Fin dall’antichità l’uomo è stato affascinato tanto dai profumi (non solo essenze, ma oli, balsami etc) quanto dalle pietre dure (basti pensare al pettorale del biblico Aronne). Cosa potrebbe accadere se questi due mondi si unissero? Ce lo spiega Olivier Durbano che da anni realizza profumi ispirati a pietre dure che utilizza anche per realizzare gioielli e che alla scorsa edizione di Pitti ha presentato il suo nuovo Labradorite #13 (www.olivierdurbano.com).
Breve Biografia.
Sono nato a Cannes, vicino al Mediterraneo e cresciuto fra questa città e Grasse, la città della mia famiglia che è di origini italiane.
A quattro anni ho desiderato una pietra grigia, con piccoli cristalli… La prima pietra dei miei ricordi.
In seguito ho avuto molte pietre scelte in base al feeling, ma tutto ciò me lo sono scordato nel periodo dell’adolescenza.
Durante il mio primo anno di architettura a Lione, ho fatto anche il mio primo viaggio, in aereo lontano, in Siria, e dai Suq ho riportato delle pietre antiche intagliate a forma di perle. Le pietre tornavano nella mia vita e alcuni mesi più tardi, creavo la mia prima collana, pezzo unico, con queste perle venute da un altro mondo.
Come nasce la tua passione per il mondo dei profumi?
Dal dialogo con le pietre, creando gioielli, è arrivato il tutto in modo molto naturale. E’ evidente l’odore che ha una pietra, il profumo del suo universo, della sua storia, oltre alle leggende e simboli che da sempre ci sono sui minerali.
Percepivo realmente queste immagini olfattive nella mia testa, negli occhi, nel naso, nella pelle…..
I ricordi dei campi di rose di maggio e del gelsomino di Grasse mi sono tornati in mente, quando da bambino raccoglievo delle piccole pietre, a piedi nudi nelle piantagioni di fiori. Mi è sembrato molto simbolico questo legame con il passato.
Perché un profumo dedicato ad un pietra?
Le pietre emanano tutta una sorta di suggestioni, immagini, emozioni, energie. Percepisco tutto ciò, e sento gli odori da trasformare in profumi .
I tuoi profumi sono colorati da cosa nasce quest’idea?
Le pietre nel loro universo portano, in modo indissociabile, i colori. Il profumo, come evidenza visiva dovrebbe portare di conseguenza il colore. È un linguaggio, un’emozione, ma anche una vibrazione.
Qual è il tuo processo creativo ?
Per primo, lascio che mi venga l’ispirazione dalla pietra. Intuitivamente. Poi mi tuffo nello studio della storia della pietra e tutto quello che porta in se stessa. Ad esso associo il numero del profumo e ciò che in quel momento sta accadendo nella mia vita. È un alchimia. Scrivo gli ingrediente che si impongono a me attraverso questo processo. Quando percepisco che l’elenco degli ingredienti è completo, comincio a mescolare in laboratorio.
Passo dopo passo, fino al giusto equilibrio. Di prove in prova infondendo tutta la Luce e la Benevolenza Possibile.
Cosa deve far percepire un profumo secondo te?
Un profumo, deve toccare e creare emozione. Deve essere vivo, trasformarsi e diventare una scia magica.
Un profumo non esiste senza l’Altro. Dei Cieli allo spirito al corpo.
Il futuro della profumeria d’autore ?
Senza dubbio, ci saranno molto cambiamenti. Però la distinzione fra “Marche di Nicchia” e “Case di profumo d’autore” sarà sempre più grande. Maggiormente in “marche di nicchia” e in maniera minore in “Case di profumi d’ autore”, ma non sta a me parlarne.
Intervista di: Luca Ramacciotti
Traduzione di: Anne Justo
Foto di: Karolina O H