L’importante è esagerare non è soltanto il titolo di una canzone: è una dichiarazione di guerra, una confessione esistenziale. Di certo Enzo Jannacci – il suo autore e interprete – è stato il cantautore più esagerato della storia della canzone, in grado di unire opposti normalmente inconciliabili: la tristezza e l’allegria, la tragedia e la farsa, la disperazione e la leggerezza. Coerentissimo dal punto di vista poetico, eppure ogni volta in grado di spiazzare e stupire. Popolare, eppure anticonformista e distante dai gusti e dalle preferenze del grande pubblico. Con la sua aria stranita, Jannacci ha saputo cantare come nessun altro gli ultimi della pista: i barboni, i tossici, le puttane, i telegrafisti dal cuore urgente, quelli che aspettano il tram, le donne che passano tristi serate in latteria, gli uomini a metà. È apparso sulla scena con la freschezza di un Buster Keaton nato dalle parti di Lambrate alla periferia di Milano e con la genialità di un Gilbert Bécaud appena dimesso dal neurodeliri; se n’è andato con un’ultima, meravigliosa e definitiva interpretazione di El portava i scarp del tennis. Una storia artistica unica e irripetibile, che merita di essere conosciuta ed esplorata. |
Nando Mainardi Nando Mainardi è nato nel 1972 a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), dove risiede.
Attualmente lavora nel campo della comunicazione e della formazione. Nel 2012 ha pubblicato il libro “Enzo Jannacci. Il genio del contropiede” e nel 2014 “Ossessione Calcio. Storie di football e nostalgie”. Per Vololibero ha pubblicato nel 2016 “La magnifica illusione. Giorgio Gaber e gli anni 70” Ha collaborato con diverse testate giornalistiche e radiofoniche, occupandosi di politica, canzoni e calcio. |