, A teatro puoi permetterti di evocare immagini e hai la libertà di suggerire uno scenario di fantasia nonostante si stia dentro quattro mura. Andare sopra le righe è ammesso e non inficia la credibilità e l’emozione. Al cinema invece bisogna essere credibili, veri e crudi nello scegliere la modalità di comunicazione e le immagini devi proporle con la macchina da presa. Scrivere un romanzo è invece la libertà assoluta della scelta, puoi permetterti voli pindarici che le altre discipline fanno fatica a fare. E’ bellissimo.
Quando e come nasce la vita di Ruben
Nasce dalla mia vita e dalla vita delle persone che conosco. Dall’esperienza, dalla conoscenza, dall’approfondimento che ho fatto su me stesso. Nella fattispecie, nasce anche da un sogno che ho fatto dove accadeva quel che ho scritto nel primo capitolo. Da lì in poi Ruben ha preso coraggio e ha affrontato la sua sfida.
Uno spaccato sull’Italia, sulla famiglia, sui rapporti umani. Seppur con qualche speranza sembra un mondo sul punto di sgretolarsi.
Il mondo si sgretola quando non si reagisce, quando non si è più rivoluzionari, quando non si capisce che possiamo trasformarci. Il mondo si sgretola per chi crede ma non per chi pensa.
Le colpe dei padri non ricadano sui figli, eppure sembrerebbe il contrario anche se forse…
I rapporti con i padri (e le madri) possono determinare la sanità delle persone. Su questo sono fermamente convinto e lo dico chiaramente in “Non fate come me”. Abbiamo generazioni intere di depressi, identificati con i genitori, che ripetono a loop vite non loro ma ereditate. Emanciparsi è ribellarsi al pensiero genitoriale, altrimenti si rischia di morire come bambini sciocchi in corpi di vecchi.
Gi ultimi saranno i primi?
Se parliamo di sociale purtroppo no. Troppo divario, troppe disparità, troppo poco accesso alla cultura e alla vera informazione. Se parliamo di animo umano il discorso è diverso, conosco tanti poveri risolti e tanti ricchi infelici.
Regista e scrittore, entrambi manipolano storie, la differenza?
Un regista crea immagini, uno scrittore le evoca. Entrambi i lavori sono difficilissimi e bisogna avere un grande talento per riuscirci.
Teatro, cinema, tv, letteratura, ma quale è il grande amore di Massimiliano Bruno?
L’espressione creativa in generale. Nei tempi diversi della mia crescita ho scelto strade complicate e sorprendenti. Non mi sento mai profondamente attore, autore o regista ma assecondo il mio stato d’animo. Quest’anno non avevo voglia di girare un film e mi sono dedicato alla regia teatrale del Sogno di una notte di mezza estate. Abbiamo debuttato in estiva a Verona davanti a 1600 persone con Violante Placido, Paolo Ruffini, Stefano Fresi, Giorgio Pasotti e altri straordinari attori ed è stato un trionfo che mi ha emozionato in maniera nuova. Ho pensato che è stato più bello di fare cinema, mi ha dato una enorme energia. Poi a ottobre è uscito il romanzo e mi arriva addosso una quantità di amore che mi stordisce, lettori che mi scrivono per raccontarmi le loro sensazioni. Persone che mi dicono che le mie parole gli hanno fatto bene, amici che mi sussurrano all’orecchio che è la cosa più bella che ho scritto. Forse il “grande amore” è arrivato proprio con questo romanzo.
Prossimi impegni.
Sto facendo un tour promozionale per “Non fate come me”, in giro per l’Italia per presentazioni e trasmissioni televisive. Seguo i miei allievi del laboratorio di arti sceniche, dal 5 gennaio riprende la turnée del mio Sogno e saremo a Roma dal 9 gennaio, toccando Campania, Calabria, Torino, Ancona, Bologna, Gorizia, Firenze e tante altre città, poi in primavera inizierò le riprese del mio prossimo film che ho ascritto insieme ad Andrea Bassi, Nicola Guaglianone e Menotti.
Intervista di: Luca Ramacciotti