Sarà in libreria a partire dal 5 ottobre il testo, finora inedito, che Roberto Roversi scrisse nel 1983 su San Francesco D’Assisi e che il primo ottobre è stato donato dal sindaco Virginio Merola a Papa Bergoglio in visita a Bologna.
Il frate
Testo per il teatro, 1983
La storia dello scritto: Roberto Roversi su richiesta di Michelangelo Antonioni, nel 1983 scrisse la bozza di una sceneggiatura per un film dedicato alla figura di San Francesco d’Assisi. Il testo – ora pubblicato – venne successivamente rielaborato dallo stesso Roversi insieme ad Antonioni e a Tonino Guerra al fine di renderlo più “cinematografico”; purtroppo il progetto non si realizzò e il film non venne mai girato.
Le parole di Roversi su questo lavoro:
“Vitale e moderna, anzi attuale come se ci precedesse, la figura di san Francesco nella sua completezza si propone a noi non come un esempio (non solo come un esempio), ma come una tensione costante della nostra vita. Un fuoco vivo. E come tale (in una drammaticità che è sempre partecipe a tutto ma senza tragedia, perché illuminata, irrorata, dalla pioggia benefica che è data dal rapporto diretto, cercato, con dio – dio di verità, di giustizia ma soprattutto d’amore; e mai una divinità che minaccia soltanto o soltanto punisce) l’hanno inteso sofferto e quindi cercato di trasmettere gli autori della sceneggiatura. Con la convinzione che san Francesco non si debba tanto raccontare, o godere; ma vivere e partecipare – nel senso che san Francesco dava al termine, cioè condividere. Egli è una continua giovinezza rivelata, che si manifesta davanti e non dentro alla ricerca di un grande dolore. Perché solo il dolore è gioia di vita (se è il dolore vero delle cose pensate e sofferte, nel senso della ricerca e della conquista di dio. Perché è ansia di cielo). Nessun altro personaggio, oggi, sembra quindi più direttamente nostro, e per noi, di questo piccolo uomo delle alture e delle foreste umbre. Che è splendido, grande, tragico come un astro ferito”.
Dati tecnici: pp. 200, € 15,00, f.to 14×21, ISBN: 978-88-6598-917-3. In libreria dal 5 ottobre 2017.
Roberto Roversi è nato nel 1923 a Bologna, dove è deceduto nel 2012. Fondatore con Leonetti e Pasolini della rivista «Officina» (1955), ha dato vita nel 1961 alla rivista «Rendiconti».
Delle numerose opere poetiche, si ricordano: Poesie per l’amatore di stampe (Caltanisetta, 1954); Dopo Campoformio, Feltrinelli, 1962 (poi Einaudi,1965); Le descrizioni in atto, ciclostilato in proprio, Bologna 1969-1974 e L’Italia sepolta sotto la neve (2010), che raccoglie il suo lavoro poetico degli ultimi trent’anni. Per Pendragon nel 2012 è uscita postuma la raccolta Libri e contro il tarlo inimico.
La principali opere di narrativa sono: Ai tempi di re Gioacchino, Palmaverde, 1952; Caccia all’uomo, Mondadori, 1959 e Pendragon 2011; Registrazione di eventi, Rizzoli, 1964; I diecimila cavalli, Editori Riuniti, 1976.
Per il teatro ha scritto: Unterdenlinden, 1965 (poi Pendragon, 2002); Il crack, 1969 (poi Pendragon, 2004); La macchina da guerra più formidabile, 1971 (poi Pendragon, 2002); Enzo re. Tempo viene chi sale e chi discende, 1977 (poi Pendragon, 1999); La macchia d’inchiostro, Pendragon 2006.
Ha scritto i testi per tre dischi di Lucio Dalla (Il giorno aveva cinque teste, Anidride solforosa e Automobili), e altri testi per il gruppo degli Stadio, tra cui Ma se guido una Ferrari, Maledettamericatiamo, Bianco di gesso e nero di cuore, La ragazza col telefonino, e la celebre Chiedi chi erano i Beatles. La sua tesi di laurea, Le origini dell’irrazionalismo di Nietzsche studiate nelle opere govanili è stata pubblicata da Pendragon nel 2013. Per Pendragon nel 2015 è uscito anche un suo carteggio con Leonardo Sciascia: Dalla Noce alla Palmaverde. Lettere di utopisti 1953-1972.
Fonte: Federica Rapini