MARCO RÒ è un cantautore romano, nato come batterista jazz, innamorato del soul e del blues. Dapprima leader della rock band Clyde (“Senza Controllo” – 2004 Videoradio), intraprende la carriera solista, cantando sogni e realtà con l’ironia e il disincanto di un uomo analogico nell’era digitale. Tanto live in giro per l’Italia e collaborazioni come compositore, cantante e corista in produzioni Rai e Mediaset. Dal suo primo Ep (“Un Mondo digitale” – 2011 Novo Sonum/EDEL), sono estratti i singoli “Un mondo digitale”, “Stato d’influenza” e “Trasparente” in rotazione radiofonica e televisiva. In particolare il brano “Un mondo digitale” è stato scelto come colonna sonora ufficiale del Global Junior Challenge 2012, evento organizzato dalla Fondazione Mondo Digitale sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri. A chiusura di una tournée di 15 date durata un anno e mezzo nella federazione Russia, gira il video del singolo “Mosca mon amour” (2014 – AssoDiemme), presentato a Mosca assieme alla cantante Kira Franka e promosso dall’agenzia di stampa Russia News e da Capital FM 105.3, la prima radio moscovita in lingua inglese. È stato più volte ospite presso il Teatro della Casa Circondariale di Rebibbia in Roma, anche nell’ambito dell’iniziativa sociale Telethon, ed il brano “Immagini a righe”, contenuto nel suo nuovo disco e che tratta il delicato tema della situazione delle carceri in Italia, vanta l’importante partecipazione del cantautore Marco Conidi. Da due anni collabora con la giornalista Laura Tangherlini (Rainews24) al progetto di sensibilizzazione itinerante “A un passo da qui” dedicato ai rifugiati e ai profughi dalla guerra in Siria che ha raccolto l’interesse di varie associazioni, tra le quali Fonopoli. Il videoclip del brano omonimo che dà anche il nome al suo nuovo disco, è fra i 4 vincitori del Roma Videoclip 2016, avendo conseguito il Premio FSNews Radio, con motivazione: “Originalità del progetto che unisce nuove sonorità a nuovi stili”. La versione in inglese del brano, dal titolo “One step” è stata registrata presso gli studi dell’Abbey Road Institute di Londra.
Cosa rappresenta la musica per te?
Una donna complicata e piena di passione. Qualcosa che hai dentro, e che non riesci a cacciare via neanche quando hai provato a farlo, ma che probabilmente ti rende migliore di quello che saresti stato senza di lei.
E’ difficile fare parte del mondo musicale oggi?
Dipende da che cosa stai cercando. Troppo spesso “mondo musicale” viene confuso con “mondo dello show business”. Credo che ad ogni modo, se si ha qualcosa da dire, il modo per farlo si trova sempre.
Cosa pensi dei talent show? Sono essenziali oggi per emergere?
I talent hanno il proprio senso nel contesto in cui sono nati. Essenziali, comunque, credo che lo siano sempre meno.
Cosa ti piace nel mondo e cosa detesti?
Mi piace tutto ciò che di positivo c’è nelle persone, la voglia di non arrendersi come nel caso di chi ha perso tutto ed è costretto a ricominciare da capo in fuga dalla propria casa, in un paese lontano. Detesto l’indifferenza di chi non sa guardare al di là del proprio naso. In questi casi l’amore in senso ampio deve essere l’unica risposta possibile: è un po’ il tema di “Dune”, il brano che è in questi giorni nelle radio, e che è presente nella colonna sonora del libro-reportage della giornalista di Rainews24 Laura Tangherlini “Matrimonio Siriano”. E’ un brano che abbiamo scritto insieme, e che vede anche una sua partecipazione cantata.
Com’è nata la collaborazione con Laura Tangherlini?
E’ nata in occasione del suo secondo libro sul tema dei profughi siriani, “Libano nel baratro della crisi Siriana”. Mi parlò della difficoltà che c’era nel sensibilizzare le persone solamente attraverso i libri e mi propose di scrivere una canzone che potesse arrivare direttamente al cuore della gente. Lessi nel suo libro la testimonianza di una bambina siriana, profuga di nome Reema, che raccontava come la cosa che le mancava di più della sua vita precedente, fosse il poter andare a scuola. Nacque così “A un passo da qui”, brano che ha dato il nome al nostro progetto che gira l’Italia da 3 anni, e che è anche il nome del mio nuovo disco, in uscita il 20 settembre prossimo in tutti gli store digitali.
Secondo te, cosa vi ha aiutato a raggiungere così tante visualizzazioni sul web?
Credo il fatto di raccontare in modo autentico qualcosa che Laura ed io sentiamo profondamente. Francamente spero lo siano sempre di più, perché nel nostro piccolo si tratta di un messaggio di pace e di fratellanza, e sono convinto che in questo periodo storico ne abbiamo maledettamente bisogno.
Farai dei concerti prossimamente?
Si, aggiorniamo volta per volta sito internet (www.marcoro.it) e social media (www.facebook.com/
Stiamo preparando un grande concerto di presentazione del nuovo disco a Roma, la data del quale comunicheremo quanto prima.
Intervista di: Lucrezia Monti